Cosa è successo esattamente nei mercati energetici nell’ultimo anno che ha determinato una crescita dei prezzi di gas ed energia elettrica continua e inarrestabile? Quali scenari si prospettano per questo anno pieno di incognite geopolitiche?

L’analisi di mercato

Simona Soci, manager di Ref-E, società di ricerca e consulenza per i mercati energetici, ha fatto una analisi di mercato del 2021, soffermandosi sui momenti più critici, durante il webinar organizzato da Yem energy dal titolo “Gli effetti della forte volatilità del 2021 sul mercato energetico”.  I prezzi delle commodity hanno visto un rialzo significativo facendo aumentare i costi dell’energia. I prezzi del gas sono stati il driver principale: la domanda cinese post-Covid ha fatto accelerare la crescita della domanda mondiale a cui non è corrisposta una pari crescita dell’offerta. Dunque, il movimento è partito da questa dinamica a cui si sono aggiunti: un’estate calda che ha fatto aumentare la domanda del raffreddamento, in seguito, un acuirsi delle tensioni geopolitiche dopo l’estate, derivanti in parte dalla pressione della Russia per la chiusura del Nord Stream 2, poi la decisione del governo tedesco di non far partire immediatamente l’operatività del gasdotto, ancora posticipato al secondo semestre di quest’anno. Risultato,  la Russia ha mandato meno gas facendo rialzare i prezzi.

A questo scenario si aggiungono: le dinamiche delle commmodity e, un ritorno ai combustibili fossili, quindi all’aumento di richiesta di Ets (sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea). Anche i prezzi della CO2 continueranno a crescere, il tema più caldo è quello delle locazioni gratuite che potrebbe richiedere un pò più di tempo perché partono dalla CO2, ma hanno implicazioni commerciali. La volontà dei regolatori rimane comunque quella di uscire dal carbone, ma rimane una questione di bancabilità delle quote di Ets.

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Il mercato italiano del gas

Il mercato italiano del gas ha presentato delle criticità nel corso di quest’anno, riporta la Soci, ma non tali da giustificare i rialzi visti e l’evoluzione dei prezzi. La domanda è tornata ai livelli prossimi medi storici, dopo la riduzione del 2020, con momenti di maggiore domanda. In particolare, la scorsa primavera, per un prolungarsi delle temperature basse, dunque un inverno più lungo della norma che ha fatto crescere la domanda. Anche la domanda industriale ha ripreso bene, ma riportandosi sui livelli del 2019.

I fondamentali del mercato elettrico in Italia

Pe quanto riguarda i fondamentali del mercato elettrico in Italia, la domanda, come suddetto, si è portata sui livelli precedenti in linea con la ripresa economica. Al mix di generazione da rinnovabili ha contribuito soprattutto l’eolico, mentre la produzione idroelettrica è stata bassa a causa delle condizioni climatiche: non c’è stato lo scioglimento del manto nevoso nei tempi previsti. Si è osservata anche una riduzione delle importazioni di energia nucleare dovuta ai guasti delle centrali nucleari francesi.

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La dinamica di domanda e di prezzo

La dinamica di prezzo e di domanda ha portato i prezzi su livelli molto alti, già a partire dal periodo primaverile ed estivo, momento di immissioni in stoccaggio. Questo ha disincentivato, a partire da luglio, e poi per tutto il periodo di iniezione fino al picco di ottobre, a immissioni inferiori rispetto a quelle storiche, quindi ad un riempimento degli stoccaggi basso. Ciò è avvenuto soprattutto perché c’è stato un annullamento del time spread tra prezzi invernali e prezzi estivi, che quindi ha fortemente disincentivato gli operatori a immettere gas in stoccaggio. 

“Siamo quindi arrivati alla fine del periodo di immissione su livelli più bassi della media e poi l’inverno ha visto prelievi nello standard ma, partendo da livelli più bassi, sono rimaste le scorte su livelli inferiori alla media”, afferma la Soci. “Ciò ha contribuito anche nel periodo invernale a sostenere i prezzi per timore da parte degli operatori di rimanere alla fine della stagione invernale con scorte insufficienti a coprire un eventuale aumento della domanda legato agli abbassamenti delle temperature. Ad esacerbare questo dinamica, l’andamento dei flussi in ingresso in Europa dalla Russia sono progressivamente diminuiti, a partire da ottobre con i flussi da Yamal (penisola della Russia siberiana) che nell’ultimo periodo hanno invertito la loro rotta ed invece di andare dalla Polonia verso la Germania hanno seguito il flusso contrario. Dunque, questo è lo stato del mercato a cui siamo arrivati in questo momento”.

Le diverse variabili del mercato del gas

Per quanto riguarda il mercato del gas, le variabili sono tali per cui ci si aspetta nell’anno in corso una graduale normalizzazione, assumendo che le temperature siano nella media e che il ciclo delle scorte si normalizzerà progressivamente, posto che lo stesso faccia anche l’andamento della curva e quindi ci sia un riallargamento del time spread. 

Il fattore positivo delle importazioni di Lng

In queste ultime settimane, un fattore abbastanza incoraggiante è l’aumento degli arrivi di Gnl in Europa, legato anche ad una regolarizzazione della domanda asiatica. Quest’ultima è rimasta particolarmente alta alla fine dello scorso inverno, quando il continente ha subito due eventi: un inverno anche in Asia più freddo e più lungo della media e la crisi di generazione legata ad una forte riduzione della disponibilità di carbone in Cina, importato dall’Australia. Quest’ultima ha ridotto le importazioni per via del tema diplomatico delle investigazioni australiane sulle origini del Covid-19.

Il mix energetico cinese

Ad oggi, si sta assistendo ad un forte ritorno alla produzione interna di carbone cinese con la riapertura di miniere chiuse precedentemente, per compensare il calo delle importazioni australiane. Perciò, da un lato, il percorso di crescita economica risulta più sostenibile e, dall’altro, un rientro in Asia dell’emergenza approvvigionamento di combustibili fossili. Pertanto, rimarca la Soci, ci si aspetta la stabilizzazione della domanda asiatica sempre in aumento e il ritorno su un percorso di crescita più sostenibile, che quindi porti ad una competizione minore sulle forniture mondiali di gas naturale.

La forte incertezza dei flussi provenienti dalla Russia

Rimane invece un fattore di forte incertezza quello sui flussi di gas provenienti dalla Russia, chiave per il soddisfacimento della domanda europea. Se da un lato ci si attende una normalizzazione dei prezzi, ci si aspetta anche che questa possa essere rallentata dalla tensione europea, che deve risolversi nel momento in cui entrerà in funzione il Nord Stream 2. I flussi provenienti da questa rotta andranno a compensare un eventuale riduzione di quelli da Yamal e dagli altri punti di entrata, ma il tema dell’attivazione del nuovo gasdotto è ancora molto incerta. “Pertanto, riteniamo che il rischio che i prezzi restino tesi sul gas e dunque sul mercato elettrico, sia abbastanza alto, mentre confidiamo che nella seconda metà dell’anno il mercato si normalizzi”, conclude la Soci.

Gli effetti della volatilità sulla filiera

Barbara Brosadola, energy market expert di Bros energy, ha illustrato gli effetti negativi dell’andamento del prezzo del gas, traslato sui prezzi dell’energia elettrica e della conseguente volatilità, sui fornitori e clienti delle forniture.

Infatti, un fornitore di energia, per acquistare le stesse quantità di materia si ritrova a dover pagare maggiori costi di approvvigionamento, dovendo aumentare come conseguenza il fabbisogno di cassa. I fornitori pagano molto prima per il gas naturale, ma i clienti pagano la propria fornitura con un ritardo maggiore, a trenta, sessanta o novanta giorni. In questo momento storico, questo disallineamento ha amplificato lo squilibrio nella cassa, pertanto è aumentata la difficoltà per i fornitori di gestire il portafoglio dei clienti.

Non solo, i fornitori devono offrire delle garanzie a copertura per poter operare e sono dimensionate su quanto si acquista e a quale prezzo. Se il prezzo dell’energia elettrica e del gas aumenta, per lo stesso volume è necessaria una garanzia maggiore. Questo significa che, le necessità finanziarie per poter vendere energia e gas sono aumentate, pertanto i piccoli operatori hanno dovuto aumentare le proprie garanzie e sono aumentati per loro anche i costi di accesso alla finanza.

L’esposizione al rischio dei fornitori 

“È naturale per i fornitori essere esposti a certi rischi, afferma Brosadola, ma in questo contesto, i rischi sono poco accettabili, ad esempio sul rischio prezzo, su cui il fornitore non sarà coperto su tutti i volumi, perché rimarranno dei disallineamenti. Dunque è difficile da sopportare per il fornitore. Ma pericolosi sono anche il rischio credito, il rischio volume e il rischio controparte. Attualmente, i fornitori devono sopportare maggiori costi e maggiori rischi”. 

Le difficoltà dei clienti in fornitura

Anche i clienti oggi devono sopportare maggiori costi di fornitura rispetto ad un anno fa, vedendo subentrare difficoltà economiche e di cassa. Per molti, il costo dell’energia è diventato uno dei costi primari e chi subisce gli aumenti dei costi ha due possibilità: ribaltarli sul prodotto finito oppure, se non riesce in questa operazione, ha un problema di margini o perdite, soprattutto dopo due anni di pandemia. La situazione è piuttosto critica, al punto che alcune aziende hanno scelto di rimanere chiuse pur di non produrre in perdita.

Alcuni fornitori oggi fanno solo forniture a prezzo variabile, il che riduce le opzioni di scelta per i clienti. Anche per il fornitore quindi c’è un risvolto su quella che è l’opzione del cliente. Il cliente può fare fixing (cioè fissare il prezzo di una parte dei volumi o dell’intero profilo di consumo previsto in un determinato periodo futuro alle condizioni economiche del mercato in quel momento) o richiedere un prezzo fisso, che però ha un costo maggiore. Ora, quando il fornitore fissa un prezzo al cliente deve tenere in considerazione dei costi addizionali che vanno ricaricati sul fixing del cliente, tra questi, la copertura finanziaria che gli costa molto più di prima. 

Le aspettative per il resto dell’anno sulla filiera

Brosadola conclude affermando: “Mi aspetto per il resto dell’anno che il numero di operatori possa ridursi perché il mercato è molto complicato e perché la cassa necessaria per operare ha messo in difficoltà le aziende. Inoltre, rimarrà alta la volatilità perché il mercato non si è assestato. La situazione che viviamo fa sì che ci sia sempre più interesse dei clienti a una gestione attiva della fornitura, dunque il rapporto tra fornitore e clienti deve basarsi su un maggiore numero di informazioni per poter compiere scelte consapevoli. Quindi, da quest’anno l’approccio al portfolio management sarà molto diverso”.

Un tool per supportare le aziende

Louison Arnault, business developer di Yem energy, che si occupa di gestione di contratti di gas ed energia elettrica aziendale, consapevole dell’attuale situazione di incertezza che stanno vivendo i clienti, che non hanno più potuto scegliere un prezzo fisso come facevano prima, ha esposto un tool che l’azienda ha messo a punto per aiutarli o aiutare i consulenti a monitorare costantemente i prezzi del gas e dell’energia, reperendo in anticipo le anomalie. Sostanzialmente, questo tool spiega il mercato ai propri clienti e permette loro di ricevere consigli su quando e di quanto fare un fixing. “É molto utile perché viene tutto automatizzato e dunque sulla base di un calendario dinamico si possono fare delle previsioni. Obiettivo del tool è fornire delle risposte molto precise sulle variazioni di prezzo”, conclude.

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Professionista delle Relazioni Esterne, Comunicazione e Ufficio Stampa, si occupa di energia e sostenibilità con un occhio di riguardo alla moda sostenibile e ai progetti energetici di cooperazione allo sviluppo. Possiede una solida conoscenza del mondo consumerista a tutto tondo, del quale si è occupata negli ultimi anni.