Non stiamo riducendo le emissioni climalteranti abbastanza velocemente

41 dei 42 indicatori valutati nell’ultimo report sullo stato dell’azione per il clima non sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi al 2030.

I governi arrancano nell’attuazione di quasi tutte le strategie di riduzione delle emissioni di gas serra. Dovranno impegnarsi a limitare l’uso del carbone sette volte più rapidamente e a sviluppare il trasporto pubblico sei volte più velocemente, per esempio, se vorranno evitare le conseguenze peggiori della crisi climatica.

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Foto di Marek Piwnicki su Unsplash

A rivelarlo è il report sullo Stato dell’azione per il clima nel 2023, pubblicato il 14 novembre da sei diversi think tank. 41 dei 42 indicatori valutati non sono sulla buona strada per il raggiungimento dei target al 2030: l’unico che ha fatto registrare risultati sufficientemente positivi è quello relativo ai veicoli elettrici, le cui vendite sono aumentate dall’1,6 al 10 per cento nel periodo 2018-2022.

Le azioni da compiere entro la fine del decennio

Per sperare di rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, da qui al 2030, dovremo:

  • chiudere circa 240 centrali a carbone di medie dimensioni all’anno;
  • costruire, ogni anno, l’equivalente di tre sistemi di trasporto pubblico di New York nelle città di tutto il mondo;
  • ridurre il tasso annuale di deforestazione quattro volte più rapidamente;
  • aumentare il tasso di crescita dell’energia eolica e solare dal 14 al 24 per cento annuo;
  • limitare il consumo di carne di ruminanti come bovini e ovini a circa due porzioni a settimana nei Paesi che attualmente hanno consumi elevati, come l’Europa e gli Stati Uniti.

Stop ai finanziamenti per i combustibili fossili

“Nonostante decenni di avvertimenti, i leader politici hanno fallito nell’adozione di politiche climatiche sufficientemente ambiziose. Ora ci restano davvero poche chance di garantire un futuro sostenibile a tutti”, ha spiegato al Guardian Sophie Boehm, ricercatrice del World Resources Institute e principale autrice del report.

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Basti pensare che, nel 2021, i sussidi alle fonti fossili sono quasi raddoppiati e hanno raggiunto, a livello mondiale, l’astronomica cifra di 700 miliardi di dollari. “Non c’è più tempo da perdere. Servono cambiamenti immediati e radicali che arrivino a coinvolgere ogni singolo settore da qui al 2030”, ha concluso Boehm. Grazie al bilancio globale (Global Stocktake) delle emissioni di gas serra, la COP28 di fine mese sarà l’occasione per valutare i risultati degli sforzi compiuti finora, e accelerare la concretizzazione delle strategie di mitigazione del riscaldamento globale.

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