Per uno sviluppo sostenibile, serve l’energia delle donne

In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, facciamo il punto sul numero di professioniste impiegate nel settore dell’energia.

  • L’11 febbraio si celebra la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza.
  • L’industria energetica, in cui la preparazione scientifica risulta fondamentale per la maggior parte dei lavoratori, è ancora lontana dalla conquista della parità di genere.
  • Ci sono però associazioni e università che lottano per invertire la tendenza.
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Foto di ThisisEngineering RAEng/Unsplash

La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu, si celebra ogni anno l’11 febbraio con l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza di genere nel settore delle discipline STEM, ovvero quelle scientifico-tecnologiche. Il tema dell’edizione 2023 riguarda il ruolo delle scienziate nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tra cui il settimo, relativo all’energia pulita e accessibile.

Il report dell’IEA sulla gender equality

L’industria energetica, in cui la preparazione scientifica risulta fondamentale per la maggior parte dei protagonisti, è ancora lontana dalla conquista della parità di genere, secondo l’International Energy Agency (IEA). Nonostante le donne rappresentino il 39 per cento della forza lavoro globale, nel settore dell’energia la percentuale scende al 22 per cento ed è ancora più bassa nel caso dei ruoli manageriali. Il numero di lavoratrici è inferiore del 76 per cento a quello dei lavoratori, stando ai dati raccolti nel 2018 in 29 Paesi. E le professioniste guadagnano in media il 20 per cento in meno rispetto ai colleghi di sesso maschile, stando all’IEA.

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Il ruolo dei sistemi di certificazione

Sono cifre inaccettabili, ancor di più se si considera che le sfide legate alla transizione ecologica richiedono una diversificazione dei talenti e delle competenze per lavorare alle tecnologie più efficaci. L’unico dato positivo arriva dalle aziende che possono vantare la certificazione EDGE (Economic Dividends for Gender Equality), dove la percentuale di figure femminili all’interno dell’organico sale al 31 per cento. Lo rivela un’analisi di EDGE Empower, progetto nato con l’obiettivo di aiutare le imprese ad essere più inclusive, fino a trasformare il mondo del lavoro e l’intera società.

Leggi anche: Energia, aumenta la parità di genere nelle aziende certificate

L’impegno di Women in Energy

Non si tratta di un’iniziativa isolata. Nel campo dell’energia, sono molto interessanti le attività svolte da Women in Energy (WONY). Si tratta di un’associazione no profit nata in Ungheria nel 2017, che ha l’intento di promuovere a livello europeo l’empowerment femminile nel settore. “La rivoluzione in campo energetico non può avvenire senza le donne”: questo è il motto delle fondatrici. WONY si occupa di attività di sensibilizzazione, di programmi di orientamento e formazione, di networking e vanta membri provenienti dalle più grandi compagnie energetiche dell’Europa centro-orientale.

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Foto WONY

Le iniziative del Politecnico di Milano

Anche in Italia non mancano segnali di speranza. Il 10 febbraio si è aperta la nuova edizione di Girls@Polimi – Borse per future ingegnere, per l’anno accademico 2023-2024. Sono dodici le aziende che, insieme agli Alumni del Politecnico, allo stesso ateneo e alla Fondazione r.e.ACT ETS, finanzieranno 25 borse di studio per un valore di 24mila euro l’una. Saranno destinate a studentesse del quarto o quinto anno della scuola secondaria di secondo grado che sceglieranno di studiare Ingegneria al Politecnico di Milano, frequentando corsi a bassa presenza femminile come Aerospaziale, Automazione, Informatica, Elettrica, Elettronica, Meccanica e Produzione Industriale.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.