Giornata nazionale contro lo spreco alimentare: ognuno di noi può fare la differenza

In aumento nel mondo, è in lieve diminuzione in Italia. Il percorso è ancora lungo, ma la strada sembra essere in discesa.

  • Il 5 febbraio è la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare.
  • Un fenomeno che genera il 10 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica.
  • In Italia, è diminuito del 12 per cento: attraverso semplici soluzioni, tutti noi possiamo contribuire a ridurlo ulteriormente.
Spreco alimentare
Dallo spreco alimentare dipende il 10 per cento delle emissioni globali © Marek Studzinski/Unsplash

Fra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, volti a rendere la nostra esistenza sul Pianeta compatibile con il Pianeta stesso, ce ne sono due che riguardano il nostro sistema alimentare. Il secondo che mira alla fine della fame nel mondo e il dodicesimo che invece punta sulla creazione di nuovi modelli di consumo, più rispettosi delle risorse che la Terra è in grado di offrirci.

In vista della Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio, Too Good To Go mette in luce alcuni dati significativi: nonostante prezzi e consapevolezza siano in aumento, negli ultimi due anni la quantità di cibo sprecato nel mondo è passata dal 30 al 40 per cento. Circa 12 miliardi di animali vengono macellati ogni anno senza essere consumati, e sappiamo benissimo che l’allevamento contribuisce ai cambiamenti climatici.

Diminuisce lo spreco in Italia

L’Unione europea, la cui strategia Farm To Fork mira a guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, attualmente getta più cibo di quanto ne importi. Un italiano spreca mediamente 75 grammi di cibo al giorno, più di mezzo chilo a settimana e oltre 27 chili ogni anno. Una quantità in diminuzione del 12 per cento rispetto allo scorso anno, stando al report “Il caso Italia 2023” di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability. Il 26 per cento degli italiani, inoltre, presta attenzione alla riduzione del consumo di carne.

spreco alimentare
Una corretta organizzazione del frigo permette di prolungare la durata degli alimenti © Ello/Unsplash

Dall’organizzazione del frigo all’utilizzo degli avanzi, tutti possono fare la differenza

Ognuno di noi ha il potere di promuovere il cambiamento. I passi più semplici possono consistere in una spesa intelligente, fatta pensando ai pasti dell’intera settimana ed evitando di comprare ingredienti in eccesso. In secondo luogo, è importante conservarli nella maniera corretta: ogni scompartimento del frigorifero presenta una temperatura diversa; per questo, è fondamentale riporre ogni prodotto nello scompartimento più adatto. Un’altra possibilità è quella di cimentarsi nella realizzazione di golose ricette con gli avanzi: basta una semplice ricerca su TikTok per trovare le più divertenti! E non pensate che non serve a nulla, dallo spreco alimentare deriva il 10 per cento delle emissioni globali di CO2.

Ci sono anche app e supermercati che offrono soluzioni alternative

È poi in crescita il numero di persone che scelgono di ricorrere a Too Good To Go. In meno di quattro anni, l’app antisprechi ha contribuito a salvare in Italia più di undici milioni di pasti, coinvolgendo sette milioni di utenti e 25mila esercenti commerciali. Come funziona? L’app consente a ristoratori e commercianti di proporre ogni giorno delle Magic Box, con una selezione a sorpresa di deliziosi prodotti rimasti invenduti a fine giornata. Secondo le stime di Too Good To Go e della FAO, acquistando una Magic Box alla settimana si possono risparmiare fino a 400 euro l’anno ed evitare lo spreco di 52 chili di cibo.

Leggi anche: Lo spreco alimentare ammonta a 620 miliardi di euro

Carrefour Italia, fra i partner di Too Good To Go, promuove anche la vendita scontata al 70 per cento di prodotti oltre termine minimo di conservazione, che differisce dalla data di scadenza. Nel Regno Unito, invece, la catena di supermercati Waitrose ha deciso di rimuovere la dicitura “da consumare entro” da circa 500 prodotti alimentari freschi, fra cui frutta e verdura preconfezionate.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.