Elettrificazione verde della Sardegna
foto Pixabay

Birdies-S, acronimo di “Build the innovative renewable and digitally inclusive electrified Sardinia”, è una ricerca che ha analizzato le prospettive dell’elettrificazione per gli utenti finali in Sardegna, evidenziando i conseguenti benefici ambientali, sociali ed economici.

Lo studio Birdies-S 

Lo studio, realizzato da ricercatori della Fondazione Enel, dell’Università di Cagliari e del Politecnico di Torino, presentato il 6 ottobre scorso, presso l’Università di Cagliari, ha confermato che l’elettrificazione dei consumi finali è fondamentale per la transizione energetica, offrendo al contempo sicurezza energetica e stabilità dei prezzi. 

Potrebbe rappresentare un’enorme opportunità di crescita per l’isola, ma sono necessarie azioni concrete per finanziare gli investimenti iniziali e introdurre l’innovazione in tutti i settori della società.

Lo studio è strutturato in tre fasi:

  • analisi del sistema energetico della Regione Sardegna;
  • definizione di uno scenario di sviluppo della domanda energetica, considerando le specificità del territorio e le prospettive di crescita definite a livello nazionale e internazionale;
  • analisi dei risultati dello scenario di sviluppo proposto e valutazione della sua efficacia in termini di variazione dei consumi energetici, di utilizzo delle fonti rinnovabili, di riduzione delle emissioni nocive e di impatto sociale ed economico (effetti sulla salute e conseguente riduzione della spesa sanitaria).

L’analisi dei diversi fattori

Lo studio è completato da un’analisi di sensibilità che prende in considerazione diversi fattori:

  • l’eliminazione graduale dei combustibili fossili entro il 2030;
  • l’aumento del tasso di ristrutturazione delle abitazioni;
  • le variazioni del prezzo dell’energia elettrica e del gas e le variazioni del mix di prodotti energetici.

Efficienza energetica, un incremento nel ricorso alle fonti rinnovabili e l’elettrificazione diretta o indiretta degli usi finali dell’energia sono le azioni delineate dalle strategie nazionali e internazionali per limitare i cambiamenti climatici, grazie alla riduzione delle emissioni climalteranti, derivanti in primo luogo dall’uso dei combustibili fossili. Ma sono azioni che devono essere sostenibili economicamente e socialmente, valorizzando il territorio senza comprometterlo. 

Dai risultati qualitativi dello studio, emerge come la Sardegna possa accelerare nel suo percorso di decarbonizzazione e raggiungerla anche prima del 2050. 

Le peculiari caratteristiche infrastrutturali della Sardegna

La Sardegna rispetto alle altre regioni è caratterizzata da un’elevata propensione all’utilizzo dell’energia elettrica come principale vettore energetico, grazie anche alla disponibilità di sole e vento in abbondanza. 

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Sono molteplici i benefici che possono derivare dall’elettrificazione verde nella produzione di calore, acqua sanitaria e cucina nel settore residenziale, nell’industria agroalimentare (ad esempio i caseifici) e in tutte le realtà produttive che fanno uso di calore a bassa-media temperatura e nei trasporti.

Una filiera dell’idrogeno verde

Una filiera dell’idrogeno verde è di grande interesse soprattutto nei settori cosiddetti hard-to-abate, abilitata dalle fonti rinnovabili e accompagnata dallo sviluppo di reti digitalizzate e resilienti, può aumentare la valenza ambientale dell’elettrificazione.

Birdie-S ha valutato il mix ottimale del parco di generazione che può portare alla sostanziale autosufficienza energetica dell’isola e alla stabilità dei prezzi dell’energia, grazie alle fonti rinnovabili e ai sistemi di accumulo, con un’occupazione del suolo non superiore allo 0,3% del territorio.

Secondo lo studio, al 2030, circa il 100% dell’energia elettrica sarà prodotta localmente da fonte rinnovabile e coprirà il 95% della domanda di energia elettrica con una piccola esportazione verso la rete nazionale.

L’uso del vettore elettrico in queste condizioni consentirà una maggiore efficienza ed una riduzione dei consumi di combustibili fossili rispetto allo scenario inerziale, basato sul modello energetico attuale stimabile, pari al 25% al 2030 e al 67% al 2050 (scenario cautelativo) e superiore al 79% nell’ipotesi dell’uso dell’idrogeno verde nei settori hard-to-abate, e riduzioni delle emissioni totali di CO2, NOX, SOX e particolato comprese tra il 30% e il 40% al 2030 e tra il 68% e il 77% nel 2050.

Le ricadute occupazionali 

Efficientamento energetico, installazione, gestione e manutenzione delle fonti rinnovabili, inclusa la gestione delle reti intelligenti e dei mercati dei servizi ancillari locali e di sistema, avranno ricadute occupazionali positive stimabili in 54mila unità al 2030 e in 110mila unità al 2050, ottenute considerando anche l’indotto per l’efficientamento del patrimonio costruito.

Lo studio dimostra che l’elettrificazione dei consumi può essere condotta subito, ma per accelerare, bisogna semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili, facilitare gli interventi sulle infrastrutture energetiche, promuovere la gestione della domanda, la diffusione di soluzioni per la flessibilità, supportata da sistemi di accumulo.

La decarbonizzazione dei trasporti

Sul lato dei consumi, per promuovere la decarbonizzazione nei trasporti, si propone una semplificazione delle procedure per la realizzazione di infrastrutture di ricarica, oltre che un’ottimizzazione dei tempi di connessione alla rete e un rafforzamento della collaborazione tra tutti gli attori della mobilità elettrica. Non meno importante, la promozione dell’interoperabilità e l’elettrificazione del trasporto pubblico locale. 

Nell’ambito del settore industriale, va sostenuto il passaggio tecnologico verso soluzioni più efficienti, la creazione di laboratori di trasferimento tecnologico per soluzioni di elettrificazione diretta e indiretta e favorire i sistemi di demand-response.

Per quanto riguarda gli edifici, lo studio propone di eliminare gradualmente le caldaie a combustibile fossile e sostituirle con le pompe di calore e creare, come consiglia anche il Parlamento europeo, uno sportello unico per sostenere i cittadini nel rinnovamento degli edifici. 

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