pesticidi

La proposta della Commissione EU di ridurre del 50% l’uso e il rischio dei pesticidi chimici entro il 2030 punta a riparare l’80% degli habitat europei che versano in cattive condizioni e a riportare la natura in tutti gli ecosistemi, dalle foreste ai terreni agricoli fino agli ecosistemi marini, di acqua dolce e urbani.

In base alla presente proposta, avanzata il 22 giugno, saranno assegnati a tutti gli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in vari ecosistemi, a integrazione delle normative esistenti. L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Pesticidi, dimezzarne l’uso entro il 2030

Analogamente, in base alla proposta della Commissione EU, le nuove norme sui pesticidi chimici ridurranno l’impronta ambientale del sistema alimentare in Europa, proteggeranno la salute e il benessere dei cittadini e dei lavoratori agricoli e contribuiranno ad attenuare le perdite economiche che si stanno già verificando a causa del degrado del suolo e della perdita degli insetti impollinatori dovuti ai pesticidi.

La normativa sul ripristino della natura fisserà obiettivi e obblighi in un’ampia gamma di ecosistemi terrestri e marini. Quelli con il maggiore potenziale di rimozione e stoccaggio del carbonio e di prevenzione o riduzione dell’impatto delle catastrofi naturali (come le inondazioni) rivestono la massima priorità.

La nuova normativa si basa sulla legislazione esistente, ma riguarda tutti gli ecosistemi senza limitarsi alle zone protette della direttiva Habitat e di Natura 2000, con l’obiettivo di avviare il percorso di recupero di tutti gli ecosistemi naturali e seminaturali entro il 2030. Nell’ambito del quadro finanziario pluriennale beneficerà di circa 100 miliardi di euro, destinati alla biodiversità e al suo ripristino.

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Evi (Europa Verde): “Obiettivi annacquati per le torbiere”

Sulla proposta annunciata dalla Commissione EU, si è espressa l’eurodeputata e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Eleonora Evi: “Aspettavamo da tempo una normativa europea più stringente per contrastare la perdita di biodiversità, avendo denunciato l’inammissibile ritardo della revisione della direttiva. Pertanto la proposta di regole chiare per ridurre l’uso dei pesticidi, imponendo agli agricoltori la gestione integrata dei parassiti e vietando i pesticidi nelle città e nelle aree sensibili è senz’altro positiva, così come l’introduzione di obiettivi giuridicamente vincolanti e piani di ripristino obbligatori per gli Stati membri”, ha dichiarato in una nota stampa

Tuttavia, secondo Evi, la proposta di legge lascerebbe ai margini le torbiere i cui obiettivi “sono stati annacquati all’ultimo minuto sotto la pressione dell’industria agricola. Una grave lacuna per il raggiungimento degli obiettivi climatici. È questo il momento di promuovere e sostenere il passaggio a pratiche agricole sostenibili, supportando gli agricoltori nella fase di transizione. Ci batteremo non solo per il ripristino su larga scala delle zone umide, ma anche per costruire un settore agricolo europeo resiliente che lavori non contro la natura, ma come suo alleato”, ha aggiunto nella nota stampa.

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Confagricoltura: “Proposta penalizza imprese agricole”

Da parte sua, Confagricoltura boccia senza mezzi termini la proposta: “Si basa sulla strategia delineata nella comunicazione From Farm to Fork. Una strategia che, secondo tutte le valutazioni indipendenti effettuate, porterà ad una riduzione delle produzioni agricole, ad un aumento delle importazioni e dei prezzi al consumo”, afferma nella nota stampa il presidente, Massimiliano Giansanti.

Il progetto legislativo della Commissione passa ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio: “La Commissione riconosce che ci saranno conseguenze sotto il profilo dei costi di produzione e dei prezzi al consumo che dovrebbero essere compensate con i fondi della Politica agricola comune (Pac)”, prosegue Giansanti, aggiungendo: “Un ulteriore taglio, quindi, alle risorse finanziarie per la competitività e l’efficienza delle imprese agricole che producono per il mercato”.

Come ha spiegato la Commissione, un pacchetto di politiche chiave sosterrà gli agricoltori e altri utilizzatori nella transizione verso sistemi di produzione alimentare più sostenibili, tra cui si annoverano:

  • nuove norme della Politica agricola comune per garantire che gli agricoltori ricevano una compensazione per tutti i costi connessi all’attuazione delle nuove norme per un periodo transitorio di 5 anni;
  • interventi più incisivi per ampliare la gamma di opzioni biologiche e a basso rischio sul mercato;
  • attività di ricerca e sviluppo nell’ambito dei programmi Orizzonte dell’UE a sostegno delle nuove tecnologie e tecniche, compresa l’agricoltura di precisione e un piano d’azione per la produzione biologica, per conseguire gli obiettivi in materia di pesticidi della strategia dal produttore al consumatore.

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