L’università di Bergamo è uno dei quattro casi pilota al Tavolo energia costituito dai ministeri dell’Università e della Transizione ecologica per elaborare linee guida e interventi finalizzati a ridurre i consumi, migliorare le performance energetiche e aumentare la quota di energia autoprodotta da fonti rinnovabili degli atenei italiani.

Al Tavolo, costituito in risposta all’attuale crisi energetica, siedono tecnici del ministeri, energy manager, rettori e direttori generali di università, enti pubblici di ricerca e alta formazione artistica, musicale e coreutica). Il coordinamento è affidato al Prof. Stefano Paleari, consigliere al Mur per l’attuazione del Pnrr.

Su questo tema, Canale Energia ha intervistato il Prof. Giuseppe Franchini, presidente del corso di studio in Ingegneria meccanica all’università di Bergamo e componente del Tavolo energia.

Da quali necessità nasce l’esperienza del Tavolo tecnico?

franchini unibg
Prof. Giuseppe Franchini.

L’esperienza di questo tavolo tecnico rientra tra le azioni che il Governo ha predisposto per far fronte agli scenari di rischio dei prossimi mesi, legati alle incertezze sull’approvvigionamento del gas naturale di importazione.

In particolare, il Tavolo energia nasce dall’esigenza di mappare i consumi energetici degli atenei e degli enti di ricerca e alta formazione italiani per quantificare l’impatto di azioni di razionalizzazione degli usi finali di energia.

Per la peculiarità della sua missione, l’università deve essere un modello trainante per l’intero Paese e deve contribuire alla diffusione della conoscenza verso la sostenibilità ambientale: uno degli obiettivi di questo gruppo di lavoro è proprio quello di promuovere la realizzazione di interventi di risparmio e di efficientamento energetico che siano da esempio per tutta la Pubblica amministrazione e per l’intera cittadinanza.

Dalla ricognizione effettuata sulle università, quali le evidenze emerse?

Innanzitutto, occorre dire che questa è stata la prima occasione per avere un quadro complessivo e articolato dei consumi e dei costi energetici del sistema universitario e dell’alta formazione. È stata sorprendente la percentuale di adesione che si è registrata: l’84% degli atenei statali italiani ha risposto all’invito di raccogliere inbrevissimo tempo e di condividere col Tavolo energia i propri dati relativi ai consumi elettrici, termici e ai relativi costi nel settennio 2015-2021. Questa alta partecipazione è già di per sé un risultato raggiunto ed è sintomo della forte e diffusa percezione del tema energia come di un driver strategico.

Dalla ricognizione effettuata emerge che il consumo medio annuo di energia primaria degli enti mappati ammonta a 161 milioni di metri cubi standard equivalenti di metano, con un tasso di incremento medio dei consumi energetici nel periodo 2015-2021 pari al +19%. Nello stesso arco temporale la quota di autoproduzione (prevalentemente da impianti fotovoltaici) è quadruplicata, attestandosi a un grado di copertura del fabbisogno energetico pari al 2%.

Passando ai costi sostenuti, la bolletta energetica complessiva degli enti mappati ammonta (nel 2021) a ben 250 milioni di euro. Si stima che per l’anno 2022 si possa raggiungere la soglia dei 500 milioni di euro. Per diversi atenei italiani, già ai prezzi attuali, la bolletta energetica incide sui bilanci per una quota superiore al 5% del Fondo di finanziamento ordinario. Ma se si valuta l’incidenza sulla frazione al netto delle spese fisse per il personale, la quota energia arriva a coprire oltre un quarto dei fondi disponibili.

Questi numeri danno una percezione immediata della rilevanza del tema energia e dell’importanza di azioni volte a ridurre i consumi e ad incrementare l’autoproduzione.

In tema di efficientamento energetico e rinnovabili, quali sono le best practice dell’università di Bergamo e quali i prossimi target da raggiungere?

L’università di Bergamo è stata scelta dal Tavolo tecnico tra i quattro casi pilota sui quali sono state condotte analisi comparative di dettaglio. La governance di Unibg ha fatto della sostenibilità, nelle sue molteplici articolazioni, uno dei pilastri del proprio Piano strategico. In tema di efficienza energetica e fonti rinnovabili, la fotografia dello stato attuale vede una quota del 18% del fabbisogno energetico coperta con il teleriscaldamento e il 3.5% dei consumi elettrici coperti da autoproduzione da solare fotovoltaico.

I prossimi target sono:

  1. portare la quota di autoproduzione elettrica in doppia cifra, sfruttando il più possibile le superfici in copertura degli edifici non vincolati per ragioni storico-artistiche e raggiungendo su tali strutture una quota di autoproduzione annuale che permetta di coprire l’intero fabbisogno per la climatizzazione estiva;
  2. sostituire gli impianti obsoleti ed inefficienti;
  3. introdurre in tutti gli edifici sistemi smart di regolazione e controllo degli impianti di illuminazione, riscaldamento e raffrescamento;
  4. promuovere programmi di mobilità e di accessibilità ai campus di Unibg sostenibili.

Partendo dai quattro atenei pilota, quali gli obiettivi del Tavolo tecnico?

L’analisi comparativa dei quattro atenei pilota (Bergamo, Bologna, Cassino e Parma) permetterà di fornire a tutte le università, gli enti di ricerca e di alta formazione italiani una metodologia per effettuare una diagnosi energetica delle proprie sedi e di avere dei valori di benchmark con cui valutare il proprio posizionamento.

Da tale confronto, ogni ateneo potrà individuare i settori di intervento dove sono maggiori i margini di risparmio e di incremento dell’efficienza. A valle di questa analisi, l’obiettivo è di promuovere la redazione di un Piano energetico triennale da parte degli atenei italiani, all’interno del quale far ricadere la progettazione degli interventi di efficientamento e di incremento dell’autoproduzione da fonti rinnovabili.

Il Tavolo tecnico, di concerto col ministero, studierà incentivi ad hoc per stimolare questo processo, anche attraverso il coinvolgimento diretto del personale docente ed amministrativo e di tutta la comunità studentesca.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.