Stop alla consultazione pubblica sul PNIEC, il parere delle associazioni

La versione finale del Piano dovrà essere ultimata entro giugno

Si è conclusa il 31 marzo la consultazione pubblica del MASE sulla proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC), la cui versione finale dovrà essere inviata alla Commissione europea entro la fine di giugno.

PNIEC
Foto di Ivan Oštrić su Unsplash

PNIEC, le proposte degli Amici della Terra

Per l’aggiornamento del PNIEC è necessario “ripensare le politiche guardando, senza tabù, alle reali opportunità offerte da tutte le tecnologie per la decarbonizzazione disponibili e competitive nel breve-medio termine, a partire da quelle per i miglioramenti di efficienza energetica, pompe di calore, biocombustibili, recupero energetico da rifiuti e teleriscaldamento, avendo sempre chiari dati, tempi e impatti delle azioni. Solo così potremo agire con efficacia ed efficienza e massimizzare, nella misura del possibile, la riduzione delle emissioni nella realtà italiana”. Queste le parole di Monica Tommasi, presidente della onlus Amici della Terra, che ha preso parte alla consultazione pubblica.

Il riordino delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica

Questo si dovrebbe tradurre, secondo gli Amici della Terra, in un riordino delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, mettendo a punto un nuovo sistema che abbia un orizzonte minimo di stabilità normativa fino al 2030. Accanto alle detrazioni fiscali sarebbe utile, nell’ottica di facilitare l’installazione delle pompe di calore, offrire un programma di formazione rivolto a progettisti e installatori e ideare una campagna informativa da destinare agli utenti.

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L’individuazione delle aree idonee per i grandi impianti rinnovabili

“Le semplificazioni previste per le autorizzazioni dei grandi impianti di fonti rinnovabili intermittenti porteranno a un’industrializzazione forzata di vaste aree naturali e agricole del paese, indipendentemente dalle vocazioni di questi territori. È imprescindibile una preventiva fase di pianificazione, a cura delle Regioni, per l’individuazione delle aree idonee ove collocare obbligatoriamente gli impianti”, aggiunge Tommasi.

La riduzione delle emissioni di metano

Dato che il nostro Paese si è impegnato a ridurre le emissioni di metano del 30 per cento rispetto al 2020, aderendo al Global Methane Pledge, è necessario inserire nel PNIEC delle apposite misure che consentano il raggiungimento di questo obiettivo, stando alla onlus. Misure che coinvolgano il settore dell’energia, dell’agricoltura, della gestione dei rifiuti e dei trasporti. Sarà importante puntare anche sui biocarburanti, ribadiscono gli Amici della Terra.

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Le richieste di Assistal

“Nonostante molti aspetti positivi, ci sono troppe norme poco chiare: il Piano pone l’accento sul ‘cosa’ fare, senza individuare una strategia per la sua realizzazione concreta, ossia il ‘come’”. Questo il parere di Assistal, associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici.

Assistal auspica l’adozione di Testi Unici sulle tematiche di maggiore complessità, come l’edilizia, nonché la definizione di linee guida nazionali per supportare lo sviluppo armonizzato delle normative regionali. Ritiene fondamentale, inoltre, valorizzare il ruolo degli operatori del settore energetico, quali le Energy Service Company (ESCo), che consentono di velocizzare il percorso di implementazione della transizione energetica minimizzandone i costi attraverso lo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP).

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L’intervento dell’Alleanza per il fotovoltaico

Simile il parere dell’Alleanza per il fotovoltaico: “Per raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione previsto dal nuovo PNIEC ai fini del clima e dell’autonomia energetica, occorre incrementare gli impegni assunti dall’Italia sulle fonti rinnovabili. Nel primo trimestre del 2024, tuttavia, erano quasi mille i progetti fotovoltaici in attesa di essere processati dalla Commissione VIA, per un totale di circa 40GW. Occorre quindi razionalizzare e standardizzare le norme che regolano il settore, e redigere un Testo Unico autorizzativo per impianti a fonti rinnovabili”, ha dichiarato Andrea Cristini, portavoce dell’Alleanza, intervenendo in audizione alla Camera.

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