Semplificazione e velocità di realizzazione sono i temi centrali del dibattito nella Giornata mondiale del vento 2020 organizzata dall’Anev, l’Associazione nazionale energia del vento. Semplificazione che insieme all’incentivo all’autoconsumo con parità di oneri, al power reblading e al terreno agricolo per FV sono i temi in agenda nella settimana parlamentare e che il senatore Gianni Girotto evidenzia come centrali per il percorso delle rinnovabili verso la transizione energetica. Se ne è parlato nel corso del web in air dal titolo “Piano nazionale integrato energia e clima. Gli strumenti da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi UE”.

“Una procedura competitiva funziona nel momento in cui la stessa sia realizzata con una capacità superiore all’offerta, mentre avere avuto aste multi tecnologiche non ha premiato”, sottolinea Simone Togni, presidente Anev. “Ci chiediamo se nell’ottica di tutelare il patrimonio paesaggistico e archeologico segua anche una semplificazione di emendamenti degli impianti” che permetta di rispondere alla esigenza di transizione energetica.

La semplificazione sulle rinnovabili è importante “perché abbiamo un iter organizzativo attualmente più lungo di quello che le stesse normative prevedono e in più abbiamo dei limiti tecnologici. Nel corso di due anni la tecnologia cambia e si rischia di utilizzare tecnologie sorpassate”, rimarca l’on. Luca Squeri (FI) X commissione Attività produttive. “Abbiamo un decreto ministeriale che non è ancora uscito”, precisa, che blocca parte delle attività di implementazione delle rinnovabili. Un fatto che, secondo Squeri, in parte è dato dal non avere dei sottosegretari con deleghe specifiche nel comparto i quali non portano avanti con forza determinante i lavori.

L’eolico è una delle tecnologie più promettenti”, interviene l’on. Beneamati, il tema vero è semplificare il quadro normativo, servizi e procedure. Sarà centrale quanto sarà contenuto nel DL Semplificazione, ribadisce Benamati. Inoltre, ricorda l’onorevole, “è importante accompagnare il settore elettrico rinnovabile verso le nuove modalità di lavoro”. Ad esempio citando il tema degli accumuli, “tema finora molto declinato e poco praticato”.

Se il tasso di autorizzazione degli impianti rinnovabili restasse quello del 2018-20 servirebbero 67 anni per raggiungere l’obiettivo del Piano energia clima” G.B. Zorzoli

Una situazione kafkiana”, sottolinea il presidente Togni, in cui per realizzare impianti eolici “ci troviamo ad affrontare un percorso amministrativo che dura in media 5 anni al termine del quale ci troviamo a dover aggiornare la tecnologia e far passare altri 5 anni”.

Se il tasso di autorizzazione degli impianti rinnovabili restasse quello del 2018-20 servirebbero 67 anni per raggiungere l’obiettivo del Piano energia clima” ammonisce Giovan Battista Zorzoli, presidente coordinamento Free, che ricorda come “nel 2022 dovremmo dimostrare di aver realizzato il 18%. Dopodomani! Rischiamo così la prima infrazione con importanti multe e rischiamo di perdere anche fondi next energy!”. Infine Zorzoli sottolinea come “al 2030 in Germania la produzione elettrica da rinnovabili dovrà coprire il 60%. Il nostro Piano nazionale ha come obiettivo il 55%: è una sfida da far tremare i polsi se non si cambia quello di cui abbiamo parlato tutti finora”. Un tema quello della lentezza autorizzativa emersa anche dal Piano Colao alla scheda 29, come ricorda Zorzoli.

Non si può fare tutto “a botte di norma” c’è un problema più amplio che è il “consenso”, vero elemento di arresto dell’implementazione della tecnologia. Per farlo, secondo Luciano Barra capo segreteria tecnica direzione generale per il Mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, serve un consenso “orizzontale” dell’intera PA con un approccio che cerchi di contemperare invece che contrapporre i diversi interessi. La definizione delle “aree idonee” è la prima chiave per agire. Servono progetti condivisi e partecipati dai cittadini, prosegue Barra, per superare l’accettazione locale.

Ma anche certezze operative e di regole, come ricorda Vetrò. Richiamo a un quadro normativo certo colto dal presidente Togni, che ribadisce per il settore la necessità di strumenti chiari ed efficaci e, soprattutto, veloci nella loro efficacia.

Il ruolo dell’eolico nelle aste

I risultati delle prime due aste mostrano che l’eolico è pronto a raccogliere la sfida”, sottolinea Francesco Vetrò, presidente Gse, “che sottolinea anche il lavoro dell’ente avviato già dal 2018 per predisporre procedure ad hoc consentendo a tanti operatori eolici di ammodernare impianti esistenti”.

Importante una regola condivisa rispetto ai vincoli paesaggistici

Ci sono regioni che hanno messo veto all’eolico come la Sicilia”, ricorda Edoardo Zanchini di Legambiente,le sovraintendenze possono agire contro le installazioni di eolico anche se non ci sono vincoli paesaggistici”. Per evitare questo “servono regole di base” che “stabiliscano le accettazioni o meno dei progetti”, sia a terra che per impianti off shore, di cui, ricorda Zanchini, ad oggi sono stati bocciati tutti e sedici i progetti presentati.

Fer 2

Non è mancato il richiamo di Zorzoli alle Fer 2 che ancora aspettano, dal 2017, un decreto ad hoc. Rispetto a tali fonti energetiche, che come sostiene Zorzoli sono le più innovative, risponde Barra con un rimando all’aspetto economico in quanto, ricorda il DG del Mise, sono anche le fonti più costose. Dal punto di vista operativo, se si deve valutare un ulteriore costo in bolletta, sostiene Barra, ci può essere una valutazione diversa. Esprimendo ad esempio le perplessità della geotermia a basse emissioni per cui il tempo impiegato è stato necessario per dei chiarimenti sulla potenzialità dell’impatto ambientale.

FV ed eolico su terreno agricolo

Le rinnovabili su terreno agricolo si sono guadagnate un capitolo a se stante nella giornata del vento. “Il Fer 1 non consente di partecipare a impianti FV istallati su terreni agricoli, abbiamo avviato un tavolo di confronto con le tre associazioni di agricoltori che non hanno espresso obiezioni su questa tecnologia”, ricorda Zorzoli.

Dal fotovoltaico bifacciale, alle comunità energetiche con FV  ed eolico, alla stabilizzazione idrogeologica con coltivazioni adeguate. Un richiamo quello dell’agricoltura e delle rinnovabili che evidentemente chiede maggiore attenzione e una soluzione univoca.

Uno spazio alle bioenergie

Non solo rinnovabili, anche le bioenergie che negli altri stati si aumentano nel mix energetico, in Italia si dimezzano, un elemento che secondo Squeri “ci farà perdere tempo” nella corsa alla transizione energetica.

Rinnovo del consiglio direttivo Anev

Nella giornata odierna l’Anev ha anche eletto il nuovo Consiglio direttivo per il triennio 2020-2023. Di seguito l’elenco dei componenti eletti:

Roberto Aquilini; Nicola De Vizia; Francesco Esposito; Enrico Falck; Klaus Falgiani; Mauro Ferrari; Cecilia Gatti; Mattia Giussani; Luigi Imperato; Massimo Lo Rizzo; Fabio Maresca; Pietro Mauriello; Giacomo Mescia; Claudio Monteforte; Marco Ortu; Roberto Pasqua; Rossella Pasqualicchio; Salvatore Platania; Umberto Preda; Paolo Raia; Felice Santarelli; Simone Togni; Andrea Tolai Bartali; Alessandra Toschi; Gianluca Veneroni.

Il nuovo Consiglio direttivo sarà chiamato a eleggere formalmente al suo interno il presidente e, su proposta di questo, la giunta esecutiva e i vice presidenti che completeranno l’assetto dell’Associazione per i prossimi tre anni.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.