Nord Stream 2

I rincari relativi all’energia e, soprattutto al gas, che stanno mettendo in ginocchio le nostre imprese e le famiglie rientrano in un quadro geopolitico complesso composto da diversi attori.

Il gas come arma politica

Come riportato dal Fatto Quotidiano, ieri il direttore esecutivo della Iea (Agenzia internazionale dell’energia), Fatih Birol ha dichiarato che la Russia sta utilizzando il gas come arma politica per le dispute in corso con i Paesi occidentali, riducendo le forniture di gas e facendo così schizzare alle stelle i prezzi. Infatti Gazprom, la compagnia statale russa, ha ridotto del 25% le esportazioni nella seconda metà del 2021, per fare pressione sui Paesi occidentali in merito alle tensioni in corso con l’Ucraina.

Non solo, Putin preme per l’avviamento del gasdotto Nord Stream 2 che farebbe arrivare direttamente il gas alla Germania, ma quest’ultima, come riportato da Ispi (Istituto di politica internazionale) si sarebbe risentita, sospendendone l’approvazione, dopo aver scoperto che la controllata di Gazprom ha sede in Svizzera invece che in Germania. Non appena verrà risolta questa situazione, attraverso l’apertura di una filiale in Germania, il gasdotto inizierà a funzionare, tenendo comunque presente che è già in ritardo di due anni.
In questo modo, prevede l’istituto di geopolitca, gli assi nella manica di Putin diventeranno ben tre, tra Nord Stream 1, Nord Stream 2 e Turk Stream, indebolendo il ruolo dell’Ucraina quale Paese di passaggio del gas verso l’Europa.
Attualmente, la capacità di targa del Nord Stream 1 ammonta a 55 bcm e, dopo l’approvazione del Nord Stream 2, raddoppierà senza passare dall’Ucraina.

Principali rotte di importazione di gas naturale dell'UE
fonte Ispi_Bruegel

Le soluzioni nostrane: tassare gli extra-profitti delle utility

Dopo lo stanziamento complessivo di più di sette miliardi di euro, tra sostegni diretti e indiretti, in Italia la situazione delle imprese, secondo i dati Confindustria, ha visto un incremento del costo dell’energia passato dagli otto miliardi del 2019 ai 20 miliardi del 2021, e si prevede che per il 2022 si arriverà a 37 miliardi.

Ieri, in una conferenza stampa tenutasi a Montecitorio, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, insieme al suo segretario di partito, Matteo Salvini, ha proposto come strategia di tassare i guadagni fatti dalle utility grazie all’aumento dei prezzi del gas. Opinione che sarebbe peraltro condivisa all’interno del governo.
Come riportato da Repubblica, il ministro Giorgetti ha dichiarato: ”Credo che sia opinione condivisa all’interno del governo che gli extra-profitti di coloro che, in relazione a questa situazione del tutto particolare, stanno registrando, debbano in qualche modo contribuire alla fiscalità generale, per permettere di intervenire nei confronti delle categorie più svantaggiate”. E ha aggiunto: “Le modalità le sta studiando il ministero dell’Economia, ma credo che si andrà in questa direzione”.
Per Salvini “l’energia e le bollette saranno l’emergenza nazionale del 2022, che non tutti hanno percepito. Ho chiesto a Draghi entro gennaio uno sforzo in più, soprattutto per le imprese, contro il caro-energia”.

Una soluzione condivisa

Questa posizione è condivisa sia dai Cinquestelle, che l’hanno inserita in un pacchetto di quattro proposte, che da Sinistra italiana, attraverso la posizione espressa dal segretario Fratoianni. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, chiede anche l’azzeramento dell’Iva 2022 sull’aumento delle bollette rispetto ai prezzi medi del 2021, oltre al contributo di solidarietà da parte degli operatori, senza ovviamente aumentare i costi.

La tassa sugli extra-profitti trova anche il favore dell’associazione consumatori Codacons, concorde nell’applicare in una situazione di crisi generalizzata, un prelievo per chi sta guadagnando da questo aumento dei prezzi energetici.

Infine, il presidente del Consiglio Mario Draghi, durante l’ultima conferenza stampa, ha confermato lo stanziamento di 3,5 miliardi in Legge di bilancio e la previsione di altri provvedimenti nei prossimi mesi, consapevole che non possa essere l’unica strada percorribile ma che occorra chiedere a chi ha guadagnato da questo aumento del prezzo del gas di condividere gli extra-profitti.

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