Emissioni di metano come è possibile limitarle da oggi

Andrea Trenta di Amici della Terra illustra la proposta e i player per agire nell'immediato

Ridurre le emissioni di metano di attività attualmente in corso in Italia e nel mondo, questo l’obiettivo degli studi messi in campo dal tavolo di lavoro “sulla riduzione della emissioni di metano della filiera del gas naturale”,  promosso dal 2021 da Amici della Terra in collaborazione con Environmental Defense Fund Europe (EDFE).

Ad oggi il tavolo di lavoro ha elaborato e condiviso una sua proposta con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’ambito della consultazione sul Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.

Alle attività del Tavolo partecipano: AIGET, Assogas, Assorisorse, Proxigas, Utilitalia, gli esperti di Adriatic LNG, A2A, Edison, Enel, Eni, INRETE distribuzione energia, Italgas, OLT offshore LNG Toscana, Picarro, Pietro Fiorentini, Snam, Studio legale Parola Associati, Unareti, cui hanno contribuito ARERA, Comitato Italiano Gas (CIG), Florence School of Regulation (FSR), ISPRA e UNEP-OGMP 2.0.

Abbiamo chiesto ad Andrea Trenta di Amici della Terra di illustrarci i punti salienti della proposta e le possibili ricadute sull’ambiente nel metterla celermente in atto.

emissioni metano

  • In cosa consiste la proposta del Tavolo di lavoro e perché è urgente agire?

La proposta del Tavolo è finalizzata alla definizione di indirizzi strategici che individuino azioni per ridurre le emissioni di metano. Il Tavolo valorizza quanto già sta facendo l’industria italiana in tutta catena di fornitura, evidenziando le competenze e gli sforzi già realizzati da molti operatori.

La proposta del gruppo di lavoro si è concretizzata in un documento condiviso da tutti i partecipanti, “Indirizzi per una strategia italiana sulle emissioni di metano della filiera del gas naturale, nel quale si sono definiti obiettivi quantitativi di riduzione delle emissioni e sono stati sottoscritti impegni volontari per il loro conseguimento. Nel documento, inoltre, si definiscono strumenti quali: l’adozione di norme tecniche coerenti con quelle europee, strumenti regolatori incentivanti, approccio mirato all’impiego delle migliori tecnologie disponibili, definizione di strumenti di governance della Strategia. L’approccio è all’insegna della coerenza, senza il ricorso ai clamori degli allarmismi o ai catastrofismi, tentando di cercare soluzioni pratiche per avere subito dei risultati. La tempestiva adozione di una “Strategia italiana” di riduzione delle emissioni potrà consentire all’Italia di assumere un approccio proattivo, con la possibilità di cogliere importanti opportunità nel processo di transizione energetica e di diversificazione degli approvvigionamenti. La cooperazione internazionale, con gli accordi bilaterali sottoscritti da nostre importanti imprese del settore, nonché il Piano Mattei, con le potenzialità legate all’Africa, potranno permettere al nostro Paese di ritagliarsi una posizione di leadership nel settore.

  • Perchè è necessario parlare di riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale e perchè in questo contesto il PNIEC diventa uno strumento strategico per fissare questi obiettivi?

La necessità della riduzione è imposta dagli ormai noti effetti climalteranti del metano. Il riconoscimento del suo impatto sul riscaldamento globale impone azioni tempestive concrete per il suo contenimento. Le azioni richieste, peraltro, in particolare nel settore energetico, sono realizzabili a costi contenuti e possono originare risultati nel breve termine, visto che la sua azione climalterante si svolge in un arco di tempo ridotto rispetto alla CO2. La filiera italiana, già da diversi anni, è impegnata in azioni di contenimento di indubbia efficacia, spesso per il tramite dell’adesione a partnership internazionali a carattere volontario.

Il PNIEC rappresenta il quadro di riferimento generale rispetto alla lotta contro i gas serra. Il fatto che, per la prima volta, e grazie proprio all’azione pressante del Tavolo di lavoro, comprenda esplicitamente una specifica sezione dedicata al metano, fa ben sperare sulle strategie future di riduzione dei gas climalteranti nel complesso, e del metano in particolare.

  • Quali sono gli errori più ricorrenti quando si affronta questo tema?

Più che di errori, si può parlare di mancanza di iniziative concrete finalizzate all’effettiva riduzione delle emissioni di metano. Il non aver agito in maniera tempestiva e il non aver considerato, fin dall’inizio, le potenzialità climalteranti del metano è il vero errore compiuto finora. In particolare, non si sono valutate le interazioni tra il metano prodotto dalle attività antropiche e quello generato naturalmente dai fenomeni naturali, congiuntamente alle capacità di assorbimento di particolari zone della Terra (permafrost, zone umide, …). Il complesso rapporto tra i gas serra e l’OH troposferico, con le connesse capacità di abbattimento naturale del metano presente in atmosfera, è alla base delle analisi superficiali che hanno contraddistinto l’approccio tenuto finora verso questo tema.

  • Nella vostra proposta indicate un ruolo chiaro per enti già esistenti; quindi, la filiera che può controllare il metano c’è già e non va ad aggravare con ulteriori costi o comitati un sistema già farraginoso?

La filiera produttiva del gas naturale si impegna da tempo nel mettere in campo azioni finalizzate al contenimento delle emissioni di metano. Il contesto istituzionale, preposto al controllo e alla riduzione, è già articolato e organizzato. Gli attori principali sono:

  • Il MASE, con le sue competenze di indirizzo, controllo e coordinamento;
  • l’ISPRA, con il suo ruolo di controllo ambientale, tecnico e di ricerca;
  • l’ARERA per tutto il sistema regolatorio, con la definizione di sistemi incentivanti e di riconoscimento dei costi efficienti;
  • il Comitato Italiano Gas (CIG), in relazione a tutto il sistema della normazione tecnica, assicurando il necessario coordinamento e uniformità con le norme tecniche armonizzate a livello europeo (CEN).

Il nuovo regolamento europeo sul controllo delle emissioni di metano del settore energetico, in corso di prossima approvazione, chiede di individuare per ogni Stato membro le Autorità competenti, preposte ad una serie di funzioni legate alla lotta contro le emissioni di metano. Per l’Italia, tale Autorità potrà, presumibilmente, essere individuata in questo contesto, con molta probabilità nell’ambito del MASE; anche se anche ARERA ed ISPRA potranno svolgere un qualche ruolo.

Il sistema complessivo, pertanto, alla luce del quadro che si sta delineando, non prevederà la costituzione di ulteriori enti/comitati, con relativo aggravio di costi aggiuntivi.

  • Nello specifico quali azioni dovrebbero compiere le diverse istituzioni?

Alla luce di quanto già affermato nella risposta precedente, il quadro delle azioni a carico del sistema istituzionale è già, per grandi linee, definito. L’ARERA organizza il quadro regolatorio e sta valutando il riconoscimento di “costi efficienti” connessi ad investimenti degli operatori per il contenimento delle emissioni. Ha messo a disposizione fondi per progetti pilota per tecnologie sperimentali in grado di ridurre le emissioni di metano. Il MASE coordinerà le azioni necessarie, nel quadro delle disposizioni del nuovo regolamento, e in linea con quanto definito nell’aggiornamento del PNIEC, da presentare entro fine giugno di quest’anno. Il CIG definirà le norme tecniche, armonizzate con quelle del CEN, per le necessarie attività di “leak detection” e di monitoraggio e reporting dei dati. ISPRA, continuerà nell’annuale predisposizione del National Inventory Report (NIR), dedicando una specifica sezione alle emissioni di metano. Inoltre, nel settembre del 2022, anche grazie all’azione e agli stimoli del Tavolo di lavoro, ISPRA ha pubblicato il rapporto: “Il metano nell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra. L’Italia e il Global Methane Pledge”. Il rapporto esamina, per la prima volta in maniera esclusiva, le emissioni di metano connesse ai settori agricoltura, rifiuti ed energia.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.