NOwak Grassi

La tecnologia delle pompe di calore è la prima da utilizzare per il sistema di riscaldamento e raffreddamento, al fine di raggiungere un sistema energetico sostenibile ed intelligente, secondo Thomas Nowak segretario generale dell’European heat pump association nel corso del workshop on line “Le proposte della filiera delle pompe di calore per il Recovery Plan e gli obiettivi 2030 e 2050 dello European Green Deal”, organizzato da Amici della Terra insieme ad Assoclima ieri 28 aprile. La sua applicazione va estesa a tutti i settori: commerciale, industriale, dei grandi edifici e soprattutto residenziale per un Europa completamente decarbonizzata al 2050.

Nel 2020 in Europa, i benefici di un ammontare di 14.8 milioni di pompe di calore installate equivalgono a un risparmio di 203 TWh di energia fossile e un risparmio di 40,6 Mt di CO2.

La strategia europea è la decarbonizzazione e una maggiore elettrificazione, soprattutto alla luce del fatto che l’Europa vuole diventare la prima economia a emissioni zero.

“È una sfida colossale, ma bisogna aumentare l’elettrificazione e cambiare tutti i settori della nostra società” spiega Stefano Grassi, capo di gabinetto del Commissario UE all’energia.

Le pompe ci aiutano a decarbonizzare il consumo termico e sono una tecnologia chiave che combina diversi vantaggi. Come ricordava Nowak, ha molteplici applicazioni, ma potrebbe essere maggiormente percepita rispetto ad altre tecnologie, per questo c’è ancora molta strada da fare”, afferma Grassi.

L’impatto positivo sull’occupazione è innegabile: il comparto manifatturiero ricopre il 36,8%, quello dell’installazione il 29,3%, con più di 165 siti manifatturieri in Europa.

Sulle pompe di calore, quindi secondo Nowak, possiamo costruire il Green Deal Europeo attraverso più energia rinnovabile e più efficienza energetica, la cosidetta Renovation Wave.

La strategia Renovation Wave, letteralmente l’Ondata di ristrutturazioni, è il piano che prevede la riduzione delle emissioni facendo crescere l’economia e la competitività, in questo caso, soprattutto nel settore edile.

Pertanto, quale migliore tecnologia se non le pompe di calore per decarbonizzare riscaldamento e raffreddamento, favorire un rinnovamento energetico profondo, rinnovando 35 milioni di edifici entro il 2030.“Se compariamo le pompe di calore ad altre misure di protezione per il clima, questa è di gran lunga meno cara come investimenti rispetto ad altre tecnologie” conclude Nowak.

Almeno 3/4 del riscaldamento europeo è ancora a gas. L’Olanda ha vietato di usare le caldaie a combustibile fossile, Francia e Finlandia stanno già scommettendo sull’elettrificazione nel settore pubblico.

A Bruxelles, Grassi spiega come si voglia fare un lavoro per costruire un set di incentivi da combinare insieme, sostenendo l’integrazione delle rinnovabili nel settore residenziale e lavorando ad un codice dell’edilizia che contempli dei livelli minimi di rinnovabili. Si lavora su misure specifiche nel settore della climatizzazione per il residenziale. Fondamentale anche l’efficientamento degli edifici pubblici e la trasparenza delle etichette energetiche per il consumatore. Tutto a nostro avviso deve essere sostenuto dagli incentivi con fondi di riqualificazione energetica.

“In Commissione europea, l’Italia ha un partner solido per sostenere e salvaguardare questa filiera”, conclude Grassi.

 

 

 

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Professionista delle Relazioni Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, si occupa di energia e sostenibilità con un occhio di riguardo alla moda sostenibile e ai progetti energetici di cooperazione allo sviluppo. Possiede una solida conoscenza del mondo consumerista a tutto tondo, del quale si è occupata negli ultimi anni.