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One health, one earth. Stop food waste. È questo il tema della 9a Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare che, come ogni anno, viene celebrata il 5 febbraio. Gli eventi ufficiali sono promossi dalla campagna Spreco zero di Last minute market con il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e del ministero della Transizione ecologica con Anci e Rai per il sociale.

Sensibilizzare la cultura antispreco

Se a livello generale la pandemia ha ridotto lo spreco alimentare, impattando in maniera positiva sulle nostre abitudini di consumo, i comportamenti virtuosi possono sempre migliorare. Come dimostra l’ultimo rapporto Waste watcher G8, i motivi principali dello spreco di cibo a livello domestico sono da ricondurre per il 44% alla disattenzione per le date di scadenza degli alimenti: il 40% delle famiglie ne acquista quantità abbondanti, oltre il fabbisogno, e il 33% cucina troppo cibo che finisce nella spazzatura.

Da questo punto di vista, l’economia circolare può e deve giocare un ruolo importante nella lotta antispreco. Non è un caso che molte ricette tradizionali italiane si rifanno alla cultura contadina e alla cucina rurale dove il simbolo di molti piatti è proprio il riutilizzo di alimenti avanzati dalla tavola.

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Lotta allo spreco alimentare: dalla gdo al consumatore

La svolta culturale deve partire dal recupero casalingo. La giornata nazionale è dunque occasione per rilanciare l’attenzione sulla prevenzione e la riduzione degli sprechi come strumento per migliorare la salute e tutelare l’ambiente. Non è solo un simbolo di sostenibilità ma si collega anche alla lotta alle povertà e alla fame nel mondo. Secondo il Food waste index report 2021 dell’Unep, il programma delle Nazioni Unite dedicato all’ambiente, sono state generate circa 931 milioni di tonnellate di spreco alimentare, del quale il 61% avviene tra le mura domestiche, il 26% lungo la filiera e il 13% nelle rivendite. Ogni anno, in media, vengono buttati 121 kg di cibo pro capite.

Il messaggio è molto chiaro: occorre agire, come cittadini e consumatori consapevoli, per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo sostenibile dettati dall’Agenda 2030.

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Italiani popolo più virtuoso contro lo spreco

Se nel 2014 un italiano su 2 dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha affermato di cestinare il cibo quotidianamente. Nel 2021 gli italiani si sono dimostrati il popolo più virtuoso del primo Cross country report monitorato su Stati Uniti, Cina, Regno Unito, Canada, Russia, Germania, Spagna e Italia, con uno spreco settimanale medio di 529 grammi di cibo pro capite. Molto però resta ancora da fare per migliorare l’educazione alimentare in un Paese come il nostro che vanta l’iscrizione della Dieta mediterranea nel Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità: il cibo resta in cima agli sprechi per ben il 74% degli italiani.

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