emissioni di CO2
foto Pixabay

Mancano all’appello 110 milioni di tonnellate di CO2 per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni fissato al 2030 e che non verrà raggiunto se non cambiano radicalmente le condizioni in essere.

Compromessa la neutralità carbonica italiana ed europea

L’Italia apporterà il suo contributo alla decarbonizzazione risparmiando 44 milioni di tonnellate di CO2, pari a un quarto di ciò che si sarebbe dovuto ridurre, e compromettendo così la neutralità carbonica al 2050 del nostro Paese e dell’Europa.

Nonostante l’attuale crisi, il percorso sulla decarbonizzazione andrà accelerato e rivisto al rialzo delle cifre, come suggerisce il primo report “Zero carbon policy agenda”, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e presentato oggi 18 ottobre.

Lo studio offre ai policy maker una possibile agenda di interventi a lungo termine emersi dal confronto con i diversi partner dell’Osservatorio e con i principali operatori di mercato, oltre che dalla collaborazione con Adl Consulting.

“Se siamo così lontani dai target”, commenta Davide Chiaroni, vicedirettore dell’Energy & Strategy, “è anche perché non siamo stati in grado di affrontare il tema con sufficiente trasversalità: sono almeno sei le aree di intervento che ci permetterebbero, e ci hanno finora permesso, di ridurre le emissioni e riguardano: la produzione di energia rinnovabile, l’adeguamento delle infrastrutture di rete, l’efficientamento energetico, la mobilità sostenibile, lo sviluppo di configurazioni efficienti (energy communities) e l’adozione del paradigma di economia circolare”. 

Chiaroni sottolinea che lungo ciascuno di questi pilastri, in Italia, ci si è già mossi, ma senza una visione sinergica e una sufficiente rapidità, nonostante gli investimenti, pari a circa 17 miliardi nell’ultimo anno e gli interventi di natura normativa che però non identificano target chiari per tutti i pilastri. “E la crisi ha aumentato la consapevolezza dell’urgenza, ma ponendo l’attenzione sul breve termine a discapito dei temi chiave e di più ampio respiro”. 

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Gli investimenti italiani in decarbonizzazione nell’ultimo anno

Dal 1990 ad oggi, in Europa le emissioni sono diminuite del 26% e negli ultimi anni la curva di riduzione è scesa più ripidamente: – 21% rispetto ai livelli del 2005. Il 2005 è stato l’anno con le maggiori emissioni dal 1990, ben 591 MtCO2eq emesse in atmosfera, e il calo complessivo si è fermato al 20%, sei punti percentuali in meno.

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I trasporti su strada e la produzione di energia e calore da soli contribuiscono al 47% delle emissioni di CO2 in Italia. Ciò comporta uno sforzo significativo se si vuole giungere alla riduzione del 55% delle emissioni al 2030, si tratta di 184 MtCO2eq da eliminare in questi settori in otto anni, mentre finora in più del doppio del tempo ne sono state eliminate 172 MtCO2eq.

L’analisi degli scenari

Facendo riferimento al Bau (Business as usual), uno scenario che valuta un’azione normativa che sia in continuità con quanto fatto finora, si è calcolato pilastro per pilastro il differenziale tra il target fissato e l’obiettivo ragionevolmente raggiungibile. 

Da qui al 2030, ci si attende un miglioramento delle prestazioni di ciascun settore, che vedrà una riduzione delle emissioni grazie all’incremento della potenza installata da fonti rinnovabili, restando a 23 MtCO2 di distanza dall’obiettivo. Fotovoltaico ed eolico dovrebbero raggiungere una potenza installata di 68 e 23 GW, mentre nello scenario Bau si fermano a 28 e 15 GW. 

Il ruolo della mobilità sostenibile

Le emissioni del trasporto su strada, nello scenario Bau, si riducono grazie al progressivo passaggio verso le autovetture elettriche, ma la differenza con il target resta di circa 38 MtCO2. Se mettiamo insieme tutte le azioni previste nello scenario Bau si arriva a un risparmio comunque insufficiente di 44,3 MtCO2.

Le emissioni complessive passerebbero nel 2030 dalle circa 353 MtCO2 attuali a 309 MtCO2, mentre per raggiungere i target normativi dovrebbero ammontare a circa 199 MtCO2, cioè circa 110 MtCO2 in meno.

La proposta della policy agenda

Per avvicinarsi agli obiettivi di decarbonizzazione, al legislatore viene proposta una policy agenda che identifica aree di intervento secondo tre macro-aree, in ordine di rilevanza:

  • proposte “trasversali” che considerano la tematica della decarbonizzazione in modo olistico e rappresentano il presupposto indispensabile per la transizione; 
  • proposte “pillar-specific”, rilevanti per completare la normativa esistente sui singoli pillar;
  • proposte “ancillari” che possono agire da ulteriore acceleratore del processo.

Una roadmap per la decarbonizzazione

La necessità è quella di predisporre una vera e propria roadmap per la decarbonizzazione che abbia un orizzonte di lungo periodo con degli obiettivi intermedi definiti, identificando le leve tecnologiche disponibili e i necessari sistemi di incentivazione e finanziamento. 

Un’etichetta emissiva che integri quella energetica

Non solo, si deve realizzare un’etichetta emissiva che integri quella energetica, con un riferimento all’impronta carbonica dei prodotti e degli edifici, spostando così il focus dai consumi di energia alle emissioni.

Prioritario rimane semplificare l’iter di autorizzazione e installazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e la predisposizione di meccanismi di incentivazione per l’idrogeno e i bio-combustibili, nonché per lo sviluppo della rete di trasmissione e distribuzione che dovrà supportare il trend di elettrificazione.

Gli obiettivi da fissare a livello di efficienza energetica 

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, andranno fissati obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi di energia primaria e introdotte normative chiare per tutte le tecnologie.

Sulla mobilità sostenibile andranno fissati obiettivi per la decarbonizzazione del trasposto merci e “off-road”, così come si dovranno promuovere le comunità energetiche e le filiere circolari, superando le barriere legate alla definizione di “waste” e “end of waste”.

“Queste proposte contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo solo se applicate in modo sinergico e non, come è stato spesso fatto finora, considerando le diverse azioni in maniera mutuamente esclusiva, conclude Davide Chiaroni. Il nostro auspicio è che possano essere uno spunto di riflessione innovativo per il policy maker rispetto alle politiche già in atto e che permettano di compiere quell’auspicato cambio di passo che ricondurrebbe il nostro Paese sulla corretta via della decarbonizzazione, insieme all’attivo coinvolgimento di tutta la società, dai cittadini alle aziende”.

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