Smaltire un pannello fotovoltaico un “trust” da valutare con cura

Intervista a Andrea Bizzi Operations manager del Consorzio ERP Italia

L’accelerazione del fotovoltaico data dalla transizione energetica e dalla crisi Russia Ucraina non deve far dimenticare un aspetto strategico che è come smaltire un pannello fotovoltaico. Una scelta importante per le aziende produttrici che si trovano a farsi carico anticipatamente degli oneri di smaltimento, ma soprattutto una scelta strategica a livello di Sistema Paese in quanto si tratta del futuro di materie prime preziose che vanno recuperate e reimmesse nel sistema produttivo.

Recuperare materie prime dai pannelli fotovoltaici è “un iter complesso che è stato semplificato per gli impianti fino a 1MGW in cui basta una dichiarazione di inizio lavori” spiega Andrea Bizzi Operations manager del Consorzio ERP Italia. “Dal 2014 i moduli fotovoltaici fanno parte della Raee, per cui i produttori devono adempiere a una serie i prescrizioni tra cui preoccuparsi del fine vita degli impianti proprio per recuperare i materiali”. E’ quanto deriva dalla norma quadro numero 49 del 2014 che sancisce il “principio di responsabilità estesa del produttore” o in forma individuale o con adesione a consorzi e sistemi collettivi.

Come fare per smaltire un pannello fotovoltaico in piena regola

“In Italia non c’è un monopolio” spiega Bizzi il che rende possibile valutare tra più soggetti a chi affidare lo smaltimento. “E’ importante scegliere un sistema collettivo o un consorzio stabile a livello finanziario” rimarca Bizzi, “perché a differenza di altri RAEE per il modulo fotovoltaico è previsto per legge che il contributo ambientale sia accantonato in uno strumento finanziario denominato Trust. Si tratta di un accontamento che conserverà il fondo per i 20-25 anni di esercizio dei pannelli. “E’ importante scegliere degli interlocutori seri e affidabili perché nel caso ci fossero problemi con il trust è il produttore che dovrà provvedere” nel video il commento completo.

Quanta materia prima si può recuperare e come

Un modulo standard pesa più o meno 20kg di cui oltre il 70% è composto da vetro. C’è poi l’alluminio, il silicio e dei materiali plastici” spiega Bizzi che sintetizza: “Oltre il 95% del peso di un modulo può essere recuperato così da non disperderlo nell’ambiente e reimpiegarlo in nuovi cicli produttivi”.

Oggi la tecnologia di riciclo è ancora giovane e in evoluzione. Si ottengono già dei buoni risultati nel recupero di materie prime seconde, ma sono certo che nei prossimi anni sorgeranno impianti specializzati in pannelli fotovoltaici che consentiranno un recupero anche più elevato” conclude Bizzi.

 

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.