12,4 miliardi di euro di investimenti, per oltre un terzo allineati alla tassonomia europea e per più della metà agli Sdgs delle Nazioni Unite. È questo il valore economico rendicontato da Snam nel proprio Piano Strategico al 2029 per concretizzare gli impegni lungo tutta la catena del valore mainstream. La chiara ambizione dell’operatore, manifestata nel corso dell’assemblea degli azioni che si è svolta il 14 maggio, è quella di realizzare e gestire infrastrutture energetiche per un futuro sostenibile.
Sul totale del volume, 10,9 miliardi di euro rafforzeranno lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e rigassificazione, mentre 1,5 miliardi (+25%) abiliteranno ulteriormente la piattaforma di business per la transizione energetica, includendo anche biometano ed efficienza energetica.
Snam: prioritarie sicurezza e transizione energetica
All’assemblea hanno commentato l’attività svolta nel corso del 2024, e illustrato i prossimi piani di sviluppo, Monica De Virgiliis e Stefano Venier, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Snam. L’operatore ha dunque rilanciato il proprio impegno su sicurezza e transizione energetica, “mostrando una notevole resilienza a fronte di uno scenario geopolitico segnato dal perdurare della guerra in Ucraina e dalle tensioni ascrivibili allo scadere dei contratti di transito del gas russo, attraverso il territorio controllato da Kiev”.
Nel 2024, in particolare, i Paesi dell’Unione Europea hanno complessivamente ricevuto più del 50% dell’export americano di gas naturale liquefatto, predisponendosi così, grazie anche al potenziamento degli stoccaggi e dei flussi da est e sud, ad assorbire per lo più senza traumi il blocco dei residui volumi di gas flusso. “L’Italia non ha fatto eccezione” chiudendo l’anno scorso con l’arrivo a Piombino della cinquantesima nave gasiera. Nel frattempo, Snam ha rilevato un’ulteriore quota di Adriatic Lng, passando dal 7,3 al 30%, diventando così il terzo operatore europeo nel comparto della rigassificazione.
A breve avrà anche inizio l’attività del terminale offshore di Ravenna, con il quale la capacità di rigassificazione del Paese sale a 28 miliardi di metri cubi, la stessa quantità fornita dalla Russia nel 2021. Si tratta di un volume superiore al 40% del bisogno nazionale di gas che lo scorso anno, in linea con il 2023, si è attestato poco oltre i 62,04 miliardi di metri cubi.
Gnl: terzo operatore europeo nel comparto della rigassificazione
Per ovviare alla significativa variabilità dei prezzi nel mercato del Gnl, è seguita l’attenzione dell’operatore a tutelare il Paese attraverso il concomitante sviluppo degli asset via tubo e degli stoccaggi. In questa direzione, solo nel 2024, secondo i dati presentati in sede di assemblea, sono state approvate dal Mase e dalle Regioni opere per oltre 2,6 miliardi di euro. Entrata poi nel vivo la realizzazione della prima fase della Linea Adriatica, uno dei più importanti progetti italiani di trasporto del gas mai realizzati, il maggiore degli ultimi dieci anni.
Il suo obiettivo è incrementare di 10 miliardi di metri cubi all’anno la capacità di trasporto del metano lungo la direttrice sud-nord e lungo il tratto adriatico che va da Sulmona (Abruzzo) a Minerbio (Emilia-Romagna), per aumentare la flessibilità del sistema infrastrutturale. Il progetto, ricompreso nel Pnrr, si è aggiudicato un finanziamento di 375 milioni di euro. Nel Pnrr rientrano anche gli adeguamenti per l’incremento della capacità dell’export. Altrettanto strategici si sono confermati gli stoccaggi, “riempiti a tempo di record anche grazie ai servizi di contro flusso”.
In tema di biometano, Snam punta a creare la più grande piattaforma del Paese. Oggi gestisce oltre 40 impianti, ha partecipato alle aste del Gse e il 100% dei progetti presentati è stato approvato. Si contano 23 progetti che, realizzati entro la metà del prossimo anno, entro il termine del Pnrr, consentiranno di creare una piattaforma da 70 MW di produzione, la più grande d’Italia.
Climate strategy: zero emissioni nette negli scope 1, 2, 3 entro il 2050
Sul fronte delle emissioni, nel 2024, come baseline rispetto al 2015, Snam ha registrato un calo del 63% di quelle di metano, ottenendo per il quarto anno consecutivo il riconoscimento del Gold Standard nel contesto dell’Oil and Gas Methane Partnership. Diminuite del 25% in due anni, inoltre, le emissione dirette di CO2, segno progressivo dell’avanzamento della Climate strategy che punta alle zero emissioni nette negli scope 1, 2, 3 entro il 2050.
Nel Transition Plan è stata anche rilanciata l’evoluzione dell’impegno nella sostenibilità, con la definizione di una biodiversity strategy nell’ambito della quale, entro il 2027, “puntiamo ad avere un impatto positivo sugli ecosistemi interessati dalle nostre attività e dai nostri cantieri”. È stato inoltre ricordato che lo strumento dell’Innovation Plan traccia il percorso di trasformazione come Transition System Operator europeo, in una logica che consentirà di abilitare un utilizzo sempre più ottimizzato delle infrastrutture, aprendo al trasporto anche di altre molecole come l’idrogeno.
Infine, lo scorso anno si è chiuso per l’operatore con l’ulteriore incremento della finanza sostenibile, giunta all’84%. Una soglia che, secondo quanto riferito all’assemblea dal presidente De Virgiliis e dall’amministratore delegato Stefano Venier, permette già oggi di traguardare l’85% fissato per il 2027. Avvicinandosi al target 90% posto come obiettivo al 2029 e “capitalizzando al meglio la fiducia degli investitori”.
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