Gli italiani e il digitale: c’è ancora poca consapevolezza riguardo a consumi e potenziale

È quanto emerge da una ricerca della Fondazione per la Sostenibilità digitale, pubblicata il 22 giugno.

italiani e digitale

I servizi di streaming sono sempre più amati dagli italiani, ma la maggior parte degli utenti non sa quali siano i consumi energetici degli strumenti utilizzati. Un’ora di streaming alla settimana, infatti, consuma quanto due frigoriferi sempre accesi: solo il 4 per cento dei consumatori ne è consapevole.

È quanto emerge dalla ricerca “Sustainable Energy & Environment – Cosa pensano gli italiani del rapporto tra digitale, energia e ambiente”, presentata il 22 giugno a Roma dalla Fondazione per la Sostenibilità digitale. La rilevazione dei dati è stata effettuata in collaborazione con l’Istituto Piepoli che, a marzo 2023, ha raccolto 3.239 interviste con modalità CATI/CAWI.

Il ruolo del digitale per la sostenibilità

“Il digitale è uno dei migliori strumenti che abbiamo a disposizione per gestire le complesse sfide poste dalla sostenibilità. Ancora oggi, purtroppo, più di un quarto dei cittadini italiani sottostima il digitale”, ha dichiarato Stefano Epifani, presidente della Fondazione.

“Parliamo del 27 per cento della popolazione, un dato che è cresciuto di sei punti rispetto alle rilevazioni dello scorso anno, quando a sottostimare l’impatto dei servizi digitali era circa un italiano su cinque. Si tratta comunque di un dato preoccupante che mette in evidenza quanto sia urgente, da parte delle istituzioni, formare adeguatamente i cittadini per fornire loro i giusti strumenti tecnologici e, in parallelo, culturali”.

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I sistemi di smart home

La distribuzione vede i cittadini più digitalizzati e attenti alla sostenibilità staccare di dieci punti percentuali quelli che il digitale non lo utilizzano proprio e che non hanno alcuna sensibilità verso i temi della sostenibilità (l’86 per cento contro il 76). L’81 per cento degli intervistati ritiene che i sistemi di domotica e smart home possano contribuire a monitorare i consumi e, quindi, ridurre l’impatto delle abitazioni sull’ambiente. La privacy resta un elemento importante per i cittadini che, però, sono disposti a metterla in secondo piano a fronte della comodità dei servizi di questo tipo.

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Smart meter ed elettrodomestici intelligenti, l’uso da parte degli italiani

Nello specifico, la ricerca esamina cinque tecnologie.

Smart meter: nonostante il potenziale di questi sistemi, quasi un italiano su quattro li ritiene incapaci di abilitare una significativa ottimizzazione dei consumi energetici. A utilizzarli è il 14 per cento degli intervistati.

Impianti di riscaldamento e climatizzazione programmabili da remoto: in questo caso, i risultati sono positivi. L’83 per cento degli intervistati è convinto, infatti, che la possibilità di gestire da remoto l’impianto di riscaldamento e di climatizzazione consenta di ottimizzare i consumi.

Elettrodomestici intelligenti: l’80 per cento dei cittadini ritiene che la possibilità di controllare tramite app l’illuminazione e gli elettrodomestici (specialmente la lavatrice) sia in grado di alleggerire le bollette.

Elettrodomestici connessi in rete: analogamente a quelli intelligenti, anche questi elettrodomestici sono utilizzati da circa un cittadino italiano su quattro. Lievi scostamenti nelle percentuali di utilizzo si registrano in base alla zona di residenza degli intervistati; sono infatti leggermente più diffusi nell’area metropolitana (27 per cento) rispetto al territorio del comune (19 per cento).

Lampadine e/o le prese intelligenti controllabili attraverso assistenti vocali: contrariamente a quanto si possa pensare, neanche questi strumenti risultano particolarmente diffusi tra gli abitanti delle città metropolitane italiane, poiché a usarli con regolarità è infatti solamente circa un intervistato su dieci.

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