Nel primo trimestre crescono fotovoltaico e idroelettrico mentre frena l’eolico

I dati dell’Osservatorio Fer sui dati Anie rinnovabili

rinnovabiliNei primi tre mesi del 2022 si registra una crescita di 454 MW di nuova potenza installata. Pari a +151% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il fotovoltaico cresce

Prosegue l’incremento del fotovoltaico nel 1° trimestre 2022 con 433 MW di potenza connessa. Il 37% riguarda impianti con potenza inferiore ai 10 kW. Mentre quelle tra 10 kW ed 1 MW rappresentano il 35%. Infine, sopra 1 MW il restante 28%.

Complessivamente sono stati connessi alla rete da gennaio a marzo 2022 quasi 33.000 impianti. Importante notare come tutte le regioni registrano un andamento positivo.

Con una media di 144MW il 1° trimestre 2022 registra una crescita. Sia rispetto ai 51 MW del 1° trimestre 2021 che rispetto ai 94 MW del 4° trimestre 2021.

Anche l’idroelettrico è in ripresa

Aumenta l’idroelettrico nel 1° trimestre 2022 con 10 MW di nuova potenza connessa.

Per quanto riguarda la potenza, solamente un impianto superiore al MW, situato a Torino è stato connesso alla rete. Tutti gli altri impianti installati hanno valori inferiori ad 1 MW.

Per quanto riguarda le variazioni tendenziali rispetto allo scorso anno, nei primi tre mesi del 2022 si è registrato un incremento di potenza installata pari al 53%.

L’eolico frena

L’eolico invece nel 1° trimestre dell’anno in corso registra un andamento in calo, con soli 11 MW di nuova potenza installata. Tutti gli impianti hanno una potenza inferiore a 1 MW.

In diminuzione del 52% nei mesi di gennaio, febbraio e marzo rispetto al 1° trimestre del 2021 il contributo degli 11 MW di eolico distribuito su 33 nuove installazioni.

Complessivamente nel 1° trimestre 2022 le Fer raggiungono un risultato negativo del 15% a causa del forte calo del settore eolico.

Inoltre, nel periodo, a causa della siccità che ha colpito il nostro Paese con conseguente calo della produzione di energia idroelettrica, il fabbisogno elettrico nazionale dato da Fer rappresenta solamente il 30% del totale. Lo scorso anno era pari al 36%.

La burocrazia frena ancora nel rilascio delle autorizzazioni

L’andamento dell’eolico e dell’idroelettrico evidenzia le difficoltà correlate all’ottenimento dei titoli autorizzativi. Per l’idroelettrico, anche dei titoli concessori e l’esigenza di beneficiare di meccanismi di supporto.

Il fotovoltaico, invece, si conferma in crescita. Aiutato dalle detrazioni fiscali per gli impianti di taglia residenziale, alla regolamentazione dell’autoconsumo per gli impianti di taglia industriale e terziario e agli impianti utility scale in market parity.

I bandi sono sottoutilizzati. Pesa anche l’incremento e dei costi e le difficoltà nel reperire i materiali

Analizzando l’esito dell’ bando del DM Fer 2019 risulta, sia per le aste che per i registri, una bassa percentuale di assegnazione dei contingenti messi a disposizione. Pari rispettivamente all’11% e al 23%.

In totale, quindi, su 3.356 MW disponibili il Gse ne ha assegnati 444 MW, pari al 13%, escludendone 20 MW. Quella dell’8° bando è stata la sessione peggiore dopo quella di gennaio 2021.

Gli scarsi esiti dell’8° bando sono da attribuire ad un’esigua partecipazione. Questa, a sua volta, da ricondurre alle ben note criticità degli iter autorizzativi, come emerge dal recente rapporto Regions 2030 del centro studi Elemens con Public affairs advisors.

L’attenzione, però, va posta anche su un altro elemento di criticità: il reperimento dei materiali per la realizzazione degli impianti. Cui va sommato anche l’incremento dei loro costi. La bancabilità di diversi progetti autorizzati, infatti, si basa su progetti con costi differenti da quelli attualmente espressi dal mercato. Questa divergenza dipende dalle lunghe tempistiche autorizzative.

Tali incrementi di costo, oggi, non sono più adeguatamente supportati dalle tariffe incentivanti del DM Fer 2019. Ciò potrebbe spingere i produttori di energia da fonte rinnovabile ad attendere tempi migliori per l’approvvigionamento dei materiali.

Una possibile soluzione

Una soluzione potrebbe essere l’introduzione di un meccanismo di indicizzazione degli Lcoe. Da aggiornare periodicamente. Così da garantire sia lo sviluppo di nuova capacità Fer che il contenimento dei costi per il sistema (la cosiddetta Asos in bolletta) nel momento di discesa degli Lcoe.

In assenza di ciò l’unica strada percorribile per gli investitori è quella di realizzare impianti in market parity.

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.