LEaziende agricole italiane stanno abbracciando il percorso evolutivo sulla scia dei nuovi strumenti messi a disposizione dall’innovazione sostenibile. In Italia continua infatti a crescere la superficie coltivata con strumenti di agricoltura 4.0: nel 2021 ha toccato il 6% del totale, il doppio rispetto all’anno precedente. Il boom del mercato si riflette nei numeri, passando dai 540 milioni di euro di fatturato del primo semestre del 2020 a 1,3 miliardi a fine 2020, fino ad arrivare a 1,6 miliardi nel 2021 (+23%). Una crescita guidata dalla spesa per macchine e attrezzature agricole connesse pari al 47% del mercato e in aumento del +17%, seguita da quella per sistemi di monitoraggio e controllo applicabili a mezzi e attrezzature agricole post-vendita (35%).

Sono questi alcuni risultati della ricerca realizzata dall’osservatorio Smart Agrifood della School of management del politecnico di Milano e del laboratorio Rise (Research& innovation for smart enterprises) dell’università degli studi di Brescia, presentata il 15 marzo al convegno Smart agrifood: raccogliamo i frutti dell’innovazione digitale!

Agricoltura e barriere: burocrazia e incentivi

La straordinaria crescita del mercato è trainata dagli incentivi, in particolare dalle agevolazioni dei Programmi di Sviluppo Rurale e dal Piano transizione 4.0: tre quarti delle aziende agricole hanno impiegato almeno un incentivo di agricoltura 4.0 e l’84% sostiene che abbiano avuto un impatto determinante sulle scelte di investimento, consentendo di anticipare le risorse finanziarie (per il 44% delle aziende), di investire in più soluzioni (20%) o in una soluzione più costosa (20%). Anche se non mancano le criticità: su tutti, l’eccesso di burocrazia e incentivi non del tutto mirati alle esigenze delle aziende agricole.

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Fonte: osservatorio Smart Agrifood.

Il 64% delle aziende agricole ha utilizzato nel 2021 almeno una soluzione di agricoltura 4.0 (+4% rispetto al 2020) e oltre quattro su dieci ne ha utilizzate almeno due: in particolare, software gestionali e sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine. La ricerca mostra anche la crescente attenzione verso i sistemi di analisi dei dati e supporto delle decisioni, confermata dal 26% delle aziende agricole che prevede decisi investimenti in questo ambito per il prossimo futuro.

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Fonte: osservatorio Smart Agrifood.

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Il digitale per la tracciabilità alimentare

Tra i fattori che stanno guidando l’innovazione nel settore agroalimentare, emerge con forza la richiesta di una maggiore trasparenza e sicurezza. La tracciabilità è uno degli ambiti in cui le aziende stanno maggiormente utilizzando il digitale, anche per finalità di marketing e comunicazione nei confronti del consumatore finale.

Secondo l’indagine condotta dall’osservatorio Smart Agrifood con focus sui consumatori, oltre metà degli italiani (53%) ricerca sempre o spesso informazioni legate alla tracciabilità del cibo che acquista. Il 35% lo fa ogni tanto e soltanto il 12% non è interessato. Tra le varie informazioni ricercate, c’è molta attenzione per la provenienza geografica tanto che l’italianità del marchio e l’origine della materia prima sono i fattori che maggiormente influenzano l’acquisto di un prodotto rispetto a un altro.

Internet è lo strumento principale che viene utilizzato per risalire alle informazioni di tracciabilità sul prodotto, consultato dal 22% dei consumatori, seguito dalle piattaforme social di terze parti (13%) e dai QR Code (13%) mentre sono ancora poco diffusi strumenti come Nfc e realtà aumentata. Anche se il consumatore è disponibile a ricevere informazioni dettagliate, la ricerca mette tuttavia in risalto che l’utilizzo frequente delle tecnologie digitali per approfondire la propria conoscenza sui prodotti agroalimentari acquistati è ancora piuttosto limitato.

Agrifood e blockchain: la spinta dei soggetti a valle della filiera

Secondo i dati della ricerca, l’agrifood è il quarto settore per adozione delle tecnologia blockchain nei progetti internazionali. In Italia però solo il 6% i consumatori ha già sentito parlare di applicazioni nel settore agroalimentare e ben il 60% non ne ha mai sentito parlare in generale. Tra i consumatori che conoscono la tecnologia, il 45% ha fiducia nelle sue potenzialità per poter garantire maggiore sicurezza dei prodotti alimentari grazie a controlli più efficaci e il 51% ritiene che possa dare accesso a informazioni più affidabili.

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Fonte: osservatorio Smart Agrifood.

Come viene messo in luce, si guarda con interesse alla blockchain soprattutto per obiettivi di marketing e comunicazione (54% dei casi) ma per il 47% anche per una maggiore efficienza nei processi di gestione e coordinamento della supply chain e nel 26% per una supervisione dei processi al fine di migliorare la sostenibilità della filiera. Nel 13% dei progetti, inoltre, si punta a rendere più efficaci ed efficienti le procedure legate al richiamo dei prodotti in caso di criticità.

L’implementazione della blockchain nel settore agrifood continua a essere spinta dai soggetti a valle della filiera, in particolare grandi attori della trasformazione e della distribuzione ma rispetto al passato aumentano i casi in cui sono i produttori di materia prima (agricoltura e allevamento) e di input produttivi a rendersi promotori.

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Startup e finanziamenti: Italia incide meno dell’1%

A livello mondiale continua a crescere il numero delle startup attive in soluzioni smart agrifood così come accresce il volume dei finanziamenti raccolti. Nel 2021 le oltre 750 imprese censite a livello globale hanno totalizzato oltre 15 miliardi di dollari. Oltre il 60% delle startup è distribuito tra Nord America e Europa ma la maggioranza dei finanziamenti è erogata in Asia, in particolare in Cina per la forte diffusione dell’e-commerce.

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Fonte: osservatorio Smart Agrifood.

Un importante ruolo rivestono gli Emirati Arabi, Singapore e Arabia Saudita per l’attenzione alla food security e all’autosufficienza per la produzione di prodotti agroalimentari. L’Italia è tra i primi 10 Paesi per numerosità di startup eppure incide meno dell’1% sui finanziamenti ricevuti.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.