È cominciato il Forum Economico Eurasiatico, punto d’incontro fra due mondi sul futuro dell’unico Pianeta che abbiamo

Il 27 e il 28 ottobre la città di Baku, in Azerbaigian, ospita per la prima volta il Forum Economico Eurasiatico di Verona, in un momento storico particolarmente delicato.

  • La capitale dell’Azerbaigian ospita fino al 28 ottobre il XV Forum Economico Eurasiatico di Verona.
  • È la prima volta che il Forum non si tiene in Italia: con temi come la sicurezza energetica e la cooperazione internazionale sul tavolo, è particolarmente significativo che abbia luogo a cavallo fra l’Asia occidentale e l’Europa orientale.
Forum Economico Eurasiatico 2022, Conoscere Eurasia
Il Baku Convention Center, sede del Forum © Elisabetta Scuri/Canale Energia

È cominciata il 27 ottobre a Baku, in Azerbaigian, la XV edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona. Una città sospesa fra il mar Caspio e i monti del Caucaso, dove gli spazi verdi si fanno largo fra le strade trafficate, percorse una volta l’anno dai piloti di Formula 1. La foschia che avvolge i palazzi ricorda il clima di tensione internazionale che incombe sull’Europa e sull’Asia; in una nazione, l’Azerbaigian, che fa da collegamento fra i due continenti. Fra gli organizzatori di questa occasione d’incontro, c’è l’associazione Conoscere Eurasia. Tante le questioni sul tavolo, a partire da sicurezza energetica e cooperazione internazionale.

“Mi auguro che questo Forum potrà contribuire allo sviluppo degli scambi economici fra l’Azerbaigian e il resto del mondo. Tutto il globo ha dovuto affrontare una pandemia, che ha portato con sé nuove sfide. Il nostro Paese ha dato il suo contributo per la garanzia della sicurezza economica e della sicurezza energetica e ora sta rafforzando i suoi rapporti con le altre nazioni. Stiamo investendo nell’energia verde: il 17 per cento del nostro fabbisogno energetico è coperto da fonti rinnovabili, ma l’obiettivo è arrivare almeno al 30 per cento”, ha dichiarato Sahin Mustafayev, vice primo ministro della Repubblica dell’Azerbaigian, al XV Verona Eurasian Economic Forum.

Forum Economico Eurasiatico di Verona, Baku, Azerbaigian
Sahin Mustafayev, vice primo ministro della Repubblica dell’Azerbaigian © Elisabetta Scuri/Canale Energia

La transizione energetica in Azerbaigian

“È la prima volta che il nostro forum non si tiene a Verona: sono grato alla città di Baku per l’accoglienza che ci ha riservato. Voglio ricordare i partigiani azerbaigiani che hanno contribuito alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. E voglio ricordare che il primo pozzo petrolifero al mondo è stato scavato in questo Paese nel 1837. L’Eurasia gioca tuttora un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del Pianeta, uno sviluppo che sia rispettoso dell’ambiente e delle diversità culturali”. Queste le parole di Antonio Fallico, presidente di Conoscere Eurasia.

Intervista a Manuela Traldi presidente della Camera di Commercio Italia in Arzebaijan

Potremmo dire che l’Azerbaigian incarni le tre fasi della transizione energetica: dal petrolio alle fonti rinnovabili, passando per il gas naturale. Come ha ribadito il WWF in vista della Cop 27, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite che si terrà in Egitto a novembre, soltanto l’abbandono definitivo dei combustibili fossili e il passaggio all’energia pulita potranno garantire la mitigazione dei cambiamenti climatici e la stabilità internazionale.

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Il ruolo dell’India nel panorama energetico mondiale

Hardeep Singh Puri, ministro indiano del petrolio e del gas naturale, e Shri Rajarshi Gupta, direttore di ONGC Videsh, si sono espressi a nome di uno dei più grandi paesi asiatici, l’India: “Consumiamo il 6 per cento dell’energia su scala globale, pur ospitando il 17 per cento della popolazione mondiale. Se cresce il PIL, però, cresce anche la domanda di energia. Consumiamo milioni di barili di petrolio al giorno, ma puntare sull’idrogeno e sulle rinnovabili sarà fondamentale per scongiurare la povertà energetica. Alla Cop 26 abbiamo stabilito l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2070; negli ultimi cinque anni abbiamo già ridotto le nostre emissioni di più del 15 per cento. La transizione energetica non avverrà da un giorno all’altro, ma parallelamente si può investire nella cattura dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera”.

Forum Economico Eurasiatico di Verona, Baku, Conoscere Eurasia
Il Centro Heydar Aliyev a Baku © Elisabetta Scuri/Canale Energia

Un appello per la pace

Secondo Igor Sechin, amministratore delegato di Rosneft, “il mondo sta vivendo una trasformazione profonda, che non dipende solo dal conflitto in Ucraina e della crisi energetica. La multilateralità è l’unica condizione possibile per l’ulteriore sviluppo della civiltà umana”. Multilateralità non è sinonimo di guerra, bensì di pace. Ci ha pensato Romano Prodi, presidente della Fondazione per la Cooperazione mondiale, a lanciare un appello per porre fine alle violenze che hanno spezzato il cuore dell’Europa e dell’Asia.

Soltanto ricucendo i rapporti fra i due continenti sarà possibile lavorare insieme alle sfide più importanti del nostro tempo, dalla transizione ecologica alla lotta contro la crisi climatica, dalla riduzione della povertà energetica al completo rispetto dei diritti umani. “Il futuro è molto più importante del presente”, ha ricordato Prodi. Questo messaggio ci riporta con la mente nelle piazze invase dai giovani esponenti del movimento Fridays for Future, che si battono per ereditare un Pianeta vivibile: quel che possiamo dire con certezza è che non ci sarà un futuro se continueremo a comportarci come se esistesse solo il presente.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.