Il 22 aprile, in occasione della Giornata mondiale della Terra, la Formula E ha pubblicato il report di sostenibilità relativo alla nona stagione del campionato riservato alle monoposto elettriche.
Fra i risultati raggiunti, si segnalano:
- una riduzione del 41 per cento delle emissioni di CO2 per gara rispetto alla quinta stagione;
- una riduzione del 23 per cento delle emissioni di carbonio nel trasporto merci rispetto all’anno precedente, grazie all’ottimizzazione del calendario e all’utilizzo di biocarburanti.
La Formula E leader del Global Sustainability Benchmark in Sports
La Formula E – primo sport al mondo a zero emissioni di carbonio e prima organizzazione sportiva globale a essersi allineata allo standard internazionale PAS 2060 – conquista così, per il secondo anno consecutivo, la vetta del Global Sustainability Benchmark in Sports (GSBS).
10 seasons of net zero. 10 seasons of Formula E 🌎⚡️
This #EarthDay, we are proud to look back at 10 seasons of non-stop, sustainable on-track action 🤩 pic.twitter.com/Cp5HYUdfWC
— Formula E (@FIAFormulaE) April 22, 2024
“Pur avendo solo dieci anni, la Formula E continua a dimostrare che sostenibilità, prestazioni e intrattenimento possono coesistere. Mentre continuiamo a crescere, abbiamo implementato le misure più avanzate e complete a beneficio sia delle persone che del Pianeta, lasciando un’eredità positiva nei mercati in cui gareggiamo”, commenta Julia Pallé, vicepresidente per la sostenibilità.
Un impatto positivo sulle comunità locali e sul Pianeta
Sul fronte della sostenibilità sociale, la Formula E continua a investire nel programma FIA Girls on Track, le cui partecipanti sono aumentate del 140 per cento, e nel Safe & Healthy Environment Fund dell’UNICEF. È anche tra i fondatori dell’iniziativa UNFCCC Sports for Climate Action.
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“Le organizzazioni sportive hanno l’enorme responsabilità di ridurre le proprie emissioni, ma anche di fare leva sulla loro fanbase, sui loro atleti e sulla loro influenza per realizzare un cambiamento positivo e sostenibile che migliori non solo le comunità su cui hanno un impatto, ma anche il mondo in cui viviamo oggi”, conclude la dottoressa Pallé.
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