Transizione ecologica: svetta con distacco il Trentino Alto Adige

I dati del rapporto curato dall’Istituto di ricerche Ambiente Italia

Trentino Alto Adige prima regione per performance raggiunte nel percorso di transizione ecologica. Seguono, con distacco, Marche e Toscana. Dai target di riduzione delle emissioni di gas serra alla crescita delle rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza energetica fino all’impegno per fronteggiare la crisi climatica. Sono questi alcuni degli indicatori green che hanno permesso di stilare la speciale classifica contenuta nel rapporto sulle regioni italiane e la transizione ecologica, a cura dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia.

transizione ecologica
Foto di Ubaldo Bitumi su Unsplash.

Dall’analisi emerge che Toscana (quinta lo scorso anno), Lombardia (quarta, perde una posizione) e Veneto (quinta, scesa di un grandino) hanno valori molto ravvicinati, ma ben distaccati dalle successive regioni.

Uno sguardo d’insieme sulle regioni italiane: i dati

Il primo posto del Trentino Alto Adige non sorprende per la sua decisa vocazione alla sostenibilità ambientale. Meno scontati il secondo e terzo posto di Marche e Toscana data l’elevata intensità manifatturiera, ma nonostante questo dimostrano una notevole propensione al Green deal. Le due grandi regioni industriali del nord, Lombardia e Veneto, hanno una classifica medio-alta ma non eccellente. Fanno decisamente peggio altre due grandi regioni del nord, Piemonte ed Emilia Romagna, a metà del ranking.

Le regioni che in più del 50% degli indicatori hanno prestazioni migliori della media nazionale sono le Marche (nel 77% dei casi), il Trentino Alto Adige (67%), la Toscana (63%), la Liguria e la Lombardia (nel 57% dei casi), il Veneto e l’Abruzzo (nel 53% dei casi). Le regioni prime in più indicatori sono il Trentino Alto Adige e il Lazio. Quelle che invece si collocano all’ultimo posto in più indicatori sono la Calabria (7 indicatori) e la Liguria (4 indicatori).

Nel sub-ranking dei fattori di impatto ai primi posti vi sono Campania, la Calabria e Lazio. Meglio della media italiana fanno anche Marche, Sicilia, Liguria e Abruzzo. Entità dei consumi, condizioni climatiche e bassa incidenza dell’industria pesante e manifatturiera sono le determinanti per quasi tutti gli indicatori d’impatto. Le regioni ultime per impatto sono Umbria, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Transizione ecologica: efficienza d’uso delle risorse: vince il Lazio

Nel sub-ranking dell’efficienza d’uso delle risorse vince il Lazio seguito dal Trentino Alto Adige e dalla Lombardia. Meglio della media nazionale fanno anche Liguria, Toscana, Marche e Veneto. Le peggiori sono Puglia, Sardegna e Umbria (legate ad una incidenza particolare del settore metallurgico). Nel sub ranking della capacità di risposta e mitigazione, le regioni più virtuose sono Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Marche, seguite a poca distanza da Veneto, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna.

I consumi di materia della Sardegna (sia procapite che per unità di Pil) sono circa 4 volte quelli della regione con i consumi più bassi. I consumi finali procapite di energia dell’Emilia Romagna sono 2,2 volte quelli della Campania. La percentuale di rinnovabili sui consumi finali ha un differenziale di quasi 6 volte (il 53% in Trentino Alto Adige contro il 9% in Liguria). La quota di agricoltura biologica sul territorio agricolo oscilla di quasi 7 volte tra il 38% registrato in Toscana e il 6% registrato in Lombardia.

In particolare, le regioni dell’Italia centrale hanno percorsi più diversificati, anche per la eterogeneità del sistema produttivo. Complessivamente si tratta di regioni che si collocano sopra la media nazionale per impatti procapite e produttività d’uso delle risorse (con l’eccezione dell’Umbria) e anche per capacità di risposta e mitigazione (con la rilevante eccezione del Lazio).

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