Extreme E, seconda stagione da record per il campionato destinato ai SUV elettrici

Gli organizzatori hanno pubblicato un secondo report di sostenibilità, realizzato con EY.

Extreme E
Foto di Colin McMaster/Extreme E

Denunciare l’impatto dei cambiamenti climatici su alcuni degli ecosistemi più fragili del Pianeta: è questo l’obiettivo di Extreme E, il campionato per SUV elettrici da fuoristrada ideato dallo stesso “papà” della Formula E, Alejandro Agag. A poco più di un mese dall’inizio della terza stagione, gli organizzatori hanno svelato il report di sostenibilità relativo alla seconda, conclusasi nel 2022.

La compensazione delle emissioni

EY ha calcolato che, l’anno scorso, le competizioni hanno generato 9.045 tonnellate di CO2 equivalente, con una media di 1.808,8 per gara: cifra compensata dall’adesione a progetti di riforestazione dell’Amazzonia brasiliana. Inoltre, l’ultima corsa in Uruguay ha impiegato solo energia proveniente da fonti rinnovabili, anche tramite la generazione solare in loco e le celle a combustibile a idrogeno. “Siamo onorati di essere stati nominati partner ufficiali per la sostenibilità di Extreme E”, ha dichiarato Matthew Bell, a capo dell’area dedicata di EY. “I risultati ottenuti finora sono incoraggianti e rappresentano un faro per il progresso in tutti i settori”.

Impatto ambientale Extreme E
Foto di Sam Bagnall/Extreme E

La sostenibilità sociale

Sostenibilità ambientale, ma anche sociale: uno degli obiettivi del campionato è promuovere l’uguaglianza di genere nel mondo degli sport motoristici. Per questo, ciascuna squadra è rappresentata da due piloti, un uomo e una donna. Guardando ai tempi di gara, il divario prestazionale femminile-maschile si è ridotto di un significativo 26 per cento. Cristina Gutiérrez, del team X44 Vida Carbon Racing, ha realizzato i giri più veloci nella finale cilena e nella Crazy Race uruguaiana.

Uno dei team Extreme E
Foto di Sam Bloxham/Extreme E

Le innovazioni di Extreme E

Gli organizzatori di Extreme E sono tra i sostenitori dell’iniziativa Sports for Climate Action dell’UNFCCC, e hanno individuato dodici Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite cui dare il proprio contributo. Oltre a lavorare con le comunità locali per trovare soluzioni alle principali sfide ambientali che interessano i vari territori, c’è l’intenzione di contribuire allo sviluppo di nuove tecnologie per la mobilità sostenibile e non solo.

Leggi anche: La Formula E inaugura una nuova modalità di produzione televisiva

Il veicolo guidato dai piloti è l’Odyssey 21: costruito dalla Spark Racing Technology, ha una potenza di 400 kW ed è in grado di raggiungere i 100 chilometri orari in 4,5 secondi. “Extreme E funge da banco di prova per l’innovazione. Vantiamo la più bassa impronta di carbonio nel motorsport e un pubblico televisivo che è cresciuto del 30 per cento, arrivando a 135 milioni di spettatori durante la scorsa stagione”, ha commentato Alejandro Agag. A fare da sfondo alla prossima tappa del campionato sarà una vecchia miniera di carbone in Scozia, ora destinata a trasformarsi in un impianto idroelettrico a pompaggio.

I progressi della mobilità sostenibile

È proprio vero che le competizioni come Extreme E o Formula E possono da un lato sensibilizzare i consumatori e, dall’altro, spingere le case automobilistiche a migliorare le proprie prestazioni anche su strada, oltre che in pista (e fuoripista). È il caso di Jaguar Land Rover, il cui CEO ha annunciato il 19 aprile che lo stabilimento di Halewood nel Regno Unito diventerà un impianto produttivo per unità interamente elettriche.

Jaguar Land Rover
Foto Jaguar Land Rover

Lì sarà costruito il primo SUV di medie dimensioni di nuova generazione, un modello interamente elettrificato della famiglia Range Rover che verrà lanciato nel 2025. Con l’obiettivo di diventare leader nella produzione di auto elettriche Modern Luxury, l’azienda investirà 15 miliardi di sterline nel giro di cinque anni, potenziando la ricerca nel campo delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale.

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