I distributori di energia sono allineati: per affrontare la sfida della neutralità climatica al 2050, e l’intermezzo al 2030, occorre investire sulle infrastrutture, adottare software per la gestione di dati e riuscire a gestire al meglio la produzione decentralizzata. Nel corso dell’evento digitale “Il processo di transizione energetica e il ruolo dei Dso”, che Arthur D. Little ha promosso il 28 gennaio con il patrocinio di Elettricità futura, Anigas e Utilitalia, sono state presentate le sfide che oggi i protagonisti di acqua, elettricità e gas si trovano ad affrontare.

Le visioni dei distributori di elettricità, gas e acqua

A introdurre le presentazioni Andrea Romboli, partner della practice energy&utilities di Arthur D. Little Italia. “Le reti gestite dai Dso sono al centro della transizione energetica costituendo uno dei fattori abilitanti di questa transizione”, ha detto. Tutti si trovano a fare i conti con lo sviluppo di progetti pilota innovativi: per il gas si parla di miscele metano e idrogeno o di power to gas; per l’elettrico di flessibilità e V2G.

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La transizione energetica stimola l’elettrificazione dei consumi.

Vincenzo Ranieri, amministratore delegato di E-Distribuzione, ha parlato della transizione dal modello “fit and control” al “fit and manage” che richiede più automazione e dinamicità. Per la maggior parte, ha aggiunto, si parla di piccole realtà imprenditoriali che sperimentano senza incidere in bolletta. Nei prossimi anni, su 20 miliardi di investimenti totali E-Distribuzione ne destinerà 8 solo alle infrastrutture: “Occorre dare una risposta forte al Paese, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19, attraverso tre direttrici: forte infrastrutturazione, smartizzazione delle reti, garanzia della qualità del servizio”.

Pier Lorenzo Dell’Orco, a.d. di Italgas reti, ha ricordato il ruolo strategico del gas oggi per la transizione energetica: “Per sostenere la rete del futuro c’è bisogno di ulteriori impianti a ciclo combinato e gas naturale”. Nel futuro, certo, non c’è solo il gas naturale: Dell’Orco ha citato il biometano e l’idrogeno. “Come distributori dobbiamo ottimizzare le infrastrutture, possibile solo con l’installazione di sensori e la digitalizzazione, per individuare tempestivamente le perdite e innovare la tecnologia per la ricerca di fughe di gas”. In merito all’idrogeno, ha poi riportato il progetto power to gas che sta sviluppando in Sardegna per la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione attraverso la rete, anche quella in costruzione sull’Isola. L’a.d. ha evidenziato, poi, il problema della “discrezionalità delle stazioni appaltanti sulle gare gas d’ambito” a seconda del “piano di sviluppo del proprio ambito”.

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Il progetto P2g sull’idrogeno di Italgas in Sardegna.

Francesco Buresti, direttore Bu reti e calore di A2a, ha parlato della pianificazione integrata dei vettori energetici. “Al 2050 ci aspettiamo una riduzione del consumo di gas, una crescita del consumo di elettricità e che il vettore riscaldamento triplichi la quantità di energia fornita”. Interessante, ha proseguito, sarà capire, da un lato, come cambieranno i picchi di richiesta e, dall’altro, quali saranno le difficoltà di gestione.

Infine, Marcello Bondesan, responsabile sviluppo progetti distribuzione energia e misure di Hera, ha avanzato la proposta di una nuova idea di circolarità basata su impianti di termovalorizzazione abbinati ad elettrolizzatori. In merito all’idrogeno verde, “da pensare soprattutto per i settori hard to abate”, e alle hydrogen valley “ci siamo accorti che non è necessario introdurre nuove regolazioni ma basta modificare cosa già c’è”.

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L’hydrogen valley tra le soluzioni per la comunità a supporto di un impatto climatico nullo

La tavola rotonda

Sempre pensando al futuro/presente, durante la tavola rotonda i partecipanti hanno aggiunto alcuni temi prioritari per i distributori di energia che si prefiggono l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni e rendere resiliente la rete. Tra questi, Massimo Salvetti, grid modernization e innovation director di Cesi ha citato la sicurezza informatica. Diana Moneta, a capo del smart grids research group di Rse, ha invocato un maggior coinvolgimento della ricerca nell’evoluzioni geografiche sul territorio italiano per abilitare “metodi e strumenti del futuro”. Andrea Zaghi, direttore di Elettricità futura, ha sottolineato il ruolo di contatto che i Dso dovranno svolgere tra i Tso e le risorse di produzione, sempre più distribuite.

Infine, il direttore generale di Anigas, Marta Bucci, ha allungato lo sguardo all’ambito europeo e all’importanza di nuove partnership. Poi il pari di Utilitalia, Giordano Colarullo, ha invocato interventi più incisivi sull’ambito regolatorio e tassonomico. La risposta di Andrea Oglietti, direttore direzione infrastrutture Energia e unbundling di Arera, non si è fatta attendere: il focus della propria attività è sull’efficienza degli investimenti, finalizzati a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica.

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