“Ci troviamo in un’epoca irripetibile della storia umana, con un consumo di energia attuale più che raddoppiato rispetto al passato, ma bisogna necessariamente invertire la rotta dato che l’81% dell’energia a livello globale è ancora prodotta da fonti fossili e comporta 34 miliardi di CO2 prodotta”.

Con queste parole ha aperto il convegno online “Energie rinnovabili tra fabbisogno, transizione energetica e competitività industriale” organizzato da Federmanager Bologna, Nicola Armaroli, dirigente Cnr e membro dell’Accademia nazionale delle scienze. 

federmanger convegno

Se realmente vogliamo contenere il surriscaldamento globale entro 1,5 °C, le immissioni vanno ridotte fin da subito e va cambiato il nostro sistema energetico, profondamente inefficiente. Continua Armaroli: “Prendendo in esame quello americano, molto simile a quello europeo, vediamo che il 68% dell’energia immessa nel sistema viene perso e solo il 32% viene utilizzato. Viene perso perché ad esempio i motori a combustione interna sono inefficienti e l’inefficienza si può stimare”.

La situazione italiana 

L’Italia è fortemente basata sul gas, è sostanzialmente la prima fonte di energia, pari al 40% rispetto al 25% europeo.

Le difficoltà per l’impiego dell’idrogeno

“Ogni paese europeo ha un sistema energetico sui generis, dunque è difficile mettersi d’accordo, ci batte solo la Russia in quanto a percentuale”. Sottolinea Armaroli: “Mentre l’uscita dal petrolio sarà più semplice, grazie all’elettrificazione dei trasporti, quella dal gas sarà molto più complicata. Ad oggi, le alternative quali l’idrogeno non sono utilizzabili nell’immediato, ci vorranno almeno dieci anni prima che si sviluppi. Inoltre, pone delle difficoltà oggettive quali: la maggiore infiammabilità rispetto al metano, va maneggiato a -252 °C e questo ha un costo energetico; comprimerlo richiede tre volte più energia; non si può utilizzare la stessa rete del metano, perché le particelle sono più piccole e dunque richiede una rete dedicata, così come i compressori. Infine, mescolare idrogeno e metano è poco sensato perché significherebbe diluire il metano”. 

Certamente, investimenti e ricerca sull’idrogeno vanno portati avanti per avere un vantaggio in futuro.

Anche sul nucleare in Italia, Armaroli si dice scettico con il 94% dei Comuni a rischio idrogeologico, inoltre “se ne parla, ma non si vedono investitori all’orizzonte, né i siti per le scorie”.

Dunque la soluzione è investire nelle rinnovabili e, soprattutto sull’energia solare:La maggior parte della Terra è stipata e inondata di flussi e stock energetici, di cui la maggior parte sono di origine solare diretta e indiretta, e questo messaggio non passa. Certo, le risorse per costruire i pannelli solari o le batterie sono localizzati sulla Terra, come il litio o il cobalto, quindi siamo in balìa di un paradosso: godiamo della migliore qualità di vita al mondo, ma è basata su energie e risorse di altri continenti. Pertanto, l’unica risorsa energetica di cui godiamo abbondantemente in Europa è la radiazione solare”, conclude Armaroli.

Il ruolo degli Enti Pubblici nella transizione energetica: lo strumento dell’Epc

Il direttore Aess – Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile, Piergabriele Andreoli, ha illustrato un utile strumento qual è l’Epc, Energy performance contract, che permette di promuovere la riqualificazione energetica.

È sostanzialmente un tipo di contratto che prevede l’identificazione da parte del committente, in genere un Ente Pubblico, di un edificio o impianto su cui individua un possibile risparmio. Successivamente, attraverso una gara, le Esco vengono invitate a fare delle offerte per gli interventi da realizzare, i quali devono portare ad una percentuale di risparmio rispetto al livello di consumo fornito dall’Ente, che costituisce la base. 

“Il risparmio energetico, dichiara Andreoli, sostiene l’investimento nel tempo, ma possiamo usare altri incentivi come il Por Fesr o il Conto termico. A completamento della parte di investimento, ci sono degli strumenti di sostegno che sono dei fondi, che aiutano a partire con il progetto e così a sostenere anche le spese tecniche. Questo mix di soluzioni aiuta a realizzare i progetti. Stiamo facendo un esperimento a Carpi legato all’idrogeno, che si innesta in un progetto di riqualificazione di una scuola; un altro esempio, dove è stato utilizzato il fondo di assistenza tecnica insieme al Por Fesr per efficientare, è il palazzo di Modena”.

Su Bologna, l’Agenzia ha sviluppato la comunità energetica green Geco, all’interno della quale il Comune può avere un ruolo importante, rendendo favorevoli le norme, facilitando gli attori locali e partecipando attivamente sostenendo la partenza del progetto, oppure ancora può finanziare l’impianto o offrire una garanzia finanziaria per i progetti. Nel caso di Geco, l’amministrazione sta attivamente supportando il progetto.

I progetti in Emilia Romagna di Enel ed Hera

Ad esporre l’attività di Enel in Emilia Romagna, Claudio Fiorentini, responsabile Affari Istituzionali Area nord, che sottolinea come nel breve periodo, l’energia elettrica scalzerà l’uso dei combustibili fossili rapidamente, tanto è vero che: “Ci stiamo concentrando sulla produzione di rinnovabili, a livello globale al 2027 il carbone sarà accantonato, ma anche il gas cesserà di essere utilizzato nel 2040, verrà infatti impiegato solo per la transizione. Sostanzialmente, la nostra convinzione è che il prossimo decennio sarà caratterizzato da un’elettrificazione dei consumi”. 

Per compiere la transizione occorrono investimenti, quelli di Enel si concentrano prevalentemente su rinnovabili e decarbonizzazione, ma anche sulla rete e sugli interventi di telecontrollo e formazione, fino alla mobilità elettrica e alle infrastrutture di ricarica.

Storica è la presenza del Gruppo in Emilia-Romagna, dove è stato definito un importante piano di investimenti incentrato prevalentemente su sviluppo e digitalizzazione delle reti.

Gli interventi sulla rete

“Gli obiettivi dei nostri investimenti, un Piano complessivo di 161 milioni di euro per le rinnovabili e 442 milioni per la rete (per il triennio 2021-2023), sono: aumentare la qualità del servizio, che deve essere totale, ed eliminare i cosiddetti disturbi o cali di tensione, oltre alle interruzioni. Siamo molto impegnati anche nella formazione e sviluppo di competenze adeguate al settore. Abbiamo in corso alcuni interventi sul territorio, come gli impianti fotovoltaici e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, tra cui l’iniziativa “Scelta rinnovabile”, attraverso cui abbiamo proposto alla comunità locale di Poggio Renatico la possibilità di partecipare direttamente all’investimento dell’impianto rinnovabile da 17 MW, realizzato nel proprio Comune. L’iniziativa ha avuto successo ed oltre a far diventare un territorio parte di una progettualità, garantirà la fornitura di energia a più di 8.300 famiglie”.

L’ibridizzazione degli impianti

Enel si sta inoltre concentrando sull’integrazione della attuale produzione a gas con impianti di diversa natura, dunque sistemi di accumulo, ma anche di idrogeno. Obiettivo di questa ibridizzazione è di transitare verso le forme di energia del futuro, come nel caso di La Casella (PC), impianto su cui saranno investiti fino a 200 milioni di euro per un miglioramento sia delle performance tecniche che ambientali. Questo avverrà anche a Porto Corsini per la centrale Teodora.

“Sulla mobilità attraverso Enel X ed Enel X Way abbiamo dei progetti per delle infrastrutture di ricarica, saranno oltre 1.100 punti e ci stiamo focalizzando anche su sistemi veloci e superveloci. Inoltre, stiamo sviluppando delle infrastrutture legate all’illuminazione che utilizzano gli stessi lampioni, ma con la sensoristica”. 

Sulla sostenibilità, Fiorentini conclude: “Ci focalizziamo principalmente su quattro Esgs, ma siamo coinvolti in tutti gli ambiti del cambiamento climatico. Anno per anno, traduciamo il nostro impegno nella sostenibilità in un obiettivo quantificato, come ad esempio nel caso dei nostri fornitori e supply chain. Infatti, li accompagniamo su tutta una serie di interventi ed opportunità, non solo finanziarie, che permettono all’azienda partner di crescere e svilupparsi, creando valore sul territorio. Tra le azioni messe in campo: stiamo partecipando ad un bando Life per valorizzare la località La Casella e stiamo realizzando un nuovo info Point presso l’Isola Serafini”.

Le iniziative del gruppo Hera 

“Il tema della decarbonizzazione ci accompagna da 15 anni”, dichiara Cristian Fabbri, amministratore delegato, Hera Comm Spa, e la sostenibilità viene attuata attraverso le attività sul territorio e le modalità con cui induciamo i clienti a migliorare nella decarbonizzazione dei consumi, grazie all’efficienza energetica. Inoltre, lavoriamo sulla produzione di energia da rinnovabili come teleriscaldamento e biometano. Abbiamo anche una progettualità sull’idrogeno, ma occorre del tempo”. 

“Al fine di ridurre i consumi, continua Fabbri, abbiamo sviluppato partnership con le diverse Confindustrie, ma certamente rimane il tema di produrre la stessa quantità di energia, con meno emissioni. In questi anni, certificati dal Gse attraverso i certificati bianchi, siamo riusciti a produrre 200mila Tep di risparmio energetico. Abbiamo accordi per sviluppare la produzione di idrogeno e ci occupiamo di efficientamento energetico del patrimonio condominiale, installiamo impianti fotovoltaici e a solare termico. Oltre a ciò, supportiamo gli Enti pubblici nella gestione dell’energia e, nell’ultimo triennio, abbiamo realizzato 450 interventi di riqualificazione energetica”.

Il supporto alla decarbonizzazione

Importante anche il supporto sul tema decarbonizzazione ai clienti retail attraverso la sostituzione di caldaie o le offerte green. “Tramite dei report sui consumi, offriamo stimoli e spunti per ridurre quelli dell’abitazione, lo facciamo anche attraverso strumenti di misura e condizionatori o pompe di calore, così da migliorare complessivamente il consumo energetico. Sulle comunità energetiche, manca qualcuno che le sviluppi, stiamo dunque lavorando per supportarle come investitori e fornitori di impianti, anche per quanto riguarda le comunità di aziende”.

Il Gruppo Hera fornisce calore a oltre 90mila appartamenti con un mix energetico rinnovabile e cogenerativo, su cui sta investendo in maniera significativa per sviluppare nuove reti e ampliare la parte geotermica.

La produzione di energia dai rifiuti

Sulla produzione di energia da rifiuti: la differenziata è pari al 70%, con l’organico l’azienda produce biometano, che viene poi utilizzato per il trasporto locale. Prodotti anche 700 GWh annui nei waste to energy del Gruppo ed energia termica per circa 140 GWh.

Gli ostacoli per lo sviluppo dell’idrogeno

Sull’idrogeno Hera sta sviluppando diverse iniziative tramite progetti per le aziende Hard-to-abate, di power to gas e supporta la costituzione di Hydrogen Valley, come ad esempio quella di Modena. 

“Gli ostacoli incontrati, conclude Fabbri, non sono in termini di tecnologia, ma risiedono nella mancanza di regole tecniche e di incentivi che compensino gli elevati costi di produzione dell’idrogeno, anche se dei fondi ad hoc arriveranno con il Pnrr”.

Le politiche per l’energia della Regione Emilia-Romagna

Morena Diazzi, direttore generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa Regione Emilia-Romagna, sulle politiche regionali dichiara:Il quadro normativo ci ha dato tanti obiettivi da raggiungere e noi abbiamo sviluppato come Regione diverse strategie come: il Piano triennale di attuazione del Piano Energetico, la legge regionale sull’economia circolare, il Prit- Piano dei trasporti adottato nel 2021 per raccogliere le sfide dell’idrogeno, il Piano regionale per i rifiuti e le bonifiche delle aree inquinate, nonché due documenti di programmazione regionale”. 

La neutralità carbonica al 2050 è uno degli obiettivi della Regione e, al 2035, le energie rinnovabili raggiungeranno il 100%, obiettivo sfidante ma fattibile se la ricerca andrà avanti senza sosta.

Gli obiettivi del Piano energetico regionale

Il Piano energetico regionale si dà come obiettivi al 2030: di risparmiare il 41% di emissioni, di raggiungere il 47% di risparmio energetico ed una copertura dei consumi finali con il 27% di rinnovabili.

“Per il periodo 2022-2024 sappiamo bene di dover investire in ricerca e formazione, nonché in infrastrutture e transizione energetica delle imprese, ciò sarà possibile grazie ai cospicui fondi del Pnrr, ma anche ai fondi rotativi. Sulla mobilità sostenibile sarà messa una parte dei soldi per acquistare centinaia di autobus, anche a idrogeno. Nel triennio, si investiranno tra gli 8 e i 9 miliardi di euro. Stiamo inoltre lavorando sulle comunità energetiche: un finanziamento regionale ci impone di crearne 70, che sommate a quelle nazionali, arriveranno a 300 comunità complessive. La Regione, tra le sue attività, interverrà con forme di sostegno attraverso l’erogazione di contributi e sistemi finanziari, per promuovere iniziative per la formazione e il potenziamento delle professionalità. Investirà inoltre 530 milioni di euro in ricerca e innovazione, nonché 343 milioni per decarbonizzazione, biodiversità e resilienza”. 

“Infine, tra gli obiettivi che la Regione si è prefissata di raggiungere, ci sono: diffondere il risparmio energetico, far crescere le rinnovabili del 3-3,5%, rendere circolari i processi produttivi, ridisegnare le città e la mobilità pubblica e privata”, conclude Diazzi.

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Professionista delle Relazioni Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, si occupa di energia e sostenibilità con un occhio di riguardo alla moda sostenibile e ai progetti energetici di cooperazione allo sviluppo. Possiede una solida conoscenza del mondo consumerista a tutto tondo, del quale si è occupata negli ultimi anni.