Droni per monitorare l’alveo del Seveso, scovare scarichi inquinanti nel fiume, scattare fotografie georeferenziate e creare un archivio digitale per il sistema informativo territoriale. È l’idea alla base del progetto Seveso Stream, il cui logo richiama la forma del drone e la rosa camuna, da sempre simbolo del territorio lombardo.

seveso stream
Un momento della conferenza di presentazione di Seveso Stream

Il progetto Seveso Stream

L’iniziativa favorirà un censimento più dettagliato degli scarichi inquinanti nel fiume tra le province di Milano, Como, Monza e Brianza. Durerà circa 12 mesi ed entro giugno è previsto l’affidamento dell’incarico all’operatore esterno per eseguire il rilievo, che durerà tra i 4 e i 6 mesi in base alle condizioni meteorologie e alla salute dell’alveo. Seveso Stream rientra nelle iniziative messe in campo da regione Lombardia anche attraverso il progetto di sottobacino del Seveso, strumento a valle del Contratto di Fiume.

Seveso Stream ha ricevuto i finanziamenti della regione Lombardia, pari a oltre 100 mila euro, come detto oggi in sede di presentazione del progetto dall’assessore al Territorio e protezione civile di regione Lombardia, Pietro Foroni e della agenzia interregionale per il fiume Po AIPo, come dichiarato dal direttore Luigi Mille.

Acqua e competenze senza confini

Il progetto ha favorito la messa a sistema delle competenze dei gestori del servizio idrico sul territorio. Coinvolti, e presenti all’evento, i presidenti e amministratori delegati di BrianzAcque, Gruppo Cap e Como Acqua.

Rispettivamente, Enrico Boerci ha evidenziato quanto “la collaborazione rende ancora più prezioso” fare innovazione, parlando di Seveso Stream come “una best practice di cui tutti noi dobbiamo essere orgogliosi”. Alessandro Russo ha sottolineato la decisione di “abbattere i confini amministrativi per fare sinergie sul territorio”, considerato che “l’acqua non si ferma ai confini amministrativi e di servizio”. Enrico Pezzoli, infine, ha detto che “non c’è solo un rapporto di vicinanza, ma ci sentiamo custodi del territorio, che è davvero molto esteso”.

Da “veleno liquido” a meta turistica

“Qualche anno fa il Seveso era veleno liquido”, ha commentato Riccardo Pase, presidente della VI commissione Ambiente e protezione civile del Consiglio regionale della Lombardia. Questa è anche un’occasione per trasformare “una criticità in opportunità, addirittura turistica”. Guardando alle ripercussioni positive sul fronte della sicurezza e della salute, il consigliere regionale Alessandro Corbetta, autore di “diverse audizioni sul tema del risanamento acque”, ha affermato che con “una risoluzione, di cui sono relatore, vogliamo estendere il progetto ad altri fiumi della Lombardia particolarmente complicati e che necessitano di risanamento”. A partire dal Lambro, anche questo di difficile gestione, che “potrebbe recuperare una funzione turistica con opportunità lavorative non di poco conto”.

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