desertificazione

Il 70% delle aree che non sono ricoperte da ghiacci è stato alterato dall’uomo e le previsioni dicono che, entro il 2050, questa quota può raggiungere il 90%, secondo le stime del Global land outlook.

L’impatto sulla popolazione inoltre è devastante: sono circa 500 milioni le persone che vivono in aree desertificate, come nella fascia del sud del Sahara, dove il 73% delle terre aride coltivabili sono già degradate o completamente desertificate. Anche le zone dell’Asia, del Medio Oriente e del Sudamerica presentano un alto rischio di degrado del suolo, non ne sono immuni nemmeno Stati Uniti e Australia, soggetti a grandi rischi di desertificazione.

La situazione nel bacino del Mediterraneo

Nel bacino del Mediterraneo gli effetti della siccità sono sempre più evidenti, l’Italia presenta tutti i segni di questo degrado sul 28% del territorio, soprattutto a sud dove le condizioni meteo lo rendono sempre più vulnerabile alla desertificazione a causa della perdita di qualità degli habitat, dell’erosione del suolo, della frammentazione del territorio e della densità delle coperture artificiali.  Significativi peggioramenti si registrano anche nelle aree del nord, come in Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.

Ispra, durante il webinar del 14 giugno, in vista della Giornata mondiale indetta dalle Nazioni Unite per la lotta a desertificazione e siccità del prossimo 17 giugno, ha illustrato le azioni messe in campo per il raggiungimento degli obiettivi di “Land degradation neutrality” e i principali risultati della Cop 15 di Abidjan (Costa d’Avorio) dello scorso maggio, a cui hanno preso parte all’interno della delegazione italiana, anche rappresentanti di Ispra.

Le misure da intraprendere

È necessario rafforzare le misure ed invertire il degrado del suolo, per questo a novembre 2021, in collegamento con la Strategia europea per la biodiversità, è stata presentata una articolata Strategia europea per il suolo al 2030, che contiene iniziative concrete per proteggere e ripristinare i suoli e garantire che siano utilizzati in modo sostenibile. Sono stati  inoltre definiti gli obiettivi per i terreni sani entro il 2050 ed azioni entro il 2030.

La Strategia costituisce anche il primo passo verso la definizione di una legge europea per la salute del suolo entro il 2023, per la quale si sono impegnati tutti i 27 Paesi.

Il quadro di riferimento globale è costituito dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione e agli effetti della siccità (UNccd), perfettamente allineato all’Agenda 2030. L’Italia si sta impegnando in modo significativo per raggiungere la Land degradation neutrality.

Alla Cop 15 di Abidjan (Costa d’Avorio) dello scorso maggio 2022, a cui ha preso parte anche Ispra, è stata ribadita l’urgenza di garantire azioni coordinate e di investire per fermare e recuperare il degrado del suolo, è stato inoltre lanciato un appello globale ai governi affinché agiscano per invertire i processi in corso.

Ispra per monitorare il degrado del suolo utilizza tecniche innovative e insieme al Ministero della Transizione ecologica fornisce dei rapporti tecnici alla UNccd sullo stato di attuazione della Convenzione in Italia.

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