Dimenticate i dati dell’Osservatorio IoT della School of management del Politecnico di Milano sulla Smart home. Se a dicembre 2019 il mercato in Italia valeva 530 milioni di euro, ed era cresciuto in un anno del 40%, oggi la pandemia ha annullato questi risultati. Il mercato della Smart home è in crisi per il Covid-19, al pari di altri settori del paese. Questa sensazione, che resta tale fino alla nuova survey di dicembre 2020, è il frutto del continuo confronto che Giulio Salvadori, alla guida dell’Osservatorio insieme ad Angela Tumino, ha con le aziende produttrici nazionali o internazionali con sede in Italia.

Sicurezza

Mensile di Maggio 2020
Speciale Smart home

A risentirne di più la sicurezza, che da sola valeva 150 milioni di euro. “Le persone sono state a casa e non hanno avuto bisogno di rendere la casa più smart e più sicura”, spiega Salvadori. “Il crollo del mercato è stato del 70-80%”. Bando a sistemi di video sorveglianza, sensori di movimento e serrature. Elementi connessi che potrebbero essere ancora più performanti se connessi ai sistemi di riconoscimento facciale o ai sempre più diffusi smart speaker, in grado di identificare i rumori e decrittarne la pericolosità

Smart metering e monitoraggio consumi

A dicembre 2019 l’Osservatorio IoT del PoliMi collocava al terzo posto delle soluzioni IoT più vendute i piccoli e grandi elettrodomestici. Il loro valore di mercato era di 85 milioni di euro con una crescita annuale del 55%. “Viene persa la funzionalità legata al confort, con il Covid-19le persone stanno in casa e non usano le app per attivare gli elettrodomestici”, prosegue Salvadori. Stesso dicasi per l’uso degli impianti di riscaldamento all’inizio dell’entrata in vigore delle misure di contenimento. I produttori hanno approfittato del periodo di lockdown “per monitorare in tempo reale i consumi energetici domestici. L’obiettivo è individuare i nuovi picchi di consumo e di capire se si usa la logica della fascia più conveniente (se la bolletta è bioraria) o della comodità”. Il risultato di quest’analisi potrebbe essere molto utile ai fornitori di luce e gas per rimodulare le offerte.

Riscaldamento

Da rivedere al ribasso anche le stime sull’evoluzione dei sistemi di riscaldamento e climatizzazione, alla luce dell’entrata in vigore della legge europea sui contabilizzatori di calore che dovranno essere gestiti da remoto. Anche in questo caso i produttori di dispositivi connessi hanno saputo rispondere in maniera costruttiva durante la fase di emergenza. “Un produttore di caldaie connesse ha registrato una perdita di mercato ma quantomeno è riuscito a ricavare qualche beneficio dall’investimento compiuto. Il monitoraggio da remoto ha consentito di individuare le reali necessità di manutenzione e intervento. Un aiuto per i termoidraulici che hanno ridotto le occasioni di contagio” e le spese di spostamento per l’azienda.

Smart health

Il settore della Smart health si è fatto trovare impreparato dalla pandemia. “L’offerta di dispositivi di assistenza agli anziani, alle persone fragili e ai malati cronici non era pronta quando è scoppiata l’emergenza”, commenta amaro Salvadori. “Eppure da tempo denunciavamo la stasi dell’offerta di prodotti e servizi”. Qualcosa adesso si è mosso, “le aziende si sono lanciate nel mercato appena scoppiata la pandemia”. Anche per volontà delle Regioni, sono state realizzate delle applicazioni di monitoraggio domiciliare con cui il medico da remoto può ricevere dati sul battito cardiaco e sui livelli di glicemia. Un vero peccato visto che “questi sistemi potevano essere molto utili nella Fase 1”. Potranno comunque esserlo nella Fase 2: l’IoT può tracciare farmaci e attrezzature mediche negli ospedali e, se integrato con l’Intelligenza Artificiale, può acquisire dati sul comportamento di un anziano o di un malato cronico e lanciare l’allarme in caso di anomalie. In estrema sintesi: Smart Home 1, Covid-19 0.

Tutela dati personali

Il 54% dei 1.000 rispondenti alla survey di dicembre 2019 si è mostrato sempre più consapevole dei temi della Smart home, della sicurezza dagli attacchi hacker e della privacy. “Il doppio rispetto a un’indagine che avevamo condotto nel 2015”. Per alcuni questa attenzione si traduce in un freno all’acquisto. Al di là di timori e scetticismi, sicuramente le persone hanno assunto un’ulteriore presa di coscienza grazie alle informazioni circolate sulla tutela dei dati personali con l’utilizzo delle app di tracciamento dei contagi.

Nuovi acquisti

Nel bilancio della pandemia di Covid-19 pesano i nuovi poveri. Il doppio delle persone va nei centri della Caritas italiana per ricevere beni di prima necessità. Rispetto al periodo pre-emergenza i consumatori hanno le tasche più vuote: molti lavoratori aspettano ancora la cassa integrazione e le aziende denunciano scarsa liquidità. “Anche chi non ha avuto grossi problemi ha paura ad acquistare beni che non sono di prima necessità col timore che scoppi un nuovo picco di contagi”, precisa Salvadori. “Secondo noi, nel breve termine la curva dei nuovi acquisti risalirà con fatica. Forse l’aiuteranno due fattori: il primo riguarda chi non ha difficoltà economiche e vuole apportare miglioramenti alla casa”, magari per continuare a lavorare o studiare da remoto. Il secondo riguarda “chi ha acquisito una cultura digitale. Negli ultimi mesi molti utenti, molti più di prima, si sono connessi per fare la spesa o per chiamare i propri cari. Con il Covid-19 sono più digitali, partecipano a riunioni da remoto o collegano la smart tv, e possono capire i benefici della Smart home”. La connettività sembra aver invaso molti di noi.

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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste