La crisi della fornitura di energia nell’eurozona

Se quest’inverno sarà particolarmente freddo, soddisfare la domanda di energia in Europa risulterà estremamente difficile.

  • Il prezzo dell’elettricità in Francia è quasi venti volte superiore rispetto a due anni fa, mentre in Germania supererà i mille dollari al barile in termini di petrolio Brent.
  • Più che l’inflazione in sé, a preoccupare gli analisti è la stagflazione.
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Il costo dell’elettricità in Germania © Nomura

Se in Italia il costo dell’elettricità è salito fino a 605 €/MWh, in Germania è destinato a raggiungere picchi di oltre mille dollari al barile in termini di petrolio Brent (riferimento utilizzato nei mercati europei). Uno scenario “tutt’altro che normale”, come lo definiscono gli analisti di Nomura che hanno pubblicato un report sulla crisi della fornitura di energia nell’eurozona.

Salgono i prezzi dell’energia in Europa

I prezzi dell’energia in Francia, stando agli analisti, sono quasi venti volte più alti rispetto a due anni fa, e la Germania si trova praticamente nella stessa situazione. La causa non è soltanto dei tagli alle forniture di metano da parte della Russia, del rallentamento degli scambi commerciali con la Cina e della recessione che minaccia gli Stati Uniti. È anche dei cambiamenti climatici, responsabili di siccità ed eventi meteorologici estremi.

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Sono proprio le ondate di calore, insieme alla scarsità di acqua nei fiumi, che hanno comportato una riduzione del 34 per cento rispetto ad agosto 2021 nella produzione di energia nucleare in Francia. La sofferenza idrica del Reno, inoltre, ha reso difficile la navigazione in uno dei fiumi più importanti dal punto di vista strategico: è lì che viene trasportato circa il 30 per cento del carbone, dei minerali ferrosi e del gas naturale tedesco.

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Anche l’agricoltura sta soffrendo a causa dei cambiamenti climatici © Gruppo Cap

Cresce il costo dei fertilizzanti per l’agricoltura

Ad essere minacciata non è soltanto la fornitura di energia, ma anche quella di beni alimentari. Quest’estate sono stati raggiunti per la prima volta i 40 °C nel Regno Unito, mentre Spagna e Portogallo hanno vissuto le condizioni più aride in 1.200 anni. Il caldo e gli incendi hanno avuto drammatiche conseguenze sui raccolti: le colture più colpite sono il granturco (-8,6% a livello UE), il girasole (-5,5%) e la soia (-9,6%). Senza contare che, con l’incremento delle tariffe del gas naturale, aumenta parallelamente il costo dei fertilizzanti.

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“Winter is coming”

“Winter is coming”, l’inverno sta arrivando, avvertono i ricercatori citando una nota serie tv. Prevedono che la sfida maggiore che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi mesi sarà la stagflazione, ovvero l’unione di un’elevata inflazione con una crescita bassa o nulla (stagnazione) del prodotto, con quattro trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL e il cambio EUR/USD a 0,90. Se sarà un inverno freddo, le riserve di GNL rischieranno di non essere sufficienti. È necessario allora che i governi scongiurino il “nazionalismo energetico”, affrontando la questione a livello comunitario e adottando misure concrete per mitigare gli effetti della crisi.

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