povertà energetica

Molti sono gli abitanti che nelle zone rurali della Georgia vengono colpiti dalla povertà energetica. Affidarsi solo alla legna da ardere, raccolta in modo insostenibile e rispondere così al fabbisogno energetico, è costoso e ad alta intensità di manodopera. Senza tralasciare gli impatti negativi sull’inquinamento atmosferico.

Come riportato in un articolo pubblicato sul sito dell’alleanza internazionale Energy Democracy, l’organizzazione non governativa Women engage for a common future (Wecf), insieme ad alcuni partner locali, ha sviluppato scaldabagni solari e stufe ad alta efficienza energetica che riducono la necessità di legna da ardere, abbattendo di 20 ben volte le emissioni, lo sfruttamento del lavoro e le bollette energetiche del 50%. Promuovendo, al tempo stesso, l’uguaglianza di genere.

Comunità energetiche nella Georgia rurale

Nella Georgia rurale, l’80% della popolazione utilizza infatti legna da ardere in stufe inefficienti per cucinare e per il riscaldamento. Le famiglie spendono fino al 30% del loro reddito per l’energia, con scarsa efficienza e comfort tali da soddisfare realmente i bisogni.

Scaldabagni solari e stufe ad alta efficienza sono stati installati in quattro comunità energetiche nelle regioni di Imereti, Samegrelo, Samtskhe Javakheti e Shida Kartli. Sono organizzate in cooperative governate democraticamente dai loro membri: incoraggiano l’emancipazione femminile, attraverso la formazione alla leadership, e le quote di genere nelle posizioni decisionali. A fine 2021 erano in funzione più di 1.000 scaldacqua solari e 300 stufe ad alta efficienza energetica e recentemente ne sono state installate altre in asili nido e piccole pensioni.

Wecf e partner stanno a tutt’oggi esplorando potenziali meccanismi finanziari per consentire un’adozione più ampia di queste tecnologie rispettose del clima. Un rapporto della stessa Ong ha rilevato che negli asili nido, dove si utilizza legna da ardere, l’inquinamento da particolato è fino a dieci volte superiore al livello di sicurezza dell’Oms. In Georgia viene utilizzata circa tre volte più legna da ardere di quella che le foreste locali possono sostenere.

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Povertà energetica: ruoli importanti per le donne

Le comunità energetiche create attraverso il progetto Wecf rimangono esperimenti isolati e sottofinanziati, ma hanno il potenziale per creare cambiamenti strutturali nelle comunità rurali e nelle città.

La fase pilota (2010–2016) si è concentrata sullo sviluppo tecnologico, sul rafforzamento delle capacità, sulla ricerca e sulla sensibilizzazione. La popolazione locale è stata formata su come fabbricare gli scaldacqua solari e le stufe ad alta efficienza energetica. Nel 2016 sono state costituite quattro cooperative per la produzione, l’installazione e la manutenzione degli impianti nelle quattro regioni: trentuno persone in tutto, di cui il 40% donne, hanno ricevuto una formazione e hanno assunto ruoli dirigenziali.

I risultati fin qui mappati rivelano che la costituzione delle comunità energetiche ha ridotto la povertà rurale creando posti di lavoro e riducendo i costi energetici per le famiglie, le piccole imprese, le scuole e gli asili nido.

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