Energia: con il cambio fornitore il 60% dei contratti analizzati non porta reali vantaggi.

Stretta sul teleselling e interventi per un mercato più vantaggioso e trasparente. Le richieste di Federconsumatori

Cresce la mobilità nella scelta del fornitore di energia elettrica e gas. Si tratta di circa il 25% annuale. Ma questa mobilità non vede il consumatore godere di un reale e concreto vantaggio, sia in termini economici che di condizioni contrattuali.

Stando a una ricerca di Federconsumatori basata sull’analisi comparativa tra il contratto del vecchio fornitore e quello sottoscritto con il nuovo. L’analisi è stata svolta sulla base di contratti siglati dagli utenti nell’ultimo anno, portati in visione presso gli sportelli dell’Associazione su tutto il territorio nazionale.

Contratti telefonici vs contratti in negozio

E’ emerso come la vantaggiosità del nuovo contratto è fortemente condizionata dalla modalità di sottoscrizione.  In media i contratti sottoscritti per via telefonica, finalizzati su input dei venditori, si confermano particolarmente svantaggiosi per i consumatori. La quota di coloro che avranno condizioni economiche peggiori rispetto al mercato di maggior tutale raggiunge addirittura il 41% dei casi.

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Foto di Gregg Jackson da Pixabay

I contratti esaminati sono stati 1243 con una prevalenza di casi nel Nord Italia, dove, statisticamente, la propensione dei consumatori al cambio fornitore è maggiore. La comparazione ha preso in considerazione due parametri: la maggiore o minore convenienza economica e contrattuale del cambio.

Tra i contratti esaminati, quelli sottoscritti a distanza sono il 63,81%, mentre quelli sottoscritti presso lo sportello fisico/punto vendita del venditore sono il 36,19%.

Migliora la situazione per i contratti sottoscritti presso gli sportelli fisici dei fornitori: in questo caso la percentuale di contratti economicamente più convenienti è del 67,18%. Mentre rimane oltre quota 30% il numero di coloro che hanno avuto un peggioramento delle condizioni di prezzo o hanno perso tempo in un inutile cambio (nel dettaglio il 22% ha riscontrato prezzi più alti, circa il 10% non ha avuto alcun vantaggio).

Norme contrattuali vantaggiose o no

Rispetto le norme contrattuali (condizioni di vendita, clausole varie, termini e modalità di pagamento, ecc…) il consumatore vede abbassare le proprie condizioni contrattuali.

“Da questi dati si possono trarre diverse considerazioni: una su tutte riguarda l’ennesima conferma delle pesanti, e a questo punto più che motivate, critiche che da anni muoviamo alle vendite telefoniche e porta a porta dei contratti di energia, che rappresentano per i consumatori un rischio troppo alto senza, nei fatti, portare alcun vantaggio.” chiarisce la nota di Federconsumatori che chiede a “Governo, Parlamento, Arera, AGCOM e AGCM di intervenire urgentemente sul teleselling, con una stretta immediata, al fine di determinare una nuova regolazione restrittiva, più equa e rispettosa dei diritti degli utenti. I dati che emergono dalla presente ricerca e la mole di contenzioso in materia non può che portare alla conclusione che i contratti conclusi telefonicamente, o porta a porta, non agevolano in alcun modo il consumatore, ma anzi creano spesso asimmetria informativa e un pregiudizio in termini economici. Per non parlare dei casi in cui vengono attivati all’insaputa dell’utente”.

Maggiore serietà, trasparenza e responsabilità è chiesta anche alle aziende e infine uno sguardo al prezzo dell’energia che deve “scendere” suggerisce l’associazione “stanziando opportuni fondi per contrastare la povertà energetica (fenomeno in drammatica avanzata) e mettendo in atto una riforma degli oneri di sistema che cancelli oneri non dovuti e sposti sulla fiscalità generale gli incentivi alla transizione”.


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