auto elettrica nichel

Il 2035 sarà l’ultima data utile per produrre veicoli con motore endotermico sia a benzina che diesel. Ma, per realizzare le auto elettriche saranno necessarie le batterie che a loro volta necessiteranno di nuovi materiali, che potrebbero rendere l’Europa ancora una volta dipendente dalle importazioni orientali. Tra di essi, certamente c’è il nichel, fondamentale nella produzione di catodi per le celle delle batterie a litio.

L’incremento della futura domanda di nichel

La domanda di auto elettriche dovrebbe passare dal 10% di tutte le vendite del mercato automobilistico nel 2021 al 40% entro il 2030. Secondo Bloomberg, i risultati del 2022 ottenuti nei diversi Paesi: America 135% in più anno su anno, seguita a ruota da Europa con il +124% e Asia al +94%, porteranno inevitabilmente ad un aumento della domanda di batterie. 

In Asia, l’incremento percentuale della capacità totale della produzione è aumentata del 172%, facendo incrementare la richiesta di nichel del 96% e del cobalto del 95%. 

Dunque, il prezzo del nichel è raddoppiato, a ciò ha contribuito anche il conflitto in Ucraina, dato che la Russia è uno dei principali esportatori e le sanzioni nei suoi confronti hanno inevitabilmente colpito anche questo materiale.

L’impegni di Tesla a ridurne la presenza nelle batterie

Molti produttori di auto elettriche corrono quindi ai ripari per ridurre la presenza di nichel nelle celle delle batterie a base di litio, ferro e fosfato, così da doverne ridurre l’importazione, ma i dati confermano che è ancora necessario. 

Il rapporto pubblicato da Tesla “Impact report” rivela che l’azienda è riuscita a diminuire la propria dipendenza da litio, arrivata attualmente all’1,5% del totale di una batteria, ma la catena di approvvigionamento continuerà a richiedere quantità significative di litio, nichel, cobalto, manganese, ferro, fosfati e molte altre materie prime per il prossimo futuro.

I produttori di batterie che riforniscono le case automobilistiche

I produttori di batterie sono sette, tutti asiatici e detengono il 90% della produzione mondiale e sono: Catl, LG, Panasonic, Samsung, Byd, SK Innovation e Calb.

Il nichel, secondo le stime, ammonta come risorse mondiali a quasi 300 milioni di tonnellate e si trova in alcune isole nel sud est asiatico. L’Indonesia ad oggi detiene il 37% dell’estrazione di nichel e Tesla, alla luce di ciò, ha tentato di assicurarsi questo mercato, ma il governo indonesiano ne ha vietato l’esportazione per incentivare la produzione locale. 

Pare che che Tesla, secondo indiscrezioni della Reuters, ad agosto scorso, avrebbe firmato un contratto da 5 miliardi di dollari con una società di lavorazione del nichel che opera a Morowali, nell’isola di Sulawesi.

In Indonesia, attualmente sono presenti 23 fonderie di cui 21 di proprietà cinese, che quindi ha indiscutibilmente in mano il controllo delle esportazioni di nichel del Paese.

Le mosse dell’Europa

Per stare al passo con gli obiettivi del Green Deal, l’Europa dovrà aumentare del 33% le importazioni di alluminio e del 50% quelle di silicio, a cui va aggiunta la domanda di terre rare.

A parte il problema della sostenibilità dei processi di estrazione, secondo un report di Transport & Environment, l’Europa potrebbe già immettere sul mercato 14 milioni di auto elettriche entro il 2023, prescindendo dalle materie russe e attingendo da quelle di Cile, Canada e Australia. In Europa, al 2030, saranno presenti 17 factory energetiche, di cui otto saranno realizzate in collaborazione con VW Group, Stellantis, Nissan, Volvo e Renault.


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