Il futuro della logistica e dell’autotrasporto fra sfide ambientali e tecnologiche

La decarbonizzazione non è l’unica sfida che coinvolge il settore della logistica: ne parliamo con Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council.

  • Il mercato della logistica in Italia è in crescita e la maggior parte delle merci si muove su gomma.
  • Dalla mancanza di autisti alla necessità di ridurre le emissioni, sono molte le questioni sul tavolo.
  • Dal Freight Leaders Council arrivano possibili soluzioni.
logistica e autotrasporto
Foto di Ivan Bandura/Unsplash

Nel 2022, il mercato della logistica in Italia è cresciuto del 2,8 per cento rispetto al 2021, anno in cui aveva già registrato una forte ripresa dei volumi, e ha raggiunto quota 91,8 miliardi di euro. È il dato riportato alla fine dell’anno scorso dall’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano. Il settore dei trasporti e della logistica contribuisce, indicativamente, a un quarto delle emissioni globali di CO2. L’Agenzia europea dell’Ambiente prevede che, entro il 2050, la percentuale aumenterà al 40 per cento, se non verranno adottate soluzioni efficaci.

Il settore dell’autotrasporto in Italia

“Il Freight Leaders Council è un’associazione apartitica, apolitica e indipendente che ha come obiettivo la promozione delle buone pratiche di logistica sostenibile. A differenza delle associazioni di categoria, promuove la sostenibilità nel suo complesso, indipendentemente dalle modalità di trasporto e dagli operatori che lo effettuano”, spiega il presidente Massimo Marciani.

Nel nostro Paese, più dell’85 per cento delle merci si muove su gomma e il 96-98 per cento dei veicoli commerciali è alimentato da combustibili fossili. Prima o poi si effettuerà il passaggio alla guida autonoma; ora come ora, però, in Italia “mancano circa 17mila autisti, cifra che aumenterà con l’invecchiamento della popolazione. Quello del camionista è un lavoro che non viene particolarmente apprezzato dalla società e che costringe le persone a trascorrere molto tempo fuori casa, in mezzo al traffico”, prosegue Marciani.

logistica, autotrasporto
Foto di Jay Huang/Unsplash

Il potenziale dell’elettrificazione dei veicoli commerciali

Se la sostenibilità sociale rappresenta una delle sfide più importanti che il settore deve affrontare, accanto c’è sicuramente la sostenibilità ambientale. E prima di lavorare sulla decarbonizzazione, occorre guardare alle diverse funzioni della logistica. “Abbiamo l’e-commerce, per il quale servono furgoni da 15-35 quintali che si muovono in ambito urbano, entro una distanza mediamente inferiore ai sessanta chilometri, e che potrebbero essere facilmente elettrificati. Su 4,3 milioni di veicoli commerciali attualmente in circolazione, se ne possono elettrificare indicativamente 3,9 milioni. Rimangono 400-500mila mezzi pesanti, per i quali bisognerà pensare a delle alternative, dall’idrogeno al biometano: un’opzione che permetterebbe di alimentare i furgoni utilizzati per la raccolta dei rifiuti a partire dai rifiuti stessi”.

La questione biofuel ed e-fuel

Opzione, quest’ultima, che sembra essere stata esclusa dall’Unione europea: dopo il 2035 saranno ancora ammessi gli e-fuel, ma non i biofuel, stando alle dichiarazioni di Frans Timmermans. “Puntare sui carburanti sintetici solo per mantenere l’impianto del motore endotermico ci renderà dipendenti da chi li produce, quando potremmo valorizzare le opportunità che già abbiamo. Produrre un litro di e-fuel comporta un consumo di acqua e di energia gigantesco, e noi siamo un Paese che ha sempre patito la mancanza di materie prime. Passare all’economia circolare ci consentirebbe di rientrare in gioco. Accanto a vento e sole, anche i rifiuti se ci pensiamo costituiscono una fonte rinnovabile, da cui potremmo produrre l’energia che ci serve per diventare più indipendenti. Per questo, riteniamo che sia indispensabile puntare sul biometano”, chiarisce Marciani.

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La carenza di materie prime e i costi elevati delle stesse rischiano di rappresentare un altro ostacolo lungo il percorso di decarbonizzazione. “Un approvvigionamento limitato provoca un ritardo nella fabbricazione delle batterie, e un eguale ritardo anche su tutti quegli aspetti che riguardano più specificatamente la sostituzione del parco veicolare con dei veicoli nuovi”.

Logistica ed economia circolare

Entro il 2027 entrerà in vigore il nuovo sistema di scambio delle quote di emissione per i settori dell’edilizia e del trasporto stradale (ETS II). Si cominceranno così a contabilizzare, all’interno dei consumi industriali, anche quelli relativi all’approvvigionamento di materie prime e alla distribuzione del prodotto finale – limitando una pratica come la delocalizzazione, che avrebbe costi troppo elevati in termini di CO2. Un’altra soluzione per tagliare le emissioni è la digitalizzazione, dall’utilizzo delle stampanti 3D che riducono lo spostamento delle merci ai sistemi di intelligenza artificiale che suggeriscono ai trasportatori i percorsi ottimali. Senza dimenticare l’economia circolare.

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“Da quel punto di vista, è fondamentale non perdere mai di vista il posizionamento del bene all’interno del ciclo produttivo. E, se ci pensiamo, l’unico soggetto che tocca tutti i passaggi è l’operatore logistico”, conclude Massimo Marciani. “Le aziende stanno investendo molto in questa direzione. Alcune si stanno trasformando in vere e proprie comunità energetiche, così da chiudere il cerchio anche dal punto di vista dell’energia. Inoltre, hanno già cominciato a contabilizzare le emissioni di CO2: all’interno del Freight, abbiamo stretto ormai da anni una partnership con un programma che si chiama Lean & Green e che serve ad accompagnare le aziende di autotrasporto verso un percorso di contabilizzazione dell’anidride carbonica emessa e di decarbonizzazione dei processi che vengono attivati”.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.