EFFICIENZA ENERGETICA IEA
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Il 2020 è stato uno dei peggiori anni di sempre in termini di miglioramento dell’efficienza, poiché la domanda e i prezzi dell’energia sono scesi, ma i progressi in termini di efficienza tecnica sono rallentati e l’attività economica si è spostata dai servizi a minore intensità energetica, come il turismo.

Nel 2021 l’intensità energetica globale, misura chiave dell’efficienza energetica dell’economia, dovrebbe migliorare, cioè diminuire dell’1,9% dopo lo 0,5% del 2020.

Con le interruzioni dovute alla pandemia, che modellano le tendenze energetiche ed economiche globali del 2020 e 2021, non è ancora chiaro se il miglioramento dell’intensità energetica di quest’anno segnerà l’inizio di una ripresa sostenuta. Tuttavia, l’aumento degli investimenti, della spesa pubblica per l’efficienza, i nuovi annunci sulle maggiori ambizioni climatiche e altre misure politiche offrono segnali incoraggianti.

Rispetto ai livelli attuali, il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica deve raddoppiare per eguagliare l’aumento delineato nello scenario Iea “Emissioni nette zero entro al 2050”.

Edilizia: il sostegno delle politiche governative

Le politiche governative dovrebbero spingere gli investimenti in efficienza energetica del 10% nel 2021, fino a quasi 300 miliardi di dollari. Tuttavia, per essere coerenti con i livelli previsti nello scenario Iea “Net zero emissions by 2050”, gli investimenti annuali complessivi dovrebbero triplicare entro il 2030. 

La recente crescita degli investimenti si è concentrata in gran parte nell’Unione europea, ma sono necessarie politiche diffuse per raggiungere gli obiettivi climatici globali. Nel 2020 i programmi di efficienza energetica degli edifici in Ue sono stati rafforzati e gli investimenti nell’edilizia stanno raggiungendo livelli record. 

Norme e regolamenti aggiuntivi, una maggiore spesa pubblica, incentivi, leggi e procedure di pianificazione semplificate, aggiunge l’Iea, possono contribuire ad aumentare gli investimenti e a rendere i progetti di efficienza più attraenti per i finanziamenti privati. 

Per esempio, il mercato dei servizi energetici in Cina, aiutato dagli incentivi fiscali, ha incrementato la diffusione delle tecnologie digitali e si è espanso del 12% nel 2020. 

La spesa in efficienza rappresenta due terzi delle misure governative

La spesa per l’efficienza energetica dei Governi è sbilanciata: sono le economie avanzate a investire maggiormente. Rimane un notevole potenziale per i governi di altri Stati, se solo utilizzassero i pacchetti per la ripresa stanziati per creare posti di lavoro e promuovere la crescita economica.

Come verificato dall’aggiornamento del “Sustainable recovery tracker” della Iea, la spesa destinata all’efficienza energetica costituisce circa due terzi dei complessivi 400 miliardi di dollari l’anno mobilitati dai governi per i prossimi tre anni attraverso le misure per la ripresa. Le misure annunciate, ma che dovevano ancora essere confermate alla fine di ottobre 2021, non sono incluse e possono far aumentare ulteriormente la spesa per l’efficienza.

Aggiungere 4 milioni di posti di lavoro entro il 2030

Nello scenario Iea, l’aumento della spesa per l’adeguamento degli edifici, elettrodomestici più efficienti e altre misure potrebbe triplicare il numero di posti di lavoro entro il 2030. Ciò include molti posti di lavoro nell’edilizia, nell’installazione di sistemi di riscaldamento, raffreddamento e acqua calda sanitaria. Molti di questi posti di lavoro corrispondono a competenze esistenti, ma i Governi possono svolgere un ruolo fondamentale sponsorizzando programmi di formazione per colmare la carenza di competenze. 

Uno sguardo attento sulla catena di approvvigionamento

La ripresa economica nel 2021 ha fatto aumentare la domanda di materie prime, mettendo sotto pressione le catene di approvvigionamento e creando delle carenze per beni e servizi essenziali relativi all’efficienza energetica. Questo ha fatto salire i prezzi di tutto, dai materiali da costruzione di base ai semiconduttori usati nell’elettronica e nei veicoli, ed la mancanza di forniture chiave ha anche rallentato il completamento degli edifici in alcuni Paesi .

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Ad esempio, nel secondo trimestre del 2021 i prezzi del legname negli Stati Uniti erano più alti del 120% rispetto a gennaio 2019, anche se da allora sono scesi. Anche i prezzi dell’acciaio nell’agosto 2021 erano più alti del 60% rispetto al gennaio 2019. Nel Regno Unito un sondaggio svolto tra gli appaltatori ha indicato i vincoli di fornitura per cemento, componenti elettrici, legname, acciaio e vernici. I salari nel settore delle costruzioni sono aumentati del 13% in alcuni mercati, fino a maggio 2021, andando ad aggiungersi ai costi dei progetti.

L’efficienza energetica come soluzione per ridurre le emissioni di CO2

Nello scenario Iea, l’intensità energetica dell’economia globale migliora, cioè diminuisce del 35% entro il 2030. Ciò è dovuto alla combinazione dell’efficienza energetica a misure come l’elettrificazione e il cambiamento dei comportamenti, che permette alla crescita delle fonti di energia pulita di superare la domanda globale di servizi energetici. In questo scenario, l’economia globale cresce del 40% entro il 2030, guidata da popolazioni e livelli di reddito più alti, ma utilizza il 7% in meno di energia.

Nello scenario del prossimo decennio circa l’80% dei guadagni addizionali in termini di efficienza energetica si traduce in un risparmio complessivo netto dei costi per i consumatori, tenuto conto sia del costo iniziale delle misure che dei minori costi operativi. Questo aiuta a ridurre le bollette energetiche e ad attutire gli effetti della volatilità dei prezzi.

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Il ruolo dell’elettrificazione

Nello scenario Iea zero emissioni, l’elettrificazione dei trasporti, del riscaldamento e di molte applicazioni industriali ha come risultato una maggiore efficienza e minori emissioni, ma contribuisce a far aumentare la produzione di elettricità del 40% entro il 2030. Le apparecchiature elettriche sono molto più efficienti delle loro equivalenti a combustibili fossili: le pompe di calore elettriche, per esempio, sono da tre a quattro volte più efficienti e possono essere alimentate da fonti rinnovabili.

Anche i cambiamenti comportamentali sono una componente importante dello scenario: questi includono la regolazione delle temperature per il riscaldamento e il raffreddamento, il cambiamento nelle modalità di trasporto e l’aumento del riciclo.

Il ruolo delle etichette degli elettrodomestici

Più di 120 Paesi hanno implementato o stanno sviluppando standard ed etichette obbligatorie per gli elettrodomestici. Queste politiche di efficienza degli elettrodomestici hanno aiutato a dimezzare il consumo di energia di condizionatori d’aria, frigoriferi, illuminazione, televisori, lavatrici e apparecchi di cottura. Tuttavia occorre del tempo: una volta che i nuovi standard vengono messi in atto, possono trascorrere molti anni prima che l’inefficiente parco esistente venga sostituito. Ciò evidenzia il ruolo che hanno gli incentivi e i programmi di sostituzione per rimuovere più velocemente le apparecchiature vecchie e meno efficienti, specialmente nei paesi con programmi meno maturi.

Oltre 40 pietre miliari sull’efficienza per raggiungere emissioni zero

Esistono almeno 40 pietre miliari sull’efficienza energetica da raggiungere, senza le quali il consumo finale totale di energia sarebbe circa il 30% più alto entro il 2030. La maggior parte di queste incorpora soluzioni tecnologicamente mature che possono essere scalate molto rapidamente. Tra esse, le azioni di efficienza energetica nel settore dell’edilizia forniscono alcuni dei maggiori risparmi energetici fino al 2030. 

Aumentare la quota di edifici esistenti a zero emissioni a circa il 20% entro il 2030, dall’1% odierno, è sicuramente una tappa fondamentale, così come non vendere più caldaie a carbone e petrolio a partire dal 2025. 

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Anche i trasporti dovranno virare verso i combustibili puliti e invece, le vendite di Suv meno efficienti hanno raggiunto più del 40% delle vendite globali nel 2020, mentre i veicoli elettrici sono solo il 5%. 

Solo il consumo di energia industriale cresce entro il 2030 nello scenario net zero, aumentando di circa l’8%, ma anche così si fanno progressi sostanziali nell’efficienza energetica e dei materiali per permettere all’economia globale di produrre: il 9% in più di acciaio, il 21% in più di prodotti chimici e il 5% in più di cemento all’anno.

I programmi di efficienza hanno permesso di evitare un consumo pari alla produzione totale di energia eolica e solare

Un’analisi su nove grandi Paesi, relativa all’anno 2018, che comprende Cina, Stati Uniti ed Unione Europea, mostra che gli standard di efficienza hanno contribuito a far risparmiare circa 1.500 TWh di elettricità in quei Paesi, equivalenti alla generazione totale di quell’anno da eolico e solare. Se un simile miglioramento del 15% fosse stato raggiunto da tutti i Paesi, il consumo di elettricità avrebbe potuto essere ridotto di 3.500 TWh, equivalente al dimezzamento dell’attuale consumo di elettricità della Cina. 

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La rapida diffusione del digitale abiliterà un nuovo livello di efficienza energetica

Nel 2021, lo stock di elettrodomestici, dispositivi e sensori connessi dovrebbe superare il numero di persone sul pianeta. Negli ultimi cinque anni, lo stock di apparecchi, dispositivi e sensori connessi è cresciuto in media di circa il 33% all’anno e si prevede che raggiungerà i 9 miliardi nel 2021. La maggior parte sono dispositivi di misurazione, come i contatori intelligenti. Per esempio, la distribuzione di elettrodomestici intelligenti dovrebbe raddoppiare dal 2020-2021 e il numero di dispositivi di illuminazione intelligente si sta avvicinando al  miliardo.

Questa tendenza aiuta ad aumentare i benefici derivanti dall’efficienza energetica attraverso una migliore misurazione dei consumi e gestione della domanda di energia. È stato dimostrato che i sistemi di gestione dell’energia degli edifici sono in grado di fornire risparmi energetici tra il 20% e il 30%, derivanti dall’installazione di apparecchi che sono più efficienti e offrono un monitoraggio e un controllo migliore dell’uso dell’energia. 

Le strategie digitali

L’innovazione tecnologica sta anche spingendo l’innovazione politica in diversi Paesi, che hanno recentemente lanciato strategie digitali, cercando di affrontare i rischi di un aumento del consumo di energia dei dispositivi, la mancanza di interoperabilità, la sicurezza informatica e l’ineguaglianza sociale dovuta al differente accesso ai servizi digitali. La “Iea digital demand-driven electricity networks initiative” sta fornendo ai governi una piattaforma che consente loro di imparare gli uni dagli altri e applicare le migliori pratiche in queste aree.

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