Probabile stop al carbone per i Paesi del G7

Il commento di Mariagrazia Midulla del WWF in esclusiva per Canale Energia

L’agenzia di stampa Reuters l’aveva anticipato, poi il Ministro britannico Andrew Bowie l’ha confermato in un’intervista: i Paesi del G7, i cui rappresentanti sono a Torino per la Ministeriale su Clima, Energia e Ambiente, stanno lavorando a uno storico accordo per abbandonare il carbone entro il 2035.

G7 carbone
La Reggia di Venaria. Foto di Elisabetta Scuri

L’Italia è pronta a farlo addirittura nel 2025. Un passo importante nella direzione della “fuoriuscita dall’era dei combustibili fossili”, quel transitioning away from fossil fuels adottato nel documento finale della COP28.

Importante guardare anche al gas, secondo il WWF

“Per i Paesi del G7 i combustibili fossili rappresentano una pericolosa dipendenza, non solo dal punto di vista ambientale”, ha dichiarato ai microfoni di Canale Energia Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. “Oltre al carbone, ci auguriamo che venga riconosciuto il fatto che anche il gas è un problema. Attualmente lo stiamo usando come fonte energetica di transizione, ma è una transizione che dura da troppo tempo. Quindi, bisogna accelerare nella sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili”.

Il dibattito intorno a rinnovabili, efficienza energetica e nucleare

Il Ministro dell’Ambiente italiano, Gilberto Pichetto Fratin, ha assicurato in apertura dei lavori che le rinnovabili e l’efficienza energetica, punti fondamentali dell’accordo firmato a COP28, saranno al centro anche del dibattito in corso alla Reggia di Venaria Reale. Ha però ribadito che la presidenza italiana cercherà di promuovere parallelamente il concetto di neutralità tecnologica, mettendo sul tavolo anche biocarburanti e nucleare.

Una scelta poco lungimirante, secondo Midulla: il MASE ha aderito proprio ieri, 28 aprile, all’Alleanza industriale europea sugli Small Modular Reactors (SMR), “piccoli reattori nucleari”: “Sono tecnologie di cui già si parlava nel 2011, che non esistevano allora e non esistono oggi”, ha detto la responsabile WWF. “Esistono degli impianti sperimentali che finora hanno provocato la chiusura di aziende e che moltiplicano i problemi e i costi. Perché sprecare risorse in questo senso invece di investirle nelle fonti rinnovabili?”.

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Pichetto ha inoltre detto che sarà importante mettere a punto delle strategie per una transizione “equa e inclusiva” che possa garantire l’accesso all’energia pulita agli abitanti dei Paesi in via di sviluppo, a partire dall’Africa.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.