La transizione energetica è uno dei pilastri del progetto Next Generation EU e costituisce una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza – predisposto dal Governo italiano per illustrare alla Commissione Europea come si intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito di questo programma – costituisce una irripetibile opportunità per accelerare la strada delle rinnovabili e della transizione energetica nel nostro Paese.

La Missione 2 del Pnrr

CEO Save NRG Marco Merlo Campioni 1La Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si sviluppa attorno all’asse strategico “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. “Avendo ottenuto la fetta più corposa dei finanziamenti, pari a 69,94 miliardi di euro, si prefigge l’obiettivo di colmare le lacune strutturali per rendere più celere la crescita nei settori dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento, con l’obiettivo di costruire un ecosistema socio-economico più inclusivo, equo e sostenibile”, dichiara Marco Merlo Campioni, Ceo di save NRG, ESCo certificata ISO 9001 e UNI CEI 11352, attiva nel campo dell’efficienza energetica e della sostenibilità, associata Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) e Kyoto Club.

La Missione prevede, ad esempio, investimenti e riforme per l’economia circolare e per migliorare la gestione dei rifiuti, sostenere la filiera dell’idrogeno, rinnovare il trasporto pubblico locale, potenziare le capacità delle reti elettriche e delle infrastrutture idriche attuando interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici. In totale, da qui al 2026, dovrebbero essere partire 26 azioni programmatiche, che rappresentano il nucleo del Pnrr ecologico. Di questa, la fetta più ampia dovrà riguardare il biennio 2023-2024.

Gli obiettivi del Piano

Tra gli obiettivi del piano vi è anche quello di colmare le disuguaglianze a livello territoriale in termini di infrastrutture e servizi offerti ai cittadini. Per questo motivo, una quota cospicua delle linee di investimento, pari al 34,7% – 36,9%, sarà gestita da enti locali che, supportati da una task force, avranno un ruolo di primo piano nella realizzazione delle opere pubbliche. Si tratta di un’occasione storica per dare una nuova direzione all’intera società. Ai fini di una concreta attuazione del Piano è necessario, però, lavorare su riforme funzionali alla rivoluzione green che richiedono coesione sociale, rapidità e uno sforzo corale di coordinamento tra il centro del Governo e l’iniziativa locale.

“Se da un lato le imprese devono intercettare le risorse messe sul piatto dall’UE per implementare una concreta strategia di tutela dell’ambiente – a gennaio solo un terzo dei bandi era stato pubblicato – dall’altra devono farsi strada progetti strutturati in grado di esplicitare le intenzioni di impatto atteso. L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrastare le disparità sociali. La vera sfida, una volta ottenuti i fondi, sarà quella di tradurre in realtà gli obiettivi prefissati, rispettare le scadenze e garantire una governance trasparente sulla spesa”, conclude il Ceo Campioni.

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