mobilità elettrica
foto pixabay

Nel 2021, i veicoli elettrici (Bev), compresi gli ibridi hanno costituito il 20% della produzione di autoveicoli leggeri, in crescita rispetto al 12% del 2020. 

Invece, la quota delle auto a benzina e diesel (Ice) è diminuita di 9 punti percentuali, come risulta dal rapporto Bcg “Electric cars are finding their next gear”, che riporta i trend del settore.

Il settore dell’auto elettrica accelera

Diversi sono i fattori che spiegano le ragioni dell’accelerazione dell’elettrificazione dell’auto: innanzitutto, le politiche che limitano l’utilizzo di veicoli a combustibili fossili per ridurre le emissioni del 55%. In secondo luogo, le case automobilistiche si stanno orientando verso i veicoli elettrici, come Toyota e Volkswagen, impegnando 250 miliardi di dollari fino al 2030 in veicoli e batterie. Inoltre, è aumentata la domanda anche grazie agli incentivi e al calo dei costi di proprietà.

Il mercato italiano

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2035, la quota di mercato prevista per le vendite di nuovi veicoli a zero emissioni sarà superiore all’85% del totale, mentre i mild hybrid e Ice (Internal combustion engine vehicles) sfioreranno il 10%, seguiti dai full hybrid con meno del 5%. 

Secondo le stime, la quota di mild hybrid e Ice passerà dal 98% del 2021 a circa il 60,6% nel 2035, mentre i veicoli a zero emissioni dall’1% saliranno a oltre il 27% del totale.

Produzione e tecnologia

Per le case automobilistiche questa riconversione significa aumentare i volumi di produzione e riconvertire i propri modelli di business, aumentando le prestazioni dei motori elettrici e assicurandosi i diritti sulle tecnologie delle batterie.

Gli ostacoli all’elettrificazione

Mentre Cina e Giappone procedono spedite verso i propri obiettivi, sembra difficile che il parco auto americano riesca a trasformarsi abbastanza rapidamente da raggiungere l’obiettivo dichiarato di una riduzione del 50% delle emissioni entro il 2030.

A scoraggiare gli acquirenti e rallentare la crescita del settore potrebbero essere: la scarsità dei metalli necessari per la produzione di batterie elettriche, come litio e nichel, i cui prezzi sono lievitati, e l’insufficienza di stazioni di ricarica.  

Secondo l’analisi di Bcg, negli Usa saranno necessari 1,1 milioni di siti di ricarica pubblici nel 2025 e 2,3 milioni nel 2030 rispetto ai 100mila del 2020.

Davide Di Domenico, managing director e senior partner di Bcg, dichiara: “Le Bev sono ancora le più costose, ma non lo sono necessariamente le ibride né le plug-in. Bisogna inoltre considerare che ormai il total cost of ownership di un veicolo a batteria è inferiore a quello di un’auto con motore a combustione interna. Vero è che oggi i costi dell’elettricità sono alti e sulle batterie incide il prezzo del nickel, ma anche in questo caso si tratta di una parentesi, che secondo noi durerà massimo due anni.”

Le soluzioni per superare le sfide 

I produttori stanno creando siti di ricarica prefabbricati per ridurre i tempi di installazione, i Governi stanno supportando progetti come la ricarica wireless dei VE. Le case automobilistiche e le aziende stanno cercando di aumentare e migliorare la capacità della rete. I produttori di batterie stanno invece formando delle joint venture e investendo in miniere per garantire la sicurezza delle forniture, in modo da ottenere un vantaggio competitivo. 


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