WWF: “Riciclare tutta la plastica non solo gli imballaggi”

L'appello al governo, in occasione della giornata mondiale dell'ambiente

plastica imballaggi
Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay

Riciclare tutta la plastica non solo gli imballaggi, questo l’appello del WWF al governo, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente che si celebra oggi 5 giugno.

Proprio oggi il WWF pubblica il nuovo report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire” da cui si evince come siamo invasi dalla plastica dall’oceano alla terra e nelle nostre case. Qui abbiamo tutti oggetti che ad oggi non si possono riciclare. Lo stesso presidente di Corepla, Giorgio Quagliolo ha rilanciato a gennaio di quest’anno nel corso di un evento della Procter & Gamble come si sprechi un sistema di riciclaggio aumentando l’opportunità del recupero di materiale.

Nel report emerge anche una pessima immagine dell’Italia come tra i peggiori Paesi inquinatori del Mediterraneo e secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa.

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L’inquinamento da plastica ha superato il limite planetario per cui non è più garantita la sicurezza negli ecosistemi come li conosciamo.

I numeri del report sulla plastica

Ad oggi lo smaltimento della plastica è ancora altamente inefficiente e inefficace.Si tratta secondo il WWF di avere tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale. Questo comporta l’acquisizione fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica nell’ambiente marino e altrettanti nell’ambiente terrestre ogni anno. Si tratta secondo il WWF sopratutto di plastica monouso.

Anche a livello di emissioni la filiera non ha una coscienza molto green. Il report evidenzia come circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra provengano dalla plastica. Si tratta di una percentuale che se non ha migliorie nei trend di produzione può aumentare fino al 4,5% entro il 2060.

“Per attuare un cambio di rotta, ormai indispensabile, la soluzione è l’economia circolare in cui le materie prime, come la plastica, di un oggetto non più funzionante restino in circolo, in un lungo e possibilmente infinito succedersi di produzione e riuso/riciclo, eliminando le fasi di estrazione di materie prime e smaltimento. L’efficienza nell’utilizzo delle risorse, promossa dall’economia circolare, deve diventare un fattore cruciale per orientare nuovi modelli di produzione e di consumo, e consentire una transizione verso stili di vita e dinamiche socioeconomiche più rispettose dell’ambiente– afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia-. Per questo vogliamo muovere alle istituzioni richieste più ambiziose. Non c’è più tempo da perdere.

Quanta plastica buttiamo

  • Sono circa 4mila le tonnellate di plastica che in Italia si buttano ogni anno, solo con il consumo degli spazzolini da denti. Si tratta di materiale che non viene riciclato e che finisce o in discarica o in recupero energetico.
  • Con una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 kg di plastica riciclata, equivalente al riciclo di 93 flaconi dello shampoo.
  • Da una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad 1 kg di plastica riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell’acqua.
  • Con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 g di plastica riciclata, l’equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche.

Come agire per risolvere

Prevenzione, il riuso e il riciclo sono le tre chiavi da applicare per ridurre la plastica nel mondo.

“L’obiettivo comune è porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040 e per raggiungerlo è urgente l’adozione da parte delle nazioni del mondo di un Trattato globale sulla plastica, in accordo con il mandato stabilito nella risoluzione del marzo 2022 dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA) perché i danni all’ambiente causati dalla plastica e dalle sostanze chimiche ad essa associate sono di portata planetaria e trascendono i confini nazionali, avendo effetti sulla salute del pianeta e delle persone di tutto il mondo.” conclude Eva Alessi.

In mancanza di un intervento globale contro la crisi della plastica la scienza ci anticipa che i costi (ambientali, sociali, sanitari ed economici) del mancato intervento saranno immensi.

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