Vittoria di Greenpeace Italia contro Eni e Politecnico di Torino

Come stabilito dal Consiglio di Stato, l’ateneo dovrà fornire all’organizzazione la documentazione richiesta.

Politecnico_Torino Eni Greenpeace
Il Politecnico di Torino CC BY-SA 3.0, Wikimedia

Prosegue la battaglia Greenpeace ItaliaEni. Lo scorso 6 luglio, il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta dell’organizzazione ambientalista di avere accesso a tutti i contratti fra Eni e il Politecnico di Torino.

Una lunga battaglia legale

Una “sentenza senza precedenti”, secondo i portavoce di Greenpeace, che rappresenta l’ultimo tassello di un lungo processo legale. A marzo 2021, infatti, Greenpeace Italia aveva chiesto l’accesso agli atti in base alla legge 241 del 1990 o con lo strumento del FOIA a tutte le università pubbliche italiane per capire se e quanto Eni influenzasse la ricerca e la didattica dell’università pubblica. Una richiesta cui aveva risposto solo un ateneo su quattro.

Nel mese di aprile del 2022, il TAR del Piemonte aveva ordinato al Politecnico di Torino di consentire all’organizzazione l’accesso alla documentazione richiesta. Eni e l’ateneo, però, avevano poi fatto ricorso contro la sentenza. Riguardo alla quale si è espresso, infine, il Consiglio di Stato: il Politecnico dovrà fornire a Greenpeace Italia la documentazione richiesta entro venti giorni.

Una sentenza senza precedenti, secondo Greenpeace

“Non sarà più possibile, per la Pubblica Amministrazione, limitare l’accesso all’informazione ambientale, affermando che è tale solo quella che riguarda in senso stretto elementi come l’aria, l’atmosfera, l’acqua o il suolo”, spiega l’avvocato Alessandro Gariglio, legale di Greenpeace Italia. “Da questo momento in avanti dovranno essere inserite in questo elenco, ad esempio, anche tematiche come l’energia. Soprattutto, d’ora in poi dovrà essere accessibile a chi ne fa richiesta tutto ciò che, anche in senso più ampio, possa interessare la tematica ambientale”.

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La battaglia non è finita comunque, bensì appena iniziata. Lo scorso 9 maggio l’organizzazione ambientalista, ReCommon e dodici tra cittadine e cittadini italiani hanno deciso di portare Eni in tribunale per chiedere che riduca le sue emissioni secondo quanto dettato dall’Accordo di Parigi sul clima. La prima udienza è prevista per fine novembre.

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