Mika Baumeister 1498883 UnsplashLe nuove linee guida per la stesura dei piani urbani della mobilità sostenibile (Pums) arriveranno dopo l’incontro europeo del 17-18 giugno che riunirà a Groningen, in Olanda, gli attori e i portatori di interesse coinvolti nella transizione verso modalità di trasporto alternative. L’annuncio è arrivato in occasione della terza conferenza nazionale sui piani urbani della mobilità sostenibile (Roma, 6-7 giugno 2019). La bozza del vademecum sarà preventivamente pubblicata tra l’11 e il 12 giugno sul sito eltis.com per essere discusso in sede d’evento. Le precedenti linee guida del 2014 saranno quindi revisionate e integrate attraverso “un lavoro dal basso verso l’alto spinto dalla presenza di nuovi saperi, nuove competenze e nuove tecnologie”, ha commentato Florinda Boschetti della rete di città e paesi europei Polis Network, per la prima volta quest’anno organizzatrice dell’evento europeo.

I Pums, ha ricordato, promuovono una “mobilità inclusiva e salutare”, la redistribuzione degli spazi verdi e devono essere rivisti prendendo in considerazione la “presenza di fornitori di servizi non tradizionali”, la “condivisione di indicatori per misurare i risultati del Pums”, la “detenzione e condivisione di dati, soprattutto dopo l’entrata in vigore del Gdpr (il nuovo regolamento europeo sulla privacy ndr)”.

Quali saranno i cambiamenti

Dalle anticipazioni date dalla Boschetti in sala, le nuove linee guida prevedono una revisione di scenari, obiettivi, indicatori e target e si focalizzeranno sulla migliore integrazione con gli altri processi di pianificazione della mobilità, sul maggiore supporto di tecnici esterni e sulla valorizzazione e organizzazione dei dati. Inoltre, verranno aggiornate le fasi relative alla pianificazione delle misure, integrati temi trasversali quale la sicurezza, e ci sarà una maggiore distinzione tra le fasi di strategia, pianificazione misure e implementazione.

Per meglio riassumere, il vademecum terrà in primo piano “il supporto politico, individuando momenti chiave di confronto” e la “partecipazione del pubblico, fondamentale per tutto il piano”, ha concluso la Boschetti.

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Cosa resta e cosa cambia nei Pums. Immagine della presentazione di Florinda Boschetti

I Pums in Italia

Nel corso della seconda mattinata dell’evento, il segretario di Euromobility, Valerio Piras, ha mostrato ai partecipanti l’indagine condotta sui piani urbani di mobilità sostenibile in Italia. I risultati sono stati elaborati sulla base dei questionari raccolti: 18 nelle città con meno di 100.000 abitanti e 14 nelle realtà con più di 100.000 abitanti. L’indagine ha analizzato le iniziative previste non solo dai Pums, ma anche, ad esempio, dai piani d’azione per l’energia sostenibile (Paes), dai piani regolatori generali (Prg), dal piano generale del traffico urbano (Pgtu).

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In estrema sintesi, ad aprile 2019 dei 146 Pums in Italia 20 sono stati approvati, 28 adottati e 98 sono in redazione. Il costo totale delle iniziative promosse nei comuni sopra i 100.000 abitanti è stato di 7.481.853.340 euro, al di sotto dei 100.000 di 108.419.810 euro. Quest’anno un capitolo importante è stato dedicato al ruolo delle stazioni e degli snodi ferroviari. In tutti i comuni, dai più grandi ai più piccoli, le aree ferroviarie sono diventate protagoniste del riassetto della mobilità urbana, integrandosi con aree di sosta per la mobilità condivisa, su due e quattro ruote, velostazioni, corsie ciclabili e percorsi pedonali dedicati. In generale, in tutte le realtà urbane è stato registrato un forte ampliamento dei servizi di bike sharing station based e una spinta all’istituzione di quelli free floating.

Maggiori dettagli sullo stati dei Pums in Italia nella video intervista realizzata a margine dell’evento a Valerio Piras.

Gli esempi virtuosi

La presentazione dei buoni esempi di Bologna, Pesaro, Ravenna, Vaiano e Comuni Vesuviani ha chiuso la seconda giornata di lavori. Il rispetto delle peculiarità e delle esigenze locali è stato il filo conduttore dei progetti. La città di Bologna ha puntato a ridurre le emissioni di CO2 derivanti dai 440.000 spostamenti giornalieri casa-lavoro stimolando i pendolari ad abbandonare l’auto privata a favore del trasporto pubblico locale e delle due ruote. A Pesaro si è lavorato su un lungo processo culturale mentre a Ravenna si è investito su aree verdi, accesso ai disabili e riqualificazione della stazione ferroviaria.

Nei Comuni vesuviani, infine, la stesura di un Pums “resiliente”, in accordo con la natura del luogo, è partita nel 2015 e ha raccolto otto comuni dell’area per un totale di 160 mila abitanti. Il relatore Stefano Proietti, intervistato a margine dell’evento, ha spiegato che gli addetti ai lavori hanno guardato in maniera integrata alle iniziative messe in campo con il Pums e il Paes per “pianificare congiuntamente tutto quello che andava nella direzione della sostenibilità”. È stata creata una struttura sovracomunale, un ufficio comune, per raccogliere le iniziative legate alla sostenibilità ambientale”, ha proseguito, e si è puntato sulla formazione dei tecnici e sulla replicabilità delle buone pratiche. Peculiarità presente in questo piano la realizzazione di una piattaforma per la logistica edile. Maggiori dettagli nella video intervista seguente a Stefano Proietti.

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