Sostenibilità e digitale obiettivi lontani per il digital divide fra nord e sud

Nel nostro Paese c’è ancora da lavorare sulla consapevolezza del ruolo del digitale in ottica di sostenibilità. Lo studio di Fondazione per la Sostenibilità Digitale

digitalizzazione
Foto Pixabay

La digitalizzazione rappresenta uno strumento importante per centrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ma in Italia scarseggiano le infrastrutture adeguate e, soprattutto, la consapevolezza da parte dei cittadini. Questo è quanto emerge da DiSI City, ricerca realizzata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici San Pio V. L’analisi è stata presentata il 18 aprile, data in cui la Fondazione ha festeggiato il suo secondo anniversario.

Sostenibilità digitale, la classifica delle città italiane

14 le città metropolitane analizzate. Bologna, Roma e Venezia guidano la classifica delle località in cui la consapevolezza dell’uso sostenibile delle tecnologie utilizzate risulta maggiormente diffusa sul totale della popolazione. Potrebbe stupire la bassa posizione in classifica di alcune città fortemente infrastrutturate, come Milano o Torino, ma va ricordato che l’indice non misura la diffusione delle infrastrutture, bensì quanto le persone le usino consapevolmente in ottica di sostenibilità.

I bolognesi sono in generale fortemente digitalizzati (95%) e molto attenti alla sostenibilità (52%). Non solo fanno largo uso di infrastrutture e servizi digitali, ma selezionano i tipi di servizi disponibili sulla base della loro sostenibilità ambientale, economica oppure sociale. Anche fra la popolazione di Roma Capitale si registrano le stesse priorità di quella bolognese: ambiente al primo posto, benessere delle persone al secondo posto e modello economico di sviluppo al terzo posto.

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Reggio Calabria, invece, chiude la classifica. La popolazione dell’area metropolitana, pari a circa mezzo milione di abitanti, si dimostra più attenta alla sostenibilità (48%) che al digitale (40%). Come nel caso di Bologna, anche a Reggio Calabria sono le donne di tutte le età e con un alto titolo di studio a dichiararsi più sensibili di fronte a questi temi.

Città italiane, digitalizzazione e sostenibilità

La creazione di una cultura condivisa

“Si potrebbe pensare che sia sufficiente analizzare il livello di adozione di strumenti e servizi sostenibili, ma siamo convinti che non si possa fare davvero sostenibilità senza cultura condivisa della sostenibilità, così come senza consapevolezza del ruolo del digitale per tali obiettivi”, spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “È interessante notare come, se si analizzano invece i dati in relazione alla disponibilità di infrastrutture nelle differenti aree del Paese e all’uso consapevole della tecnologia in un’ottica di sostenibilità, la popolazione digitale delle città metropolitane più svantaggiate infrastrutturalmente, sia anche quella più attenta alla sostenibilità. Ne sono un esempio Catania, così come Bari, Messina, Cagliari, Napoli”.

Città italiane, digitalizzazione e sostenibilità

La tecnologia come opportunità

Andando nello specifico, il 64% dei sostenibili digitali e il 74% dei sostenibili analogici conoscono bene il PNRR. Questo a differenza degli insostenibili analogici, che per il 25% non conoscono affatto il PNRR, e degli insostenibili digitali che per il 30% non lo conoscono affatto. Solo un cittadino su tre è in grado di comprendere la correlazione tra le visioni “ideologiche” e le loro conseguenze concrete. Se l’inquinamento e il cambiamento climatico sono temi prioritari per il 70% degli abitanti delle città metropolitane, il 63% dei cittadini dichiara che la tecnologia è un’opportunità per tutti, con qualche rischio. Addirittura, il 61% pensa che la tecnologia produca diseguaglianze, perdita di posti di lavoro ed ingiustizia sociale. In ogni caso, il 90% afferma di volerne sapere di più sulla sostenibilità.

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