Economia circolare attenzione al rebound per la transizione green

"Serve una maggiore attenzione alle Pmi nel PNRR per supportarle in questa innovazione di sistema e di governance" il richiamo di Roberto Morabito, ENEA

L’economia circolare viaggia di pari passo con la transizione energetica. Queste due componenti senza una modifica di comportamenti e consumi non possono risollevare le sorti del Pianeta.

Economia circolare attenzione al rebound per la transizione green

E’ quanto sottolinea Riccardo Piunti presidente Conou,  Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, nel corso dell’evento che si è svolto a Roma, oggi 7 marzo presso Spazio Europa, “Il ruolo dell’economia circolare nella politica energetica europea” promosso dal Consorzio e da AIEE, l’Associazione Economisti italiani dell’energia.

L’economia circolare può rappresentare una soluzione ma bisogna raffinarne l’efficacia ed evitare il rebound

L’economia circolare può non essere sempre funzionale per ridurre l’impatto ambientale. Si chiama effetto rebound, rimbalzo.
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E’ un tema da tenere presente, perché non sempre il riuso degli scarti dati da una industria simbiotica, porta a una riduzione dei benefici ambientali dell’economia circolare. Insomma non basta riusare per ridurre le emissioni, è necessario cambiare il meccanismo di domanda, offerta e produzione. Spiega Pierluigi Zerbino ricercatore in economia circolare e innovazione digitale dell’Università di Pisa. “Ad esempio la carta riciclata non può sostituire in tutto la carta nuova. Lo stesso se pensiamo ai cellulari ricondizionati. Chi fa la fila dalle 4 del mattino per un nuovo iphone non la accetterebbe come possibilità. Nonostante questo, l’economia circolare non credo sia una freccia nel nostro arco, ma credo sia l’arco. Per renderla davvero efficace dobbiamo conoscere e controllare l’effetto rimbalzo”.
“Lo stesso riciclo non è semplice” spiega Bruno Cova advisory service & studies director CESI, “spesso sono processi molto energivori. Lo stesso sistema di costruzione non facilita il prelievo dei materiali”.

Città come miniere a cielo aperto grazie al recupero

Elemento centrale della economia circolare è il recupero. Su questo l’Italia vanta diverse eccellenze come mostrano i cinque Consorzi che hanno partecipato alla giornata. Si tratta di CONOU, RICREA, Co.Re.Ve, ERION, Ecopneus

I numeri del 2021 dei cinque consorzi parlano da soli: CONOU ha avviato a rigenerazione oltre il 98% dell’olio usato, con un risparmio sulle importazioni di petrolio di oltre 80 milioni di euro; RICREA ha riciclato 390mila tonnellate di rifiuti di imballaggio in acciaio; Co.Re.Ve, ha recuperato 2.182.858 tonnellate di vetro. Mentre nel 2022 ERION ha raccolto 246.964 tonnellate di REAEE dato che ha permesso di risparmiare oltre 375 milioni di kWh ed Ecopneus che nello stesso anno ha raccolto 231.727 tonnellate di pneumatici fuori uso.

Centrale ora puntare sempre di più sulla qualità e sulla quantità, migliorando la comunicazione al cittadino e la capillarità dei servizi di recupero e sopratutto l’impiantistica nazionale.

Con il riciclo possiamo abbassare a richiesta di produzione di materiale vergine. Azione sempre più necessaria sia per la scarsità delle materie prime sia per i costi che le stesse stanno assumendo, sottolinea Roberto Morabito, direttore dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali ENEA che conclude i lavori. Per questo le città possono essere considerate delle miniere a cielo aperto. Ovviamente non c’è solo il riciclo, ma anche l’abbattimento dei consumi, il riuso, la riparazione e il ripensamento grazie all’eco design per cui si progetta con meno materiale possibile facilitando anche lo smaltimento e il riciclo.

“L’economia circolare è un cambio di paradigma e di modello economico. Credo che in questo nuovo scenario non ci sia un concreto pericolo di rebound. E su questo dobbiamo lavorare concretamente. Ad esempio guardando alle Pmi nel PNRR per supportarle in questa innovazione di sistema e di governance” rimarca Morabito.

Infine sottolinea come la società stia cambiando verso una realtà in cui l’innovazione tecnologica sarà sempre più centrale, per questo è fondamentale conclude Morabito “investire in tecnologia e innovazione. L’Italia finora se l’è cavata con il più basso livello di investimenti in ricerca di Europa. E’ folle pensare che potrà continuare così”.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.