Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, pubblicato l’elenco delle aree idonee

Gli enti territoriali hanno trenta giorni di tempo per presentare la loro eventuale candidatura.

Deposito nazionale Rifiuti radioattivi, aree idonee
Foto di Kilian Karger su Unsplash

La Carta nazionale delle aree idonee (CNAI), che individua le possibili zone dove realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, è ufficialmente online. La Carta, pubblicata il 13 dicembre sul sito del Ministero dell’Ambiente, è stata elaborata dalla Sogin, la società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari e della gestione delle scorie radioattive in Italia.

Aree idonee, le sei regioni interessate

L’elenco, elaborato in seguito alla consultazione pubblica effettuata dopo la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), individua cinquantuno zone in sei regioni: Basilicata, Lazio, PiemontePuglia, Sardegna e Sicilia.

“Chissà come mai la maggior parte dei Comuni italiani interessati dal documento sono da Roma in giù, oltre che nelle isole maggiori. Viene il sospetto di pensare che il Sud, ancora una volta, venga trattato come vera e propria spazzatura d’Italia”, commenta Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle. “Come M5S ci opporremo fermamente all’atto del Ministero dell’Ambiente, affinché sia scongiurata in futuro la presenza di tali rifiuti pericolosi in Puglia e nel Mezzogiorno d’Italia”.

I prossimi passi

Gli enti territoriali sono chiamati a presentare la propria candidatura entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, indipendentemente dalla presenza nell’elenco delle loro aree di riferimento. Il Ministero si impegna infatti a effettuare, qualora necessario, delle nuove valutazioni territoriali.

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“Le tecnologie nucleari di nuova generazione, oltre a garantire maggiore sicurezza e autonomia energetica, hanno un ruolo importante da svolgere nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e nel futuro ‘mix energetico’ del Paese”. Queste le parole del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso di un question time alla Camera.

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