Nucleare sì o no, la scelta di Francia e Germania guardando all’impatto ambientale del fotovoltaico

La Germania ha spento il nucleare in favore delle energie rinnovabili, mentre la Francia sponsorizza questa fonte energetica. Per capire quale sia l’approccio migliore possiamo guardare ad alcuni dati che ci mostra Roberto Kersevan, ricercatore del CERN di Ginevra nel corso della prima giornata della XV Conferenza sull’efficienza energetica organizzata dagli Amici della Terra.
Ad un primo sguardo sembra che ci sia una proporzione tra i due mix energetici per cui aumentando la produzione da energie rinnovabili la Germania dovrebbe raggiungere la produzione della Francia nel nucleare. Ma scendendo nel dettaglio non è proprio così.
Non è un caso che il mix energetico tedesco non sta registrando il calo di emissioni previsto.

Perché non scendono le emissioni energetiche della Germania

Innanzitutto vedendo l’uso che si fa dell’ energia e i flussi di produzione emerge come in Germania c’è una necessità di consumi maggiore nell’infrasettimanale e che appena scende il sole la produzione energetica cala passando la palla all’eolico. Fonte ad oggi “molto” intermittente.
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Per questo il mix energetico della Germania non vede scendere le emissioni. Un ruolo importante lo svolgono lignite e carbone. Entrambe fonti altamente inquinanti.

Ha senso passare al nucleare?

Quando parliamo di nucleare siamo preoccupati dalla scorie e dal disastro di Fukushima Dai-ichi, ma dimentichiamo che si tratta di una fonte che ha diversi vantaggi: poco consumo di suolo, costruzione delle centrali con materiali facilmente reperibili, efficienza produttiva alta. Come spiega nel video che segue il professore Giuseppe Zollino dell’Università degli studi di Padova.
Resta il tema aperto della gestione delle scorie. Sono certamente molto inferiori rispetto ad altre filiere che abbiamo in atto, ma esistono. E l’Italia ancora aspetta di stabilire dove realizzare il proprio deposito di scorie. Un tempismo che non fa ben sperare.

Quanto inquina il fotovoltaico

Oltre che un tema di scarse risorse e materie prime le fonti energetiche rinnovabili intermittenti devono scontrarsi con un altro importante tema: quanto inquinano?
Di fatto non si sa esattamente, come spiega il ricercatore Enrico Mariutti perché le certificazioni di impatto ambientale del fotovoltaico cinese, le emettono gli stessi produttori della Cina. Una concessione che ad altre fonti energetiche non è mai stata concessa, anzi la validità della certificazione è data proprio dall’essere emessa da un ente terzo.
Infine non è un caso che la tecnologia fotovoltaica è l’ unica in Europa a cui non stati assegnati dei target massimi di emissioni. “Siamo di fronte a una nuova bolla finanziaria” spiega Mariutti. Paragonando la green economy a quanto accaduto nei mutui subprime.
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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.