E-fuel l’apertura di Timmermans che esclude i biofuel

"La logica dei divieti indebolisce il processo di transizione energetica," il commento di Marta Bucci dg Proxigas a Canale Energia

Bio-fuel no ma e-fuel sì. Sembra questo l’assetto che sta prendendo l’Europa rispetto l’uso dei motori endotermici, quelli cosiddetti tradizionali per gli autoveicoli, stando al tweet di sabato scorso, 25 marzo dall’account di Frans Timmermans.

Una dichiarazione a dir poco sorprendente da un rappresentante dell’Europa della transizione ecologica e circolare come Timmermas. Soprattutto se pensiamo alla disponibilità dei biocarburanti sintetici che è ancora lontana rispetto quella già disponibile su strada del biofuel e ai costi che sono stati stimati.

“Spiace constatare che la Commissione europea non comprende che andare avanti nella logica dei divieti indebolisce il processo di transizione energetica. Escludere delle tecnologie che possono dare un contributo e che soprattutto possono ampliare l’offerta verso i consumatori finali indebolisce il processo di transizione energetica” commenta a Canale Energia Marta Bucci dg Proxigas. “Il consumatore dovrà avere un ruolo centrale. Se non gli si offrono più possibilità per progredire e quindi contribuire al processo di transizione energetica, il processo stesso si indebolisce. Ad esempio potrebbero non scegliere nuove tecnologie e rimanere a utilizzare tecnologie obsolete sicuramente più inquinanti”.

L’accordo che può mettere in difficoltà la filiera italiana

Non c’è ancora chiarezza sulle dimensioni di questo accordo che sembra escludere i carburanti di provenienza dall’economia circolare a favore di quelli realizzati sinteticamente. Si tratta di una scelta tra una materia che deve essere realizzata ex novo, l’e-fuel, e qualcosa che è in uso e che si può produrre anche da scarti dei rifiuti come il biofuel.

Tecnologia su cui l’Italia è già molto avanti anche con impianti in attività. Il nostro Paese è tra i primi produttori di biogas, ad oggi destinati alla produzione di energia elettrica, ma che possono agevolmente essere convertiti in impianti di produzione di biometano.

Il potenziale e i costi del e-fuel

Nonostante ciò da studi del Fraunhofer Institute for Energy Economics and Energy System Technology, anche i carburanti sintetici rappresentano un potenziale importante per la transizione energetica. Secondo uno studio prodotto proprio da loro, al di fuori dell’Europa potrebbero essere prodotti complessivamente 85.000-88.000 TWh di combustibili sintetici neutri dal punto di vista climatico.

Un dato interessante se consideriamo come il consumo globale di energia per trasporto nel 2019 è stato pari a 33.603 TWh. Valori che lasciano intendere come ci sia possibilità di utilizzare eFuels anche in altri settori.

Inoltre rispetto ai costi ovviamente solo un’economia di scala può permettere un abbattimento concreto dei costi degli e-fuel.

e fuel cost
Source: Prognos AG, Fraunhofer UMSICHT and DBFZ (2018): Status and perspectives of liquid energy sources in the Energy transition

Insomma si tratta di una filiera ancora da realizzare, mentre i rifiuti organici ci sono e la loro trasformazione è già realtà. In effetti viene da chiedersi, perché pensare di escludere qualcosa che possa aiutare già oggi concretamente la transizione energetica?

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.