Conferenza delle Regioni

La riduzione della temperatura nelle case e gli altri accorgimenti suggeriti nel Piano di risparmio energetico del Ministero della transizione ecologica potrebbero non essere sufficienti per i condomini, dove il rischio è di una interruzione totale della fornitura. A dichiararlo è l’Associazione Consumerismo No Profit, che sta ricevendo diverse richieste di aiuto dagli amministratori di condominio di tutta Italia.

Il rischio morosità ostacola un’eventuale nuova fornitura

Le quote di riscaldamento possono arrivare a gravare fino a quattro volte rispetto all’anno precedente e, molti condomini non troveranno fornitura sul mercato a causa del rischio morosità, spiega Consumerismo. Infatti, altri gestori chiedono integrazioni delle garanzie fino a 30mila euro per un condominio di 20 appartamenti.

Le nuove garanzie richieste dagli operatori per non dichiarare default

I condomini, secondo l’Associazione, si renderanno conto del dramma energia solo nel momento in cui verrà presentato il consuntivo da parte degli amministratori. Inoltre, gli operatori maggiormente in difficoltà, per non dichiarare il default tecnico, stanno recedendo in anticipo dai contratti sottoscritti con i condomini, ma ancor più grave, stanno richiedendo nuove garanzie. 

“Ci è stato segnalato infatti che per continuare a fornire i clienti condomini, molti gestori stanno comunicando la necessità di integrare le garanzie ritenute insufficienti rispetto al momento della stipula, spiega il presidente Luigi Gabriele. Un caso emblematico è quello di una segnalazione che ci è giunta, dove un operatore ha richiesto una integrazione delle garanzie di 30mila euro, pena l’interruzione della fornitura entro 15 giorni”.

I consigli di Consumerismo rivolti agli amministratori di condominio

Per difendersi dalla situazione in essere, l’Associazione ha stilato dei consigli per gli amministratori di condominio, tra cui:

  • verificare immediatamente i contratti in essere e capire quale sia la scadenza;
  • comunicare ai condomini le eventuali modifiche contrattuali e renderli edotti con urgenza della situazione;
  • individuare eventuali nuovi fornitori sul mercato o valutare il rientro in tutela;
  • promuovere ogni forma possibile di intervento finalizzato al risparmio energetico e alla riduzione del fabbisogno di soprattutto del gas;
  • incentivare i condomini alla riduzione ulteriore rispetto a quanto consigliato dal Governo della temperatura di riscaldamento e della durata di accensione;
  • promuovere forme di autoproduzione e autoconsumo;

“Allertiamo i condomini che sarà difficile in questo momento trovare un nuovo fornitore sul mercato, soprattutto che offra prezzi fissi e vantaggiosi, pertanto è fondamentale optare per la possibilità di facilitare i condomini ad accedere ai bonus gas che, come noto, non sono elargiti dagli operatori ma necessitano di una richiesta da parte degli aventi diritto”, conclude Gabriele.

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