sostenibilitaUna scuola di alto profilo sui temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, con un occhio di riguardo all’attuazione dell’Agenda 2030. Il 16 dicembre è il giorno dell’inaugurazione della Scuola per lo sviluppo sostenibile per i futuri dirigenti di Regioni e Province autonome. Le lezioni si svolgeranno con un approccio ibrido: a momenti di formazione asincrona, in modalità e-learning e attraverso la condivisione di documenti, si alterneranno momenti di formazione sincrona, suddivisi in 14 web in air dall’8 gennaio.

È organizzata dall’Asvis in collaborazione con il Centro interregionale di studi e documentazione (Cinsedo), la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, la Rete delle università per lo sviluppo Sostenibile (Rus) e la Scuola nazionale di amministrazione (Sna).

Una scuola per dirigenti sullo sviluppo sostenibile

Il percorso si rivolgerà a dirigenti e funzionari delle Regioni e delle Province autonome per approfondire le tematiche legate allo sviluppo sostenibile. Fornirà le conoscenze per definire obiettivi, strumenti, priorità e azioni utili a garantire l’uso uniforme degli strumenti di programmazione e attuazione territoriale con la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e i nuovi strumenti finanziari dell’Unione europea. “Questa iniziativa vuole generare un cambiamento culturale profondo, che ponga la sostenibilità al centro della programmazione a livello territoriale, stimolando riflessioni sul tipo di Paese che vogliamo costruire”, ha commentato in una nota stampa il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini. L’Associazione “intende contribuire a questo processo di trasformazione, fornendo ai decisori gli strumenti per decidere come costruire un futuro più resiliente e sostenibile”.

Pienamente d’accordo Stefano Bonaccini, il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che si dice convinto che lo sviluppo sostenibile “sia un percorso necessario per un’azione di governo efficace”. Il Green deal o la digitalizzazione, rimarca Bonaccini, devono essere “posti alla base del piano Next generation dell’Unione europea” per rimarcare “la necessità di guardare strategicamente ad un modo nuovo di concepire ogni intervento amministrativo”.

Una nuova classe dirigente di Regioni e Province autonome si può formare solo cogliendo una possibile svolta culturale, educativa e imprenditoriale. “Credo che la politica abbia il dovere di porre la pubblica amministrazione alla guida di questa ‘rivoluzione’ di scenario che deve coinvolgere giovani ed imprese per formare una classe dirigente in grado di muoversi in Europa e nel mondo in maniera nuova, attenta, capace di cogliere i diversi fenomeni, in qualche modo ‘rivoluzionaria’”, ha concluso Bonaccini.

La scuola riceverà il contributo di Terna, della fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) e dell’Eni.

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