comunità energetiche smart city prosumer
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Le comunità energetiche dei cittadini (Cec) e le comunità energetiche rinnovabili Rec, sono state definite rispettivamente nella direttiva sull’elettricità e nella direttiva sulle energie rinnovabili. Cec e Rec sono entità legali basate su una partecipazione aperta e volontaria ed effettivamente controllate dai loro azionisti o membri, che possono essere cittadini, Pmi e/o autorità locali, il cui scopo primario è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali ai membri della comunità o dell’area locale.
Questi due concetti sono stati creati per permettere la partecipazione della società civile alla fornitura di servizi energetici, dove il profitto non è lo scopo principale.

Il nuovo rapporto “Le comunità energetiche per aumentare il sistema locale di efficienza”, su come le comunità energetiche possono aumentare l’efficienza del sistema locale, è stato presentato recentemente da SmartEn, l’associazione europea delle imprese che integra soluzioni per i consumatori per una transizione verso l’energia pulita.
Lo studio identifica come le comunità energetiche possono rafforzare il loro modello di business, ottimizzando anche l’uso della rete esistente, integrando più energia rinnovabile ed elettrificando trasporti ed edifici. Esplora anche i servizi di supporto che potrebbero contribuire all’ulteriore sviluppo e all’aumento in scala delle comunità energetiche, così come le raccomandazioni che potrebbero aumentare la loro efficienza ed efficacia.

I risultati del rapporto

Tra i principali risultati emersi dal rapporto, il dato di fatto che le comunità energetiche possono generare risparmi attraverso l’autoconsumo collettivo, evitando i costi della rete di trasmissione e di una sua espansione, incrementandone la resilienza.

Autoconsumo collettivo e resilienza della rete

Autoconsumo collettivo significa allargare il campo d’azione da un individuo ad un gruppo più ampio di persone. Le famiglie all’interno di una comunità energetica possono darsi elettricità a vicenda, o scambiarsela, pagando tasse e oneri di rete ridotti e generalmente a tariffe più vantaggiose di quelle fornite dal rivenditore e dalla rete. In Francia, ad esempio, i consumatori che partecipano all’autoconsumo collettivo ricevono un sussidio che copre almeno le tasse e gli oneri di rete.

Se l’elettricità prodotta localmente viene anche consumata localmente, ciò significa che questa elettricità non sarà reimmessa nella rete Tso (Transmission system operator) e non occuperà alcuna capacità nella rete ad alta tensione. In alcuni Paesi, questo può essere un risparmio per le comunità energetiche. In Francia e in altri Paesi, le comunità che consumano energia all’interno della rete a bassa tensione e non immettono di nuovo energia nella rete, non hanno bisogno di pagare gli oneri di rete.

Investire in cavi più resistenti potrebbe essere necessario per accogliere la connessione, ad esempio, di nuove pompe di calore alla rete in bassa e media tensione. In alcuni Paesi, potrebbe anche essere necessario aumentare la capacità di trasporto dell’elettricità per consentire un’ulteriore diffusione degli impianti a base rinnovabile, come nel caso dei Paesi Bassi.

Tuttavia, l’espansione della rete richiede tempo per essere costruita e può essere una soluzione costosa e lunga per risolvere la congestione della rete. Se invece la flessibilità delle comunità fosse sfruttata dall’attivazione a sua volta dei mercati della flessibilità da parte dei Dso (Distribution system operators), questo potrebbe aiutare in una certa misura ad evitare o ritardare l’espansione della rete, specialmente se i Dso fornissero informazioni sufficienti ad incoraggiare ulteriori investimenti locali in asset flessibili.

Finanziamento tramite Esco e aggregazione per le Cer

Le Esco possono facilitare il finanziamento diretto delle attività rinnovabili acquisite dai membri delle comunità energetiche, o fare leva sul finanziamento da altre fonti.
Le comunità energetiche possono iniziare con un modello a costo zero, basato sul capitale di terzi, sostenuto dal reddito che deriva dall’energia generata e venduta alla comunità energetica stessa, a un costo significativamente inferiore rispetto all’acquisto dalla rete.
Questo modello può iniziare finanziando gli impianti di generazione come il fotovoltaico, da installare sui tetti dei membri della comunità energetica, con un chiaro e immediato beneficio per questi ultimi. Poi il modello può evolvere per finanziare altri beni come le batterie della comunità e, in seguito, possono essere coinvolti anche i prosumer con i propri beni.

Ci sono molte aziende che forniscono servizi di piattaforma che potrebbero aiutare le comunità energetiche a visualizzare come l’elettricità viene prodotta e consumata all’interno della comunità. Alcune mostrano anche che, potrebbero ottimizzare il mix di energia rinnovabile a livello domestico o comunitario e come il commercio locale potrebbe avere un impatto sui loro obiettivi economici e ambientali. Questo apre anche l’opportunità ai membri della comunità di partecipare e sentirsi più coinvolti.

Il ruolo degli Stati e della Commissione UE

Per sbloccare il loro potenziale, gli Stati membri dell’UE dovrebbero attuare pienamente il Clean energy package, rimuovere le limitazioni arbitrarie degli impianti locali, incoraggiare le Pmi (Piccole e medie imprese) e rivedere le tariffe di rete nazionali.

Inoltre, il recepimento dell’EU Electricity market design e della direttiva sulle energie rinnovabili permetterà ai cittadini e alle imprese locali di contribuire a portare più energia rinnovabile nel mix. Le comunità energetiche però, devono anche essere in grado di accedere a tutti i mercati dell’energia e partecipare al commercio a tutti i livelli, il che richiede un’attuazione progressiva della legislazione sulle comunità energetiche da parte degli Stati dell’UE.

Armonizzazione delle regole e trasparenza dei Dso

La Commissione UE dovrebbe aiutare ad armonizzare le regole e i regolamenti tra gli Stati membri, nonché garantire la trasparenza dei Dso.

Quest’ultima, sui dati di localizzazione delle sottostazioni, così come sull’accesso a informazioni di misurazione puntuali, servirebbe a calcolare meglio il ritorno di potenziali investimenti in asset flessibili. Questo dovrebbe essere chiarito nell’ambito della legge di attuazione sull’accesso ai dati e all’interoperabilità.

Inoltre, le informazioni in tempo reale sul contenuto di gas serra e la quota di elettricità rinnovabile forniranno alle comunità energetiche migliori incentivi per raggiungere gli obiettivi ambientali. Questo è contenuto anche nella proposta di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili e andrebbe sostenuto.

Per fare in modo che ciò avvenga in modo interoperabile, è necessario garantire set di dati e formati armonizzati, attraverso una revisione del regolamento sulla trasparenza dei dati nei mercati dell’elettricità.

Michael Villa, direttore esecutivo di smartEn, sottolinea: “Le comunità energetiche hanno un ruolo molto importante da svolgere nella transizione energetica. Anche se possono fornire molti tipi diversi di servizi ai loro membri, come smartEn, siamo particolarmente interessati a come possono contribuire a integrare più energie rinnovabili, utilizzando la rete locale nel modo più efficiente possibile”.

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