Il passaggio a un’agricoltura nature-positive

I festeggiamenti per il quarantesimo anniversario di Cereal Docks hanno rappresentato l’occasione per discutere del futuro del sistema agroalimentare italiano.

Mauro Fanin, AD Cereal Docks, agricoltura nature-positive
Mauro Fanin, AD Cereal Docks

“Più che del passato, vogliamo parlare del futuro”. Lo ha dichiarato Mauro Fanin, fondatore e amministratore delegato di Cereal Docks, in occasione dei festeggiamenti per il quarantesimo anniversario del gruppo, che ha ricevuto anche un importante riconoscimento da parte di Confindustria Veneto Est. “Ci definiamo anello di congiunzione che unisce il mondo dell’agricoltura con le industrie alimentari e gli operatori delle bioenergie. Trasformiamo circa tre milioni di materie prime l’anno. Possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo alla tutela della sovranità alimentare di questo Paese”.

Un tema, quello della sicurezza alimentare, di cui si è parlato molto all’evento del 20 ottobre presso il Campus H-Farm, in provincia di Treviso. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha ribadito la necessità di salvaguardare il Made in Italy e, soprattutto, di investire nei giovani e nelle loro idee sostenibili e innovative.

Il ruolo dell’innovazione tecnologica in agricoltura

Guardare a nuovi modelli di sviluppo è fondamentale, dato che la popolazione mondiale sta crescendo, ma le risorse del Pianeta sono sempre più scarse, come ha ricordato Vito Martielli, analista senior di cereali e semi oleosi di Rabobank. Quest’anno, l’Earth Overshoot Day è stato il due agosto. In Italia, è caduto addirittura nel mese di maggio.

agricoltura nature-positive
Vito Martielli, analista di Rabobank

Il consumo di suolo è a livelli altissimi, così come lo spreco alimentare, un fenomeno che bisogna necessariamente combattere per far fronte alle sfide presenti e future, tra cui l’emergenza climatica e le crisi geopolitiche. Un esempio concreto? Se le proteine vegetali – sulle quali il Parlamento europeo si è espresso favorevolmente proprio ieri – arrivassero a soddisfare il 25 per cento della domanda di proteine, risparmieremmo ettari di terreni e riusciremmo a sfamare più persone, in base a uno studio realizzato da Rabobank.

Leggi anche: Carne coltivata, lo stop del governo tutela il consumatore o lo priva della libertà di scelta?

L’agricoltura al servizio della transizione energetica

“È chiaro che il settore agricolo debba fare la propria parte per la transizione energetica ed ecologica dell’Europa”, ha confermato Cristiano Fini, presidente della Confederazione italiana agricoltori (CIA). “Oltre all’agrivoltaico, abbiamo l’opportunità di sviluppare una filiera italiana dei biocarburanti.

Temi su cui c’è apertura da parte del governo. “Siamo in un momento di transizione, in cui la sostenibilità agroalimentare deve andare di pari passo con quella economica e sociale. L’agrivoltaico avanzato è un sistema che è già stato sperimentato e sul quale vogliamo puntare, tant’è che il Decreto Aree Idonee non prevede limitazioni al riguardo”, ha puntualizzato Roberta Toffanin, consigliera del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

MASE
La prima tavola rotonda con l’intervento di Roberta Toffanin, consigliera del Ministro Pichetto Fratin.

L’impatto della crisi climatica

Provocatorio l’intervento di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha commentato come l’agricoltura venga sempre colpevolizzata, pur essendo anche una vittima. Premettiamo che il settore agricolo è responsabile del 13 per cento delle emissioni di gas serra generate dall’economia europea – una percentuale che supera quella relativa al settore dei trasporti – ed è anche uno dei driver della perdita di biodiversità su scala globale.

Leggi anche: La sostenibilità in una bottiglia di vino

È anche vero, però, che gli agricoltori di tutto il mondo sono fra i lavoratori che si trovano a fronteggiare le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici, fra cui la siccità e gli eventi meteorologici estremi. Aggiungiamo infine che le soluzioni, un po’ come ha detto Zaia, possono e devono arrivare dal settore stesso: l’agricoltura rigenerativa, con l’applicazione di specifiche soluzioni basate sulla natura, è un caso di successo.

La ricerca della sostenibilità in chiave ambientale e sociale

Questa tesi vede il sostegno di Paolo De Castro, componente della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale del Parlamento europeo. “I progressi devono essere fatti insieme al mondo agricolo”. Su questo De Castro ha fatto l’esempio dei pesticidi: l’obiettivo, a livello europeo, sembra essere quello di dimezzarne l’uso entro il 2035; gli agricoltori necessitano però di essere accompagnati e sostenuti lungo questo percorso. Ecco perché diventa fondamentale investire nella ricerca, così da trovare soluzioni come le tecniche di evoluzione assistita, secondo De Castro.


L’ENEA, per esempio, sta lavorando alla progettazione di un piccolo robot a controllo remoto per trattare frutta e verdura con raggi ultravioletti: una procedura che ha il potenziale per ridurre del 50 per cento la quantità di pesticidi impiegati e incrementare il valore nutraceutico dei prodotti.

Un altro tema riguarda l’impatto delle specie aliene, che mettono a rischio le nostre coltivazioni. Un caso che dimostra come agricoltura e biodiversità siano strettamente collegate: prevenire la diffusione delle specie invasive può giovare alla natura quanto al sistema produttivo. Non dobbiamo più ragionare a compartimenti stagni, ma puntare piuttosto sul passaggio a un’economia nature-positive.

Print Friendly, PDF & Email

Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.