È nata una nuova alleanza tutta italiana che promuove l’uso dell’idrogeno nel trasporto pubblico locale per ridurne le emissioni inquinanti. “Si tratta di un’iniziativa che riunisce distinte competenze innovative sull’idrogeno per stimolare la decarbonizzazione dei trasporti”, spiega a Canale energia Cristiano Musi, amministratore delegato di Landi Renzo, in piena coerenza con “l’obiettivo europeo di raggiungere la neutralità climatica al 2050”.

“L’intento iniziale è di sviluppare un motore a idrogeno a combustione interna ottimizzato per gli autobus del trasporto urbano”, prosegue l’a.d. di Landi Renzo, si occuperà di fornire i componenti per la parte a iniezione e per la regolazione della pressione e lavorerà allo stoccaggio dell’idrogeno. “Safe, società che fa parte del gruppo Landi Renzo, ha maturato esperienza nello sviluppo di sistemi di compressione e distribuzione del metano e del biogas”, spiega. Il motore sarà poi installato da Industria italiana autobus su un veicolo urbano e testato in servizio da Tper.

La diffusione del trasporto pubblico a idrogeno

A promuovere l’iniziativa insieme a Landi Renzo le aziende Punch Torino, Avl Italia e Industria italiana autobus. “Conosciamo gli altri promotori perché abbiamo collaborato in diversi progetti, dedicati al gas e all’ambiente. Si può dire che le competenze sono complementari, unite dalla stessa visione relativa ai grandi vantaggi derivanti dall’uso dell’idrogeno”, prosegue Masi.

Oggi il costo del vettore energetico è ancora troppo elevato per promuoverne un’adozione più massiva. “Da qui al 2025 riteniamo si investirà molto sull’infrastruttura a idrogeno. Entro tale data, è prevista a livello globale l’installazione di 2.500 stazioni di rifornimento, 500 solo in Europa”, afferma convintamente l’a.d.. “L’idrogeno si userà innanzitutto nel segmento del trasporto pesante, dei camion, poi in quello dei veicoli commerciali leggeri. Dal 2030 ci aspettiamo che crescerà anche l’uso dei mezzi privati a idrogeno. I protagonisti della filiera gas ci stanno già lavorando”.

Con l’auspicio che i costi dell’idrogeno, verde in particolare, siano “allineati a quelli delle altre fonti energetiche” tra il 2025 e il 2030. “L’idrogeno verde è chiaramente il punto di arrivo, ci sono altre soluzioni, tra cui l’idrogeno blu che è una fonte energetica pulita in tutte le fasi della filiera”.

Guardare al futuro significa guardare a un ventaglio di soluzioni tecnologiche, che “ritengo possano coesistere perché rispondono a diverse geografie e hanno differenti finalità di utilizzo”. Già oggi, “molti proprietari di autoveicoli preferiscono il metano e il Gpl perché garantiscono costi ed emissioni inferiori rispetto alle alternative a benzina e diesel, nonché una significativa riduzione delle emissioni. Nel trasporto pesante l’unica alternativa al diesel è il gas, sia nella forma di gas naturale compresso che liquefatto. Lo dimostra la crescita del mercato”. Per l’industria italiana, neutralità tecnologica e transizione energetica si confermano i diktat del futuro sostenibile.

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